WWF: “L’ORSO MARSICANO NON E’ ‘ALLA FRUTTA’! PER LUI, NUOVA VITA AI FRUTTETI”
Cari tutti,
inizia oggi un nuovo campo per l’orso in Abruzzo: si recuperano frutteti abbandonati per dargli cibo sicuro e si installano recinti elettrificati per proteggere gli allevamenti dalle incursioni.
Strumenti semplici ma fondamentali per favorire la convivenza uomo-orso e salvare gli ultimi 45/60 esemplari rimasti, che la mortalità causata dall’uomo mette ancor più a rischio.

INVITO PER LA STAMPA!
MARTEDI’ o MERCOLEDI’ 12-13 NOVEMBRE
vi invitiamo all’Oasi WWF Gole del Sagittario, ad Anversa degli Abruzzi (AQ) per seguire i lavori dal vivo.
Tutti i dettagli sono nel comunicato, se vi piace l’idea fateci sapere che vi mettiamo in contatto con i colleghi sul campo.
Grazie a presto!
francesca
– invito a seguire i volontari al lavoro
WWF_ORSO ALLA FRUTTA_campi
f.mapelli@wwf.it

CAMPI VOLONTARIATO
WWF: “L’ORSO MARSICANO NON E’ ‘ALLA FRUTTA’!
PER LUI, NUOVA VITA AI FRUTTETI ABBANDONATI DELL’ABRUZZO”
Dall’8 al 17 campo di volontariato all’Oasi WWF Gole del Sagittario per dare all’orso cibo sicuro

INVITO PER LA STAMPA: MARTEDI’ O MERCOLEDI’ 12-13 NOVEMBRE
VENITE ALL’OASI WWF A VEDERE I VOLONTARI AL LAVORO!
VIDEO E FOTO AI LINK IN CODA
Ultimo round ai campi di volontariato WWF per l’orso bruno marsicano, specie simbolo dei nostri boschi, oggi a serio rischio di estinzione con appena 45/60 individui rimasti in tutto l’Appennino. Nelle scorse settimane, decine di volontari provenienti da tutta Italia hanno potato, ripulito, recuperato oltre 300 piante di meli, meli cotogni, ciliegi, cornioli – un tempo coltivati ma oggi coperti di rovi e vegetazione selvatica – nei boschi abruzzesi della Valle del Giovenco, in Valle Roveto, Lecce dei Marsi e Villavallelonga. Dall’8 al 17 novembre sarà la volta della Valle del Sagittario, dove i volontari, ospiti all’Oasi WWF Gole del Sagittario presso Anversa degli Abruzzi (AQ), daranno nuova vita agli alberi da frutto, di cui l’orso è ghiotto, insieme a potatori professionisti e agli esperti del WWF Abruzzo. Il progetto, realizzato dal WWF insieme a COOP Distretto Tirrenico grazie ai proventi dell’album di card collezionabili “Salva il tuo Pianeta”, ha l’obiettivo di garantire all’orso una fonte alternativa di cibo evitando che si avvicini a coltivazioni, allevamenti, centri abitati, per dimostrare che la convivenza tra l’uomo e questo carismatico predatore è possibile.
L’Orso bruno marsicano rappresenta uno degli animali più minacciati del nostro inestimabile patrimonio di biodiversità. Con una popolazione stimata sui 45/60 individui in tutto l’Appennino centrale è uno dei nostri gioielli a più serio rischio di estinzione. Purtroppo la mortalità causata dall’uomo, con investimenti stradali, bracconaggio e avvelenamento, è troppo elevata, e va tragicamente a sommarsi a quella naturale. Per salvare questa popolazione unica ed irripetibile servono interventi concreti e straordinari da troppo tempo promessi dalle diverse istituzioni coinvolte ma fermi sulla carta. Non c’è tempo da perdere.
“L’orso bruno marsicano è un tesoro prezioso, ma con pochi decine di individui rimasti è drammaticamente in pericolo. Dobbiamo fare di tutto per proteggerlo e tutelare il suo habitat, favorendo la sua convivenza con le attività umane soprattutto in quei territori che da sempre condividiamo con lui. Recuperare gli antichi alberi da frutto sommersi dai rovi o installare recinzioni elettrificate per proteggere gli allevamenti sono interventi semplici, ma possono aiutare in concreto il nostro rapporto con l’orso. Farlo insieme ai volontari significa avvicinare giovani e nuovi amici alla sua causa, perché tutti insieme possiamo conservare questo ‘testimonial’ delle nostre montagne e dei nostri boschi, con l’auspicio che le istituzioni facciano al più presto, e con la dovuta serietà, la loro parte – ha detto Dante Caserta, presidente del WWF Italia.
Il WWF è in prima fila per la tutela della specie, partecipando agli impegni sottoscritti con il PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano), promuovendo nell’ambito del LIFE Arctos diverse attività che possano facilitare la convivenza con questo animale e coinvolgendo i cittadini in iniziative speciali e campagne di raccolta fondi per supportare progetti specifici, per esempio attraverso l’adozione simbolica della specie su www.wwf.it/adozioni. Ma servono interventi puntuali e urgenti, e tutte le istituzioni coinvolte nella gestione del territorio devono responsabilizzarsi perché la loro inerzia non condanni questo animale all’oblio.
“Oggi le Autorità devono inserire una nuova marcia, per procedere più speditamente alla corretta gestione dell’attività venatoria nelle aree più importanti per l’orso, alla messa in sicurezza delle strade per evitare gli impatti con le auto, alla pianificazione di interventi di prevenzione per evitare predazioni, alla corretta gestione delle attività di pascolo e al controllo sanitario più capillare per quelle patologie pericolose per la specie e non in ultimo alla creazione dell’Area Contigua del ParcoNazionale Abruzzo, Lazio e Molise, che da troppo tempo aspettiamo in particolare dalla Regione Abruzzo – continua Caserta, presidente del WWF Italia – Siamo stati felici di aver trovato in COOP un nuovo partner per la sfida lanciata quest’anno e speriamo che questo lavoro congiunto possa continuare anche in futuro, come in questi giorni ci stanno chiedendo anche le comunità locali interessate.”
Sulle bellissime montagne abruzzesi vi sono migliaia di piante di ciliegi, ciliegi canini, meli, meli cotogni, cornioli, peri che un tempo venivano coltivati anche in quota e che oggi sono spesso sommersi da rovi e coperti di specie lianose. Con il contributo COOP abbiamo interessato le quattro principali valli dell’area settentrionale dell’area dell’orso, la valle del Giovenco, la valle Roveto, la Vallelonga e, infine, le Gole del Sagittario, dove insiste anche l’omonima Oasi del WWF gestita da oltre 20 anni e di fondamentale importanza per l’orso.
Ad oggi, grazie al duro lavoro dei volontari guidati dai capicampo WWF e da esperti potatori del luogo, sono state recuperate circa 300 piante in 5 comuni dell’aquilano, Civitella Roveto, Civita d’Antino, Lecce dei Marsi, Ortona dei Marsi e San Sebastiano di Bisegna; la stragrande maggioranza sono meli e ciliegi canini. Con il campo all’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, che partirà l’8 e finirà il 17 novembre, contiamo di superare le 400 piante, creando un consenso sempre maggiore sul territorio per la tutela della specie. Oltre a dare nuova vita agli alberi da frutto, i volontari hanno anche installato recinti elettrificati per proteggere gli allevamenti dalle incursioni dell’orso in cerca di cibo.
“Siamo molto contenti della risposta delle comunità locali e dei diversi sindaci, che si sono dimostrati entusiasti per questo intervento, collaborando e sostenendo i volontari provenienti da tutta Italia per tutelare la specie simbolo dell’Abruzzo – conclude Dante Caserta, presidente del WWF Italia – Ci auguriamo che a questa attività di volontariato faccia eco una seria risposta da parte del Ministero dell’Ambiente e delle Istituzioni locali per rilanciare il PATOM, rafforzare e far proseguire quello che sta facendo il progetto LIFE Arctos e mettere le basi per nuovi e concreti interventi. Non possiamo permettere che l’Orso bruno marsicano si estingua, le generazioni future non ce lo perdonerebbero mai.”
Il progetto di recupero dei frutteti abbandonati dell’Abruzzo è stato reso possibile grazie all’operazione “Salva il tuo Pianeta”, l’album di card collezionabili nato dalla collaborazione tra WWF e Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia. Acquistando l’album, dedicato agli animali di tutto il mondo, i clienti Coop hanno donato 50 centesimi al “Progetto Orso” realizzato nell’Appennino Centrale, che ospita l’ultima popolazione di orso bruno marsicano e che abbraccia quattro regioni: Abruzzo, Lazio, Marche e Molise. L’iniziativa Salva il Tuo Pianeta è stata un’operazione di grande successo che ha saputo sensibilizzare sui temi ambientali in modo capillare. Coop ha contribuito anche a declinare queste tematiche in strumenti didattici per le scuole con la realizzazione di Lezioni per le Lavagne Interattive Multimediali che sono state messe gratuitamente a disposizione degli insegnanti.
Per sostenere i progetti WWF per l’orso bruno marsicano, è possibile adottare simbolicamente la specie sul sito www.wwf.it/adozioni e dare il proprio contributo per interventi concreti come l’installazione di recinzioni elettrificate o il recupero di frutteti abbandonati.
INVITO PER LA STAMPA:
martedì e mercoledì 12-13 novembre il WWF vi aspetta all’Oasi Gole del Sagittario, spettacolare canyon tra le rupi calcaree presso Anversa degli Abruzzi (AQ), per seguire i lavori dei volontari.
Qui come arrivare: http://www.wwf.it/oasi/abruzzo/gole_del_sagittario/visita_l_oasi/
Info e contatti: Ufficio stampa WWF Italia, 06 84497213, 349 0514472, 02 83133233, 349 0514472

VIDEO GENERICI ORSO: http://upload.wwf.it/earth/File/archivio%20video/Specie%20protette/specieitalia/
FOTO E VIDEO CAMPI WWF IN ABRUZZO: https://www.dropbox.com/sh/bqdnvdm63vfhh84/_yXe9Db2WG
Roma, 8 novembre 2013
———————–
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO SULL’ORSO
—————————————
ABC DELL’ORSO BRUNO
Nome scientifico: Ursus arctos
Caratteristiche fisiche: L’orso bruno europeo ha il mantello di colore bruno rossastro. Negli individui più giovani non è rara la presenza sul petto di un collare o una macchia chiara, a forma di “V”. Il muso è allungato. Invece l’orso bruno marsicano ha il mantello di colore bruno marrone, più chiaro sulla testa, sul collo e sul dorso, e il muso è più corto e tozzo dell’orso bruno europeo.
Etologia: L’orso preferisce una vita solitaria, a parte durante il periodo degli amori. Il sonno invernale può durare fino a 6 mesi.
Biologia: È tra i più grandi carnivori esistenti e ha un acuto senso dell’olfatto. Le dimensioni sono molto variabili: la sua lunghezza massima può arrivare fino a 150 cm, mentre l’altezza alla spalla di un adulto è 80 cm.
Riproduzione: La stagione degli amori arriva per gli orsi bruni a primavera inoltrata, quando i maschi, seguendo i messaggi olfattivi lasciati dalle femmine, cominciano a cercare una compagna. Dopo l’accoppiamento, però, la coppia si separa subito: sarà esclusivamente la madre ad occuparsi dei cuccioli. I piccoli di solito vanno da uno a tre, e nascono tra gennaio e febbraio dopo 7-10 mesi di gestazione.
Alimentazione: Gli orsi bruni mangiano di tutto. Si cibano di germogli, erbe, frutta e radici; nella loro dieta sono compresi anche api, larve, formiche e miele. Cacciano attivamente prede di grosse dimensioni, e si possono nutrire anche di carcasse.

HABITAT & ABITUDINI
Gli orsi bruni sono strettamente legati al bosco, soprattutto la specie alpina, anche se questo adattamento è stato probabilmente rafforzato dalle persecuzioni umane. Durante il sonno invernale l’orso bruno può essere parzialmente attivo, soprattutto quando le giornate sono particolarmente calde; in ogni caso l’intero inverno viene trascorso senza mangiare.
L’orso bruno non è un animale sociale e, fatto salvo il periodo degli amori, è sostanzialmente solitario. I piccoli, solitamente da 1 a 3 (raramente 4), nascono in gennaio-febbraio nella tana di svernamento. La femmina con i cuccioli abbandona il ricovero invernale in genere più tardi dei maschi e in questo periodo tende a evitare ogni possibile incontro con i maschi.

VADEMECUM WWF: “INCONTRO CON L’ORSO: ISTRUZIONI PER L’USO”
LUI: L’orso non attacca se non è provocato. Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per valutare meglio la situazione, non per manifestare aggressività. L’eventuale atteggiamento aggressivo o minaccioso ha lo scopo di intimidire e allontanare. Raramente si possono verificare “falsi attacchi” che non portano a un reale contatto. NOI: Se si avvista un orso a distanza è opportuno: rimanere sul posto e godersi la vista senza cercare di avvicinarsi, magari per scattare delle foto. In caso di un incontro ravvicinato è opportuno: far notare la propria presenza, parlando ad alta voce; allontanarsi senza correre, lasciando sempre una via di fuga all’orso. Se l’orso manifesta un atteggiamento minaccioso, si suggerisce di mettere qualcosa davanti a sé, come lo zaino e allontanarsi senza correre.

COSA MINACCIA L’ORSO BRUNO?
La sopravvivenza di questa magnifica specie è messa sempre più a rischio ogni anno che passa
Considerato specie prioritaria in via di estinzione, l’orso bruno è vittima del bracconaggio e della frammentazione del suo ambiente naturale. Questa specie è fondamentale perché la sua presenza può essere un efficace indicatore dello stato di salute e conservazione degli ambienti in cui è presente: l’orso è il simbolo dei boschi della nostra penisola.
Nonostante la sua grande capacità di muoversi sul territorio, strade, centri abitati, ferrovie e diverse altre infrastrutture danneggiano l’ambiente in cui vive; senza contare che sul suo cammino ci sono a volte trappole, tagliole, bocconi avvelenati.

COSI’ SI SALVA L’ORSO BRUNO: L’AZIONE WWF
Numerosi progetti europei tra cui il LIFE+ ARCTOS (www.life-arctos.it) di cui il WWF è parte, hanno dato chiare indicazioni scientifiche sulle azioni da intraprendere per poter convivere con gli orsi e le altre specie presenti nel territorio alpino ma spesso le indicazioni sono disattese dalle autorità che agiscono invece in base a criteri politici e non scientifici, vanificando così gli sforzi di conservazione.
Il WWF Italia è da sempre impegnato per la salvaguardia delle nostre due popolazioni di Orso bruno, quella Alpina e quella sempre più rara Appenninica. Con la promozione di azioni di conservazione diretta, gestione di aree protette, interventi puntuali e concreti per cercare di superare i motivi di conflitto tra uomo ed orso (come l’uso e la distribuzione gratuita di recinti elettrificati a tutela delle colture di pregio, di apiari e degli allevamenti zootecnici), azioni per la salvaguardia delle aree naturali di pregio che lo ospitano, finanziamento di progetti di ricerca, acquisto di radio-collari per monitorare i movimenti degli esemplari a rischio, oltre che interventi per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare conoscere il vero orso e non quello che troppo facilmente viene dipinto come un animale pericoloso e aggressivo.
Come stanno dimostrando i dati delle analisi promosse dal WWF Italia nell’ambito del LIFE sull’uso delle recinzioni elettrificate come strumento di prevenzione, i risultati sono più che incoraggianti e molti dei danni – e quindi dei conflitti – possono essere risolti con queste semplici misure di prevenzione e una più attenta e responsabile gestione dei nostri allevamenti.
Per sostenere i progetti WWF per l’orso bruno marsicano, è possibile adottare simbolicamente la specie sul sito www.wwf.it/adozioni


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *