“Federico II, 800 anni dal 1224 al 2024: il Vino tra passato e futuro”: a Vinitaly importante momento dedicato agli 800 anni dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con la partecipazione dei professori Luigi Frusciante, docente di genetica agraria, e Luigi Moio, docente di enologia.

“Celebriamo qualcosa di unico – ha affermato Frusciante – ovvero il primo ateneo laico e statale al mondo, che fu immaginato da Federico II per la formazione dei giovani discenti i quali, ottocento anni fa, dovevano contribuire allo sviluppo dell’Impero andando alla fonte della scienza e formando così la sua classe dirigente. Federico II immaginò di avere una università che fosse libera affinchè gli studenti avessero un pensiero libero e perché potessero rimanere nel regno, istituendo anche borse di studio per gli studenti meritevoli. Idee tuttora vincenti nate per una università che per l’Italia ha rappresentato tanto. Basti pensare che figure del calibro di Boccaccio, Petrarca, D’Aquino, Vico, hanno studiato in questa università laica”.

Luigi Moio ha sottolineato l’importanza del privilegio dello studio. “Il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia voluto fortemente dal prof. Frusciante è stato istituito nel 2006 e vede numeri decisamente importanti:160 studenti all’anno, 5 laboratori didattici, 50 aziende convenzionate in Italia, una associazione di studenti, 1 cantina e 280 laureati in 18 anni. Se oggi qui a Vinitaly abbiamo tante aziende è perché sono stati formati enologi e questo ha fatto e continua a fare l’università”.

“Non c’è vino senza scienza – ha affermato il giornalista Luciano Pignataro – e questo è un messaggio molto forte. Se rifiutiamo l’importanza della scienza il rischio è quello di tornare ai riti tribali. D’altronde sapere è potere, come si diceva negli anni 70, perchè dal sapere viene la possibilità di cambiare il mondo”.

“Dobbiamo far capire cos’è il vino – ha affermato l’assessore all’agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo – perché comprendere da dove veniamo in termini di storia e cultura ci permette di definire con maggior consapevolezza il futuro della viticoltura e dell’enologia della nostra regione. E istituzioni di cui andare fieri come l’Università Federico II di Napoli rappresentano un enorme valore aggiunto in questo senso”.


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