Erano due anni che tre consiglieri regionali della maggioranza stavano proponendo iniziative legislative per la “Tutela della bufala mediterranea italiana in Campania”. Con il sottotitolo “Interventi urgenti”ed il voto di 31 consiglieri presenti, la legge è stata approvata e permetterà l’avvio del risanamento dei capi affetti da brucellosi senza più l’incubo degli abbattimenti di massa deciso dall’Unione Europea per casi del genere. Si salvano 40mila capi bufalini, 10mila posti di lavoro. E la salute dei consumatori. Sì, perché non è che i capi infetti, improvvisamente saranno guariti dalla legge. No, ma si pastorizzerà il loro latte, che a questo punto è depurato, e si potranno preparare mozzarelle e affini senza pericoli per nessuno. Inoltre i capi siero positivi e solo quelli, verranno abbattuti, ma non sono molti. Gli allevatori casertani sono i più contenti, ovviamente, perché nella sola provincia di Caserta ci sono oltre 1000 allevamenti, con 106mila capi, 150 caseifici e più di 5mila addetti nella filiera, nonché il 56% del totale della produzione di mozzarella di bufala. Qualche altro dettaglio sulla legge è offerto dall’identificazione a mezzo microchips e il controllo del 100% del patrimonio bufalino campano; l’adozione di nuovi piani provinciali per il controllo e l’identificazione della brucellosi, con l’abbattimento programmato, in attuazione della legge 84 del 1991. Particolare attenzione verrà prestata all’effettuazione dei controlli sul bestiame: un costante campionamento dei prodotti caseari nei caseifici da parte delle Asl con un prelievo ogni 10 quintali di mozzarella di bufala, a garanzia dei consumatori. Tutto ciò, infine, a metà gennaio consentirà ai nostri rappresentanti di recarsi a Bruxelles con un diverso potere contrattuale per la soluzione definitiva del problema della brucellosi bufalina. Tutti contenti: da oggi sotto l’albero c’è una legge in più per gli allevatori, e una batosta economica in meno per tutti.


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