I: Prof. Altieri: Sui controlli dei Prodotti biologici e dei controllori del Biologico… per il diritto all’assenza di residui chimici negli alimenti Biologici
Prof. Giuseppe Altieri: Sui controlli dei Prodotti biologici e dei “controllori” del Biologico…
Per il diritto all’assenza di residui chimici negli alimenti Biologici
Ricevo un commento al mio articolo sul glifosate da Roberta Marini:
Le mie esperienze mi hanno portato a dubitare fortemente dell’autenticità di tutti i prodotti che ci vengono propinati per biologici !!!!!!!!! Non mi si dica che il loro controllo è rigido …………!!!!!!!!!!!
Risposta
Questo è un altro discorso…
Il problema è stato affrontato ed è facilmente risolvibile… basta volerlo
l’Europa finanzia 3.000 € all’anno per le certificazioni biologiche dal 2007 (ex. Mis 132 del PSR 2007-2013… oggi Mis. 311 del PSR 2014-2020), in modo che non abbiano più un costo per gli agricoltori. Il costo se lo assume la società…
Ma le regioni Italiane utilizzano tali risorse solo per rimborsare la spesa media di circa 700 € ad azienda (dati Federbio) attualmente impiegata per la certificazione biologica… Troppo poco per garantire una corretta procedura di certificazione e controllo.
Spesa molto ridotta a causa della concorrenza tra i diversi enti di certificazione, che lavorano al ribasso…
…stupidamente, mentre potrebbero usufruire dei 3.000 € del PSR Regionale e potenziare notevolmente le loro strutture, dando lavoro a molti tecnici specializzati nel controllo biologico, agronomi, Agrotecnici e Periti Agrari…
Le regioni dovrebbero pagare direttamente gli enti di certificazione (Alcune hanno iniziato a farlo, evitando una inutile burocrazia per attivare i rimborsi), controllandoli bene nel loro operato, grazie al lavoro dell’ICQ del Ministero Agricoltura e del Corpo forestale a disposizione…
Con 3000 euro all’anno ci facciamo un controllo di campo al mese durante il ciclo colturale: 6 controlli per un costo di 200 euto a controllo = 1.200 €…
più le analisi dei residui chimici eventuali (altri 1.200 € circa per 5-6analisi multiresidui complete, avanzano altri 600 euro per le burocrazie necessarie)…
DIRITTO DEL CONSUMATORE ALLA TOLLERANZA ZERO RESIDUI CHIMICI NEL BIOLOGICO
Laddove nei prodotti biologici dev’esserci assenza di pesticidi e non tolleranza, come oggi è previsto (illegittimamente, aggiungerei) a causa di cosiddette “derive” da parte dei vicini che usano pesticidi…
Ciò in quanto la legge prevede l’assenza di deriva, ovvero il diritto a non essere contaminati dai vicini che usano la chimica (non solo da parte degli agricoltori biologici bensì da parte di tutti i cittadini che vivono in zone rurali), i quali coltivatori chimici devono mantenersi almeno 50 metri all’interno dei propri campi (Sentenze dei TAR sui regolamenti fitosanitari comunali e intercomunali)… 50 metri che spesso non bastano a garantire l’assenza di derive chimiche causate dal vento e dalle piogge…
C’è una sentenza sulla tolleranza zero deriva di pesticidi del tribunale di Pistoia…
O, meglio, per i 50 metri di confine gli agricoltori convenzionali devono coltivare anche loro in Biologico
Pertanto è vero che molti prodotti biologici, soprattutto di provenienza estera, sono stati sequestrati come non conformi e che anche a livello nazionale vi sono dei problemi seri nel sistema di controllo e certificazione. Ma abbiamo tutti gli strumenti per risolvere la questione imponendo:
1. Assenza di residui chimici nei prodotti biologici
2. Potenziando il sistema di controllo utilizzando ad hoc i Fondi dei PSR Regionali
3. Utilizzando al meglio sistemi di verifica dell”Operato degli enti di controllo, perseguendo le omissioni anche ai sensi della legislazione penale in materia ambientale (legge 68/2015). A ciò è utile anche il foto-rilevamento satellitare e/o con viedeocamere di controllo aziendali, uso di Droni ecc… finanziabili attraverso i PSR Regionali
Siamo seri… almeno nel biologico…
Saluti cari rimango a disposizione per ogni necessità
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo 3474259872 www.agernova.it
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Il giorno 09/mar/2016, alle ore 21.23, r_marin1@virgilio.it ha scritto:
Le mie esperienze mi hanno portato a dubitare fortemente dell’autenticità di tutti i prodotti che ci vengono propinati per biologici !!!!!!!!! Non mi si dica che il loro controllo è rigido …………!!!!!!!!!!!
Il giorno 09/mar/2016, alle ore 20:39, altieri ha scritto:
Magnamoce na’ pizza… ma non più al Glifosate, grazie !!
BANDIAMO QUESTA ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA CHE STA DEVASTANDO LA SALUTE PLANETARIA, MODIFICANDO IL CLIMA PER LA DISTRUZIONE DELL’HUMUS DEI TERRENI E DELLA FOTOSINTESI
Ecco perchè scegliere solo prodotti biologici
Grano Manitoba, cosiddetto “di forza” (per la pizza) e farine di importazione da agricolture che consentono la pratica incivile di disseccare le coltivazioni prima della raccolta. Cereali, legumi, patate, ecc., sottoposte all’agente arancio “seccatutto” che crea scorretta concorrenza contro le zone agricole a maggior vocazione per le colture cerealicole e da granella in genere, ovvero il Mediterraneo, laddove le coltivazioni maturano e si asciugano al Sole.
Grano, per la pasta e per il pane, orzo per la Birra o per il bestiame… tutto al glifosate, dannosissimo per la salute e distruttore dell’ambiente… CON RESIDUI IN CONTINUO AUMENTO NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE (DATI ISPRA) E PARALLELO AUMENTO DI MALATTIE DEGENERATIVE (CELIACHIE, TUMORI, LINFOMI, STERILITA’, SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA, ECC ECC.).
E qualche pazzo lo ha autorizzato per disseccare i raccolti anche in Italia… verifichiamo chi è stato e fermiamoli.
C’è una commissione del Ministero della “Sanità” (o della Malattia se volete…) che decide per tutti… SULLA PELLE DI TUTTI.
RENDIAMO OBBLIGATORIA L’AGRICOLTURA BIOLOGICA E UTILIZZIAMO CORRETTAMENTE I FONDI EUROPEI DESTINATI A COMPENSARE I MANCATI REDDITI E MAGGIORI COSTI DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA.
ABBIAMO 12 MILIARDI ALL’ANNO DI FONDI EUROPEI PER L’AGRICOLTURA DAL 2016 AL 2020
NE BASTANO 7 PER RICONVERTIRE TUTTA L’ITALIA ALLA COLTIVAZIONE BIOLOGICA, GARANTENDO AGLI AGRICOLTORI IL 30% DI REDDITO IN PIU’, COSI’ COME PREVISTO DALLE NORME EUROPEE
MENTRE SPENDIAMO OLTRE CENTO MILIARDI ALL’ANNO PER MALATTIE DEGENERATIVE PROVOCATE DA OLTRE 300 PESTICIDI PRESENTI NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE CHE BEVIAMO…
… IL PIU’ PRESENTE E’ PROPRIO IL GLIFOSATE
GIUSEPPE ALTIERI, AGROECOLOGO
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Perché il glifosato è spruzzato sulle colture prima della raccolta?
http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3395:2016-03-07-14-55-38&catid=263:bioagricolturanotizie7marzo&Itemid=163
Il glifosato, l’ingrediente principale dell’erbicida Roundup della Monsanto, è riconosciuto nel mondo come il diserbante più usato. Ciò che non è noto è che gli agricoltori usano il glifosato anche su colture come grano, avena, mais, fagioli commestibili e altre colture proprio prima del raccolto, sollevando preoccupazioni che l’erbicida potrebbe essere presente nei prodotti alimentari.
Glifosato utilizzato per accelerare la mietitura del grano
Il professor Charles Benbrook, che ha pubblicato il documento sull’uso quantitativo del glifosato, conferma che la pratica di irrorazione sul grano, prima della raccolta, con il glifosato, noto come essiccante, è stata iniziata in Scozia nel 1980.
“Gli agricoltori avevano spesso difficoltà ad ottenere dell grano e dell’orzo completamente asciutti in modo uniforme in modo che potessero iniziare la raccolta- afferma il professore. “Così si avvicinò l’idea di uccidere il raccolto (con glifosato) una o due settimane prima della raccolta per accelerare l’asciugatura della parte bassa della spiga di grano”.
L’uso di pre-raccolta con glifosato consente agli agricoltori di raccogliere le colture fino a due settimane prima di come normalmente avviene nelle regioni più fredde, avvantaggiando le regioni più a Nord.
La diffusione di questa pratica avvenne, in seguito, nelle aree di coltivazione del grano del Nord America, come le province degli Stati Uniti e del Canada del Midwest superiore, quali Saskatchewan e Manitoba.
“L’Essiccazione forzata avviene principalmente in anni in cui le condizioni sono umide e il raccolto ha bisogno di tempo per asciugare”, ha detto Joel Ransom, un agronomo a North Dakota State University. Ransom sostiene quindi che i disseccanti per grano che contengono il glifosato è stato uno strumento utile per gli agricoltori.
“Aiuta ad accelerare l’asciugatura verso il basso e controlla le erbacce che infestano il grano che rallentano la pratica della trebbiatura”, ha detto. “Ha un ruolo importante nelle zone in cui c’è molta umidità.”
Ransom afferma che la pratica è aumentata nel corso degli ultimi 15 anni a causa del tempo umido, come ad esempio nel Dakota del Nord, che è lo stato leader di produzione di grano negli Stati Uniti.
Mentre è più comune negli stati del Midwest superiore dove c’è più umidità, l’essiccazione ha meno probabilità di essere fatta in aree più secche come Kansas, Oklahoma, Washington e Oregon.
Tutti gli agricoltori convenzionali disseccano il grano
Secondo un coltivatore di grano in Saskatchewan(Canada) i disseccanti di grano contenenti glifosato sono comuni nella sua regione. “Penso che ogni agricoltore non biologico in Saskatchewan utilizza glifosato ogni anno, sulla maggior parte dei propri acri di grano “, ha detto il contadino parlando a condizione di rimanere in anonimato.
Ha preoccupazioni circa la pratica: “Penso che gli agricoltori hanno bisogno di rendersi conto che tutte le sostanze chimiche che usiamo sono ‘cattive’ in una certa misura,” ha aggiunto. “Monsanto ha fatto una efficace lavoro di marketing sul glifosato, promuovendolo come ‘sicuro’ e ‘biodegradabile’ che gli agricoltori qui credono ancora sia così anche se tali affermazioni sono false.”
La stragrande maggioranza degli agricoltori in Manitoba, la terza provincia del Canada che produce più grano – da cui prende nome la famosa farina di grano tenero usata anche da noi- utilizzano molto glifosato sul grano, ha detto Gerald Wiebe, contadino e consulente agricolo. “Direi che il 90 al 95% di ettari di grano in Manitoba sono spruzzati in pre-raccolta con glifosato. L’eccezione si avrebbe solo in zone aride della provincia in cui i livelli di umidità al momento del raccolto non sono un problema “, ha concluso.
Una pagnotta di pane al glifosato
Eppure, ci sono ovvie preoccupazioni perché il glifosato sia presente nei prodotti alimentari.
“Ci è stato detto che questi (residui di glifosato) sono troppo piccoli per essere rilevati, ma ci possiamo credere?», Chiese il contadino Saskatchewan. “Penso che tutti, anche i contadini che utilizzano e amano il glifosato, non mangiarebbero un pezzo di pane con il glifosato”
Un altro contadino, Wiebe, condivide le preoccupazioni simili: “I consumatori non si rendono conto che quando acquistano prodotti di grano come farina, biscotti e pane, soprattutto integrali, si stanno esponendo a residui di glifosato “. “È barbaro mettere glifosato nel cibo un paio di giorni prima di raccoglierlo.”
Potete immaginare la risposta del pubblico se sapesse che il glifosato viene spruzzato sull’avena dei loro cereali per colazione Cheerios solo poche settimane prima che siano prodotti?
da: altieri [altieri@agernova.it]

Categorie: Il Contadino

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