Per il ripopolamento della coturnice appenninica nel parco regionale del Matese sono state liberate 206 esemplari. L’Amministrazione provinciale di Benevento e l’Ente Parco regionale del Matese hanno avviato un progetto di ripopolamento della Coturnice appenninica (Alectoris graeca graeca) nel Parco regionale del Matese. La Coturnice è un uccello tipico di ambienti montani presente in Italia con tre sottospecie, o comunque popolazioni molto distinte (il dibattito sulle sottospecie è ancora in atto nel mondo scientifico), che nel corso degli ultimi decenni è andata incontro, soprattutto sull’Appennino, a un declino popolazionistico impressionante estinguendosi in molte aree. La situazione è particolarmente drammatica in Campania, dove si conoscono piccole popolazioni selvatiche per il solo Cilento, mentre sul massiccio del Matese era nota la presenza fino agli inizi degli anni ‘80. Per il recupero della specie in Campania il Dipartimento di Zoologia dell’Università Federico II di Napoli ha avviato un progetto, coordinato dal dr. Domenico Fulgione, per la selezione di popolazioni d’allevamento con una configurazione genetica del tipo appenninico. In collaborazione con un allevamento specializzato è stata selezionata una popolazione con DNA tipico delle popolazioni selvatiche appenniniche ( e nel contempo anche ben diversificato in termini di variabilità genetica) e si è avviato un primo progetto di ripopolamento nel Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e su altri massicci montuosi salernitani. Animali provenienti da questo allevamento sono stati utilizzati lo scorso autunno dalla Provincia di Benevento per un primo intervento sperimentale. Il successo dell’operazione, con la sopravvivenza degli animali al rigido inverno matesino, ha indotto l’Amministrazione provinciale a ripetere l’operazione con l’ausilio dell’Ente Parco regionale del Matese. Alla fine di aprile sono state lanciate 206 Coturnici in tre distinti punti del lato beneventano del Parco. Gli animali erano stati monitorati geneticamente dal dr. Fulgione. L’operazione presenta molteplici aspetti positivi. In primo luogo quello di riportare una specie in buona parte scomparsa sull’Appennino campano, in secondo luogo quello di ricreare le condizioni ecosistemiche tipiche dell’ambiente montano anche in funzione del ripristino di una adeguata disponibilità trofica per i grandi predatori del Parco, in particolare per gli uccelli rapaci. A questo si deve aggiungere l’aspetto didattico. Una parte dell’operazione è stata seguita dai bambini della scuola elementare di una piccola frazione montana di Cusano Mutri. I bambini hanno seguito silenziosi e affascinati una parte del rilascio degli animali e hanno ringraziato gli operatori per aver riportato la Coturnice nel loro territorio.E’ stata questa, forse, la maggiore gratificazione di chi ha lavorato all’operazione, e tra questi diversi volontari locali e ornitologi napoletani.“Continua l’attività di gestione e tutela della fauna selvatica nelParco – ha dichiarato il Commissario prof. Maurizio Fraissinet -, dopo il carnaio invernale per l’Aquila reale e l’avvio del progetto per il monitoraggio del nido, si è intervenuti ora in collaborazione con la Provincia di Benevento su di una specie molto importante per la ricomposizione dell’ecosistema montano”.(Nota inviata alle Arga)


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