Scoperto un buco nero da record: ha una massa 21 miliardi di volte quella del Sole
di R.Z.
Si trova nel cuore della galassia NGC 4889 il buco nero più grande mai osservato prima nell’Universo. A individuarlo, sorprendendo gli astrofisici di tutto il mondo, un team congiunto di scienziati appartenenti all’agenzia spaziale europea (Esa) e a quella statunitense (Nasa). La singolarità spaziale, situata 300 milioni di anni luce dalla Terra, nell’ammasso della Chioma, è di dimensioni letteralmente “cosmiche”, ha un diametro di circa 130 miliardi di chilometri (pari a circa 30 volte la distanza fra Nettuno e il Sole) e una massa venti miliardi di volte quella della nostra stella.
Il buco nero osservato ha smesso di nutrirsi – Sebbene sia impossibile osservare direttamente il buco nero, perché la luce non può sfuggire alla sua forza di gravità, la sua massa è stata misurata grazie alla velocità delle stelle al centro della galassia. La velocità degli astri, infatti, dipende dalla massa del buco nero intorno al quale ruotano e questi calcoli sono stati possibili grazie alle osservazioni fatte con il Keck Observatory e dal telescopio Gemini North, entrambi nelle isole Hawaii. Dalle rilevazioni effettuate dagli astronomi è emerso che il buco nero ha smesso di nutrirsi, ed è attualmente a riposo.
Gli astronomi potranno ora studiare meglio i quasar – Se invece di “riposare” il buco nero fosse attivo, la galassia che lo ospita sarebbe un nucleo galattico attivo estremamente luminoso: un quasar capace di emettere fino a mille volte l’energia prodotta dall’intera Via Lattea. Secondo gli astrofisici, quando era ancora in attività il buco nero veniva alimentato dal processo di accrescimento caldo. I gas e gli altri detriti sono scesi lentamente verso il suo centro, si sono accumulati formando il disco di accrescimento che è stato accelerato dalla forza gravitazionale e riscaldato per milioni di gradi. Il buco nero “osservato” permetterà agli astronomi di approfondire la conoscenza dei quasar, oggetti ancora misteriosi e sfuggenti la cui formazione risale agli albori dell’Universo.
12 febbraio 2016 da: tiscali redazione

Categorie: Attualità

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *