Tre domande a Erica Congiu, responsabile di BioDizionario.it sul mondo di profumi ed aromi.
Spesso si tende a pensare che gli ingredienti di un prodotto possano essere benefici o nocivi solo al contatto con la pelle e le mucose, la nostra “porta” sul mondo, ma anche gli aromi e le profumazioni rivestono un ruolo molto importante nella formulazione di un prodotto, dato che molte sostanze volatili naturali e artificiali di queste profumazioni possono essere allergizzanti o addirittura tossici. Ne abbiamo parlato con Erica Congiu, che risponde alle domande poste sul Forum del BioDizionario.it.

La prima domanda, di una utente che ha molto a cuore i rischi dovuti all’impiego di prodotti a base di sostanze chimiche allergizzanti o dannose per l’ambiente, è la seguente:
“Io non uso deodoranti spray per profumare la casa, perché sono allergica a questi prodotti, però utilizzo principalmente la cera profumata in cialde, che sciolgo in appositi bruciatori elettrici e qualche candela profumata, ma molto raramente. I marchi che uso di più sono tutti brand americani ma a differenza dei deodoranti spray, non hanno un’etichetta che elenchi i componenti. E ancora: esiste una normativa europea sulle componenti delle profumazioni per ambiente?”

La risposta di Erica Congiu è ricca di informazioni:
Le problematiche che si evidenziano nelle candele e cere profumate sono la cera di paraffina, la combustione degli olii essenziali e gli stoppini di piombo. Secondo una relazione del 1999 compilata dall’Agenzia per la protezione ambientale sulle candele e sull’incenso come potenziali fonti di inquinamento atmosferico interno: le candele che bruciano con gli stoppini che contengono corpi di piombo possono portare a concentrazioni di piombo dell’aria interna, e il residuo di fuliggine lasciato dopo aver bruciato alcune candele potrebbe contenere tossine, tra cui benzene e toluene, che colpiscono il sistema nervoso centrale causando mal di testa e sonnolenza. Yankee Candle Company, uno dei brand americani di candele più famosi, non fornisce la lista degli ingredienti completi delle sue candele e non è legalmente tenuta a farlo.

Tuttavia, l’azienda offre alcune informazioni di base sulle sue candele: tutti i loro stoppini sono realizzati in puro cotone e sono quindi completamente sicuri (gli stoppini di piombo sono stati vietati nel 2003 negli USA); utilizzano veri estratti di olii essenziali; la cera paraffina raffinata non è tossica ed è effettivamente approvata dal USDA per l’uso nei prodotti alimentari, così come cosmetici; la fuliggine prodotta bruciando una candela è simile alla fuliggine prodotta da un tostapane da cucina, a differenza della fuliggine prodotta da carbone ardente. Tuttavia si possono evitare i rischi di un’esposizione a tossine: bruciando solo una candela alla volta, tagliando lo stoppino bruciato ogni volta, conservando le candele nuove o spente in contenitori ermetici per evitare che si accumuli sulla loro superficie polvere, preferire le candele fatte con cera di soia non sono composte da derivati del petrolio e creano meno fuliggine rispetto alle loro controparti di paraffina. Erica Congiu, amante delle candele lei stessa, adotta il “principio di precauzione di tutte quelle cose che tanto mi piacciono ma che ancora non si sa bene se fanno male o no” quindi…il meno possibile! La soluzione migliore sarebbe un buon diffusore di olii essenziali, ma diciamolo…l’atmosfera che crea una bella candela accesa con le luci soffuse è davvero inimitabile! Per cui, meglio se fatte di cera di soia e con olii essenziali, non sempre e non troppe!

La seconda domanda, sempre sul Forum del BioDizionario.it, è sull’esposizione dei bambini a olii essenziali quali tea tree e lavanda: un genitore preoccupato, dopo aver letto un articolo che cita uno studio presentato a ENDO2018 secondo il quale questi olii essenziali potrebbero provocare lo sviluppo patologico della ghiandola mammaria nei bambini, chiede “Voi avete già avuto modo di leggere queste ricerche? Avete già un’opinione al riguardo? Uso molto olio di lavanda e tea tree in casa e non so più che fare…”

La risposta della biologa e nutrizionista mette in prospettiva il problema: “Viviamo in un mondo dove ormai ogni alimento viene letteralmente “bombardato” di ormoni: il latte, la carne di animali di allevamento, la frutta raccolta acerba e maturata con etilene (che ha un’azione “ormono-simile“). E ci dovremmo preoccupare degli oli essenziali che comunque si usano in piccolissime quantità e in modo sporadico? Si tratta di esposizioni esagerate che sicuramente a nessuno di noi verrebbe in mente di praticare. Uno studio isolato inoltre vale poco, per dare un giudizio bisogna che lo studio sia convalidato da altri studi. Ad ogni modo, vige sempre la regola del buonsenso: mai esporre direttamente i bambini agli o.e., evitare che vengano a contatto con le loro mucose e areare i locali in cui si utilizzano.

Infine, un altro utente del forum del BioDizionario.it, chiede: “Su un deodorante c’è tra gli ingredienti il citrus bergamia che etichetti con un pallino rosso. Perchè? È dannoso per la salute, per l’ambiente o per quale altro motivo?”.

Di nuovo, la risposta di Erica Congiu coniuga le informazioni scientifiche con semplicità d’approccio: “Si tratta di allergeni del profumo che possono scatenare eruzioni cutanee in individui predisposti e sensibilizzare la pelle. In particolare l’olio essenziale di bergamotto può essere fotosensibilizzate e addirittura cancerogeno se non puro, ovvero privato dei bergapteni. Ma per legge deve essere così, quindi si può stare abbastanza tranquilli.

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