Il piano per salvare la Cirio c’è, anche se non proprio definito. Inoltre, pare che le proiezioni rilevate a pochi giorni dall’assemblea del 31 luglio (ma si prevede che slitterà ancora), dicano che gli azionisti voteranno per il no al piano di salvataggio. C’è, inoltre, scetticismo sulle intenzioni del gruppo turco Cukurovas di rilevare il marchio che fece del pomodoro napoletano la sua fortuna internazionale. C’è la possibilità di un intervento del governo ed il ministro per le politiche agricole, Gianni Alemanno, si è incontrato con il presidente della Cirio, Giovanni Fontana, e il consigliere delegato, Roberto Colavolpe. Alemanno ha garantito l’interessamento per fronteggiare la situazione e ha chiesto a Sviluppo Italia di verificare la possibilità di intervenire nella campagna di trasformazione del pomodoro. Il salvataggio industriale però, potrebbe venire proprio all’ultimo minuto dall’amministratore delegato dell’Euroconserve di Ferrara, Carlo Ronchi, che s’è fatto avanti con un’offerta finanziaria definita interessante. Se queste iniziative falliscono resta la nomina di un liquidatore che avvierebbe la cessazione dell’attività. Il Ministro Tremonti dice che per la Cirio è stata elusa la normativa per il rimborso dei bond e che i risparmiatori vanno tutelati, lasciando le porte aperte ad un intervento governativo. Il Ministro Marzano non si sbilancia: calma, dice, non siamo ancora al fallimento.


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