Noi e gli Animali d’affezione. Il rapporto esistente oggi nell’epoca più gloriosa del consumismo.
Una riflessione particolare per un aspetto alquanto usuale.
Di Roberto Contestabile.
I Cani e i Gatti, rispetto ad altri erroneamente definiti “domestici”, sono gli Animali più vicini a noi. Animali privati della loro natura selvaggia tramite secoli di addomesticazione forzata. I Cani molto probabilmente derivano da parenti a loro stretti quali il Lupo o il Coyote, mentre per i Gatti non è difficile immaginare a cosa assomigliano proprio grazie alla loro natura così felina.

Ma quali sono le sostanziali differenze tra questi due teneri amici? Da sempre esiste la giusta e simpatica terminologia “Siete come cane & gatto!” proprio per indicare due persone in contrasto tra loro. Ed infatti i due Animali non godono di molte affinità, tranne in rari casi davvero eccezionali. Il Cane è decisamente più “devoto” all’uomo, più fedele e gioioso, sempre pronto a partecipare alla vita domestica, interagisce con altri suoi simili, possiede decisamente un carattere più estroverso rispetto al Gatto. Nonostante quest’ultimo abbia una natura primordiale dedita alla caccia, egli non gode di spiccata razionalità egocentrica…attitudine dedita esplicitamente agli esseri Umani.

E difatti sono numerosi gli aneddoti dedicati ai Cani: “Gli manca solo la parola, tale e quale al suo padrone, fedele come un Cane” (appunto). I Gatti sono più schivi, più solitari, più autonomi anche nei loro bisogni corporei, non hanno bisogno della passeggiata serale o di interagire per forza con altri affini (tranne in particolari periodi di “calore”). Da un punto di vista pratico forse sono più idonei alla vita casalinga, dormienti in un appartamento o liberi di razzolare indisturbati nel giardino. Tolti i 5 minuti canonici in cui i loro genitori adottivi provvedono al nutrimento non hanno bisogno di particolari attenzioni possessive. Certamente anche loro sono affettuosi, anche loro ti guardano e ti ascoltano durante la giornata, riconoscono i pericoli o meglio le coccole del momento; le classiche fusa che rilasciano sono un particolare segnale distintivo per comunicare il loro affetto, un modo singolare di partecipazione. Le fusa feline sono un tratto distintivo di questa specie, ovvero “la produzione di un suono continuo che deve alternare il flusso d’aria polmonare in entrata ed in uscita.” Sono anche un metodo d’interazione tra madre e figlio, soprattutto quando i cuccioli in tenera età non riescono ancora a miagolare. Molte sono le teorie che vogliono determinare il significato di questo fenomeno, e non è escluso che esso derivi anche da una spiccata capacità di autoguarigione. I Gatti infatti non fanno le fusa solo quando sono felici, ma anche in altre situazioni di tensione o malattia. Il procedimento di addomesticazione forzata da parte dell’essere Umano è ancora recente, quindi non è dato sapere con reale certezza la causa principale che determini questo strano ma peculiare fenomeno.

Ma tornando ai Cani e al loro atteggiamento nei confronti dell’uomo è doverosa una riflessione alquanto dura e responsabile. Il fenomeno del randagismo evidenzia ogni anno in maniera molto drammatica una situazione che negli anni peggiora sempre più. Se è vero che secoli addietro questi simpatici Animali hanno trovato in noi una compagnia idonea alla prosperazione, dall’altro lato questo delicato rapporto ha costituito una tragica condanna per la loro incolumità.

Mentre i Gatti, pur avendo perso il loro habitat, riescono meglio a sopravvivere per una spiccata inclinazione selvaggia, i Cani soffrono terribilmente l’abbandono e l’incuria perpetrata. Molto spesso i Gatti muoiono per investimenti d’auto o per altri motivi non sempre riconducibili all’incuria Umana (almeno le statistiche dicono questo). I Cani invece sono oggetto di violenza, utilizzati per ogni lavoro possibile, schiavizzati a volte in maniera disonorevole: legati ad una catena o chiusi dentro una camera. I compiti a loro dedicati sono numerosi e troppo spesso fraintesi come dedizione personale. Cani “da“ ogni cosa: caccia, guardia, seguita, ferma, difesa, pastore, pista, corsa, combattimento, riporto…ma anche da curling o salvataggio o antidroga. Pur considerando l’aspetto sociale di queste tre ultime attività l’addestramento è duro e spesso accompagnato da gravi lesioni ai danni di articolazioni e/o organi vitali. Non si può escludere quindi una forzatura estrema in queste azioni a volte strumentalizzate per il beneficio Umano.

Il randagismo dunque è una grave piaga sociale ed azioni di tamponamento come la sterilizzazione o la castrazione sono utili sì a ripristinare il controllo sulle nascite, e quindi alla loro salvaguardia, ma non si può evitare un analisi approfondita causa addomesticamento smodato che negli anni ha visto solamente un senso di possesso verso questi teneri Animali smarriti. Non avendo più un loro ambiente consono alla sopravvivenza spesso vagano tristemente ai margini delle nostre città, esposti quindi a mille pericoli.

Il randagismo costituisce una grave responsabilità da parte della società Umana e, se è vero quindi che i Cani sono i principali compagni d’affezione per le nostre vite, oggi più che mai è doveroso aprire un profondo dibattito.

In un particolare momento storico in cui il benessere animale, spesso ipocritamente, è presente sulla bocca di molti abbiamo la responabilità oggettiva d’intervenire affinchè gli Animali a noi vicini godano di una prospettiva più longeva e gioviale.
A tal proposito sembra opportuno citare un dialogo che avvenne molti anni addietro tra James Boswell (giurista e aforista scozzese) e Jean-Jacques Rousseau (filosofo e scrittore d’origine francese):
Rousseau: «Vi piacciono i gatti?».
Boswell: «No».
Rousseau: «Ne ero sicuro. È un segno del carattere. In questo avete l’istinto umano del dispotismo. Agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali».
Boswell: «Nemmeno una gallina, obbedisce agli ordini».
Rousseau: «Vi obbedirebbe, se sapeste farvi capire da essa. Un gatto vi capisce benissimo, ma non vi obbedisce».
Roberto Contestabile
Fonte: www.promiseland.it


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