Sulle voci che volevano un irrigidimento dell’Unione europea per l’aiuto economico al settore del pomodoro italiano non si sono trovate conferme, anzi l’assessore alle politiche agricole della Regione Campania Vincenzo Aita ha spiegato che “ le aziende di trasformazione del pomodoro non corrono il rischio di perdere l’aiuto comunitario. Sono 125 le aziende che l’assessorato all’agricoltura segue e le 17 che hanno avuto qualche problema dopo aver regolato le loro posizioni sono state immediatamente inserite nell’elenco delle ditte autorizzate a contrattare pomodoro. Inoltre gli stessi contratti che tutte le aziende hanno stipulato sono state regolarmente validati dalla Regione ed inviati con nota del 2 aprile 2004 all’ AGEA (Agenzia Erogazioni in Agricoltura).”Quindi gli unici problemi a cui possono incorrere tutte le aziende sono quelli derivanti dalla mancata ottemperanza del regolamento comunitario, nella prossima campagna 2004/2005 “. Mai smentita si accoglie con tanta soddisfazione anche perché quello che sta accadendo a due passi da noi, in Francia, non lascia tranquilli i produttori campani dell’oro rosso. L’acquisto della Cirio-Ce Rica, infatti, potrebbe essere cosa fatta, a breve tempo, per Liu Yi, patron dello Xinjiang Chalkis, presidente di Conserves de Provence, leader francese delle conserve, da lui acquistata per la quota del 55%. Un annuncio che non sorprende più di tanto, dal momento che i compratori italiani dei due prestigiosi marchi made in Italy non sembrano volersi strappare i capelli per mettersi in concorrenza. Quando ci sono crac come quello della Parmalat, purtroppo, il mercato diventa sempre più chiuso agli acquisti che, comunque, comportano rischi, a meno che non si abbiano fondi da poter anche permettersi di perdere, pur di raggiungere un mercato ambito come quello italiano. L’acquisto della Ciro de Rica, non sfugge, sarebbe un affare mondiale, vista la notorietà del doppio marchio. D’altra parte il ricco cinese Liu Lyi ha speso 7 milioni di euro per la ditta francese e in 5 anni ne ha fatto la seconda industria conserviera del mondo. Per di più si è ben piazzato in Europa, con la nemmeno malcelata intenzione di acquistare tutto quello che in questo campo gli si offre. Tant’è che il dinamico Liu Yi ha annunciato che nel futuro più prossimo ci sono già sei o sette importanti acquisti, tre dei quali in Europa. La Chalkis Tomato, in ogni caso, già insidia il primato europeo dell’Italia nel campo conserviero, che ora detiene il 58% del mercato dell’Unione, ma che può perdere senza nemmeno accorgersene, visto che sul piano del costo del lavoro la Cina batte tutti, dal momento che spende una tazza di riso e qualche spicciolo, per i suoi operai. Dal lontano Oriente, inoltre, si apprende che spesso gli operai sono pagati in natura…La Coldiretti lancia l’allarme e fa sapere che i tre quarti di concentrato di pomodoro del mercato cinese è importato in Italia. E snocciola le cifre dell’anno scorso. Ma non è finita, si è appreso che dalla Cina arriveranno in Francia 25mila tonnellate di concentrato, pari a 120mila tonnellate di pomodoro. In Italia pare non se ne siano accorti più di tanto, visto che nel 2003 ben 120mila tonnellate di concentrato di pomodoro sono giunte in Italia, più del 10% rispetto all’anno precedente. In Campania le cose, però, stanno diversamente e malumori, per quanto potrebbe accadere, già se ne avvertono in giro. Peraltro, dopo Milano, la più grossa colonia di cinesi sta proprio in Campania, nel triangolo San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro V. e Palma Campania, dove proprio un cinese è pure presidente della locale squadra di calcio che aspira ad andare in B. Ed è noto che la rappresentanza cinese, è impegnata nel settore tessile. Per ora, perché la coltivazione del pomodoro San Marzano è proprio a due passi. Pure gli stabilimenti dove si lavora il pomodoro. Non c’è niente di strano se qualcuno che ha più risorse ed acume per il commercio ci prova, quello che non si capisce è perché in questo nostro paese deve essere concesso solo agli stranieri. Agli italiani no; parlare con le banche per saperne di più. (Nota di Gianpaolo Necco, inviata alle Arga)


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