Insegnare ai bambini come sventare l’aggressione di un cane è considerato superfluo
di Oscar Grazioli

In qualità di socio fondatore dell’Associazione Medici Veterinari Titolari di Struttura Privata (Assovet ) ho cercato di portare avanti, nella mia città (Reggio Emilia), uno degli obiettivi che contribuiscono a quella che di solito viene indicata come la “mission” e che, meno pomposamente, chiamerò la finalità dell’associazione stessa: benessere degli animali e tutela dei diritti di chi li possiede o viene con loro in contatto.
In quest’ ottica la dirigenza mi aveva dato incarico di esplorare, presso alcune scuole medie ed elementari, la possibilità di offrire la nostra esperienza di medici veterinari affinché bambini, ragazzi e insegnanti stessi, potessero apprende e ciò che a scuola viene di solito ignorato, ovvero come comportarsi con cani, gatti e animali in genere, nelle più svariate situazioni.
Tre esempi chiariranno meglio cosa intendevamo insegnare.
I bambini sono talvolta oggetto di gravi aggressioni da parte di cani. Nessuno insegna a loro (né ovviamente ai genitori) come prevenire l’aggressività e come comportarsi in caso di minaccia diretta o peggio attacco.
Secondo esempio. Ormai arriva la primavera e finalmente è tempo di scampagnate. Basta sapere quali sono i colori che api, vespe e calabroni ignorano (e quelli che adorano) per evitare a Carletto una dolorosissima puntura se non un ricovero in rianimazione per shock anafilattico.
Terzo esempio. In Italia uno sport molto gettonato è quello di avvelenare i cani con polpette piene di stricnina o potenti insetticidi. Avremmo insegnato che basta portarsi dietro un flaconcino di acqua ossigenata nello zainetto e farne bere un cucchiaio al cane se lo si vede traballare, tremare e sbavare improvvisamente all’uscita da un cespuglio. L’acqua ossigenata provoca facilmente il vomito e questo può salvare la vita al cane.
Tanto per non far nomi, mi sono rivolto alla direttrice di due importanti scuole medie della città, la Leonardo da Vinci e l’Einstein, offrendole questi insegnamenti, corredati da audiovisivi, a costo zero ovviamente. Dopo due mesi è arrivata la risposta (da me sollecitata).
“Spiacente, ma i consigli di classe delle scuole da me interpellati (quindi il corpo insegnante) ritengono che questa materia sia insignificante e irrilevante nell’educazione dei giovani. Grazie lo stesso”.
Dire che sono rimasto basito e amareggiato è poco. Direi che mi sono incazzato con “insegnanti” che pretendono la perfetta pronuncia di Yorkshire e se ne fregano di come debba comportarsi un ragazzino aggredito da un cane. Se questo è il corpo insegnante di oggi, rimpiango i miei severi docenti di una volta. Nel frattempo apprendo che i bambini di una scuola elementare di Potenza Picena (Macerata) sono stati condotti in un’azienda agricola che fa parte di una zona di ripopolamento e cattura della provincia di Macerata e costretti ad assistere alla cattura delle lepri che erano state in precedenza rilasciate nell’area.
L’operazione, spacciata come
“didattica” dagli organizzatori, ha impegnato personale e mezzi della scuola pubblica.
Naturalmente nessuno ha detto ai bambini che fine avrebbero fatto le lepri catturate. La lezione è finita prima
(da Tiscali animali)


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