L’arte moderna per essere capita ha bisogno di tempo. L’arte intesa come momento di osservazione e di riflessione. Ma un edificio per l’arte della musica beh, quello ci vorrà più tempo per leggerlo bene nel suo significato. E’ quello che sta accadendo a Ravello, dove l’idea di un auditorium sospeso tra cielo e mare nella suggestiva e, diciamolo pure, divina cornice della costiera amalfitana, prima ha raccolto consensi e ovazioni ( e pure qualche genuflessione) e poi ora comincia a far storcere il naso a qualcuno, che magari è il proprietario di un suolo da edificare diversamente, oppure di qualche associazione ambientalista, risultata assente al momento di pronunciarsi. L’arte comunque resta, si fa e si farà guardare. Dopo, tutti a dire ooooh!, ma sarà tardi per chi non s’è allineato, che resterà, nel piccolissimo centro abitato di Ravello, persona da additare e bollare a vita come bastian contrario. Com’è bella la città.


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