A Pompei pochini i residenti che vogliono andarsene. Preoccupazione dei sindaci per i ritardi.
A buon punto le istanze per abbandonare la zona rossa vesuviana. Scaduto il termine per la presentazione delle istanze per il 2003, il risultato è che nei 18 comuni la voglia di andar via ha convinto solo 2105 famiglie in affitto a cambiare città. In cambio, la Regione ha assegnato a ciascuna di esse 30mila euro per ricominciare da un’altra parte e, chissà, magari versare l’anticipo per l’acquisto della prima casa. Allo stesso tempo la Regione ha stanziato 5mila euro per ogni proprietario delle case rimaste sfitte per trasformarle in aziende turistiche e attività commerciali. Naturalmente solo agli immobili non abusivi, perché quelli non in regola andranno giù. Finalmente fumata grigio-bianca dal Vesuvio. Nel dettaglio ecco i come si è suddiviso il numero delle famiglie pronte a sfollare dai 18 Comuni della zona rossa. Torre del Greco, 390; S.Giorgio a Cremano, 290; Portici, 270; SommaVesuviana, 161; Sant’Anastasia, 153; Ercolano, 101; Cercola, 96; Pompei, 92; Boscoreale, 90; Pollena Crocchia, 80; Torre Annunziata, 70; Ottaviano, 66; S.Sebastiano al Vesuvio, 57; Massa di Somma, 52; Terzino, 41; Trecase, 40; San Giuseppe Vesuviano, 31; Boscotrecase, 25. E’, quindi, Torre del Greco la città dove si ha più paura dell’evento vulcanico, mentre era lecito aspettarsi Pompei, distrutta nel 79 dc proprio dal Vesevo, che invece è solo ottava nella classifica della paura. La più temeraria, invece è Boscotrecase. E non è un caso, visto che proprio in questa città, oltre a S.Anastasia, stanno per costruire nuove case con licenze rilasciate anni fa. Ci sarà qualcuno che li fermerà. I 18 sindaci dell’area vesuviana a rischio sono preoccupati: le vie di fuga, in caso di eruzione della Montagna, non sono in grado di sopportare il peso di una emigrazione di massa. Sono in allarme, e da settimane interrogano i preposti per avere certezze sui lavori che riguardano soprattutto le strade. Si sa che sulla Napoli-Pompei si sta lavorando sulla terza corsia da tempo e che i lavori sono a buon punto con un investimento di 175 milioni di euro. Sono anche previste nuove bretelle per collegare le aree a rischio alle autostrade e c’è la risposta immediata dell’assessore regionale ai trasporti, Ennio Cascetta, che dice: “Non è vero che siamo in ritardo o addirittura fermi. Stiamo facendo un lavoro che non serve solo per l’emergenza ma anche per migliorare la viabilità ordinaria. I cittadini ed i sindaci possono stare tranquilli”. E dormire tra due guanciali, fino al primo boato. (Nota di Gianpaolo Necco, inviata alle Arga)


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