Le produzioni animali, così come gli allevamenti, nei prossimi anni saranno chiamate a fare i conti con i cambiamenti climatici. Un fattore dal quale non si potrà prescindere al momento di proseguire nella ricerca per il miglioramento genetico delle razze.

“Dalla genetica si attendono contributi importanti, per la costruzione di un Dna autoctono capace di adattarsi ad un ambiente sempre più sovraffollato e minacciato” spiega Vincenzo Peretti professore di Genetica Veterinaria della Federico II.

Il miglioramento genetico ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della zootecnia in ogni parte del mondo, permettendo di migliorare le prestazioni produttive degli animali in relazione alle caratteristiche dell’ambiente e delle tecniche di allevamento.

La sfida deve essere conservare il patrimonio di biodiversità e le razze autoctone. Migliorare il benessere e la salute del bestiame, rendere gli animali più robusti e longevi, ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti e infine conquistare la fiducia del consumatore.

“Fattori indispensabili per assicurare la giustizia alimentare producendo cibo di qualità, nazionale e ad un prezzo, quasi sempre accessibile per tutti. Nel rispetto dell’ambiente, degli animali e delle tradizioni” conclude Vincenzo Peretti.

Il conseguimento di questi obiettivi potrà essere raggiunto attraverso una più sostenibile valutazione morfologica degli animali. Un ritorno, quando possibile, alla duplice attitudine: latte e carne. 


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