PROMISELAND notizie. ANIMALISMO: difficile il confronto tra opposti pensieri…
Ritorno sull’argomento dopo tante polemiche vergognose a carico di Marina Ripa di Meana accusata ingiustamente (dopo la sua morte) di falso animalismo perchè mangiava carne. Ingiustamente perchè chi colpisce senza cognizione di causa dovrebbe un attimo soffermarsi a pensare che nessuno di noi dispone di poteri magici utili a fermare il genocidio animale e, anche se la consapevolezza è parziale o non completamente arrivata, non è necessario fare i sommi esperti della circostanza.
Marina non era vegetariana ma neanche Madre Teresa di Calcutta lo era, e neanche tanti altri personaggi storici che hanno contribuito ad abbattere sofferenze. Eppure ha partecipato a numerose battaglie sociali, meglio e di più rispetto a tanti altri che in quegli anni così bui e malati non facevano nulla ed anzi partecipavano calorosamente allo sfruttamento degli Animali.
All’epoca delle manifestazioni animaliste di piazza, cui Marina ha spesso e volentieri aderito soprattutto davanti alla prima della Scala a Milano, di veganismo nessuno parlava e forse il 99% degli italiani neanche sapeva cosa fosse. Di vegetarismo probabilmente qualcuno ne aveva sentito parlare, ma certamente la parola vegan era sconosciuta a molti.
Marina non era veg-egetari-ana, e pertanto partecipava in sostanza a ciò che oggi viene chiamato dai vegani sfruttamento animale, questo è un dato di fatto. Ma lo è altrettanto non concepire che viviamo in un presente altamente contraddittorio, ed essere totalmente al di sopra delle realtà non è proprio la massima ispirazione che dobbiamo auspicare. Marina è stata ambasciatrice in Italia dell’International Fund for Animal Welfare per la quale realizzò una famosa campagna pubblicitaria: completamente nuda, con una folta peluria sul pube e la scritta “L’unica pelliccia che non mi vergogno di indossare”.
La Ifaw è l’organizzazione più grande al mondo per la raccolta di fondi utili al benessere animale. Le azioni interessate dall’ente privato sono attribuibili alla salvaguardia degli Animali durante le calamità naturali, al salvataggio di cetacei in difficoltà negli oceani, aiutare Animali d’affezione in comunità disagiate, contro la caccia delle Foche in Canada ecc. Non per questo l’Ifaw è stato esente da critiche e condanne per aver macchiato la proprio etica professionale a causa di presunti finanziamenti verso case farmaceutiche coinvolte in vivisezione. Questo per dire che nessuno oggi è esente da macchia. Non dobbiamo perdere la lucidità e la chiarezza che determina una sola consapevolezza: viviamo in un mondo altamente opportunista basato sul consumismo estremo che ha alla sua base la ricerca infinita di profitto.
Ogni attività professionale, che pregiudica una raccolta fondi e di conseguenza una qualsiasi operazione materiale che possa smuovere una specifica azione utile alla liberazione animale, ha delle conseguenze inevitabili che non possono essere controllate alla perfezione. La contaminazione è prevedibile proprio perché l’attuale sistema capitalista ha mille sfaccettature, molte delle quali altamente corrotte. Se potessimo liberarci da tale congegno speculativo in tal caso le nostre menti lavorerebbero in sintonia con empatie e prese di coscienza vergini da lucro.
Fino ad allora ogni progetto animalista, o comunque diretto a sopprimere martiri o sofferenze, dovrà per forza di cose contrapporsi con le regole del mercato globalizzato che pretende dure e spietate strategie commerciali. Attualmente non esiste un sistema alternativo e valido che possa aiutare la causa. Le stesse donazioni di buoni e valorosi volontari passano attraverso la finanza che sfrutta e lucra le percentuali di guadagno (vedere campagne sociali tramite gestori telefonici). Anche le petizioni on line devono usufruire di altrettanti finanziamenti utili al mantenimento della struttura mediatica.
Per cui, ritornando al discorso principale, a cosa serve polemizzare inutilmente su un aspetto, pur contraddittorio nella sostanza specifica, ma che nella totalità del suo fine ha comunque contribuito alla rivendicazione?
Marina Ripa di Meana era un personaggio eccentrico, fuori dalle righe, a volte incoerente…ma chi non lo è? Chi non ha commesso un solo errore nella propria vita?
Nessuno è nato vegano (per sfortuna), per cui smettiamola di fare i supremi paladini della giustizia e rimbocchiamoci le maniche nel mondo reale (io per primo). Roberto Contestabile
Fonte: www.promiseland.it


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