Inaugurazione a Pozzuoli della Mostra personale dell’artista salernitano Vincenzo Vavuso

Aperta da un’esibizione del Junior Company Ballet del Liceo Coreutico Alfano I di Salerno, sabato 20 giugno p.v., alle 18,30, presso l’Atélier Controsegno, a Pozzuoli, (in via Cumana 201, vicino alla stazione Cumana Dazio), sarà inaugurata la mostra “Strutture estreme” dell’artista salernitano Vincenzo Vavuso.
Interverranno il critico Angelo Calabrese, il prof. Franco Bruno Vitolo, e naturalmente l’Artista, reduce da un’apprezzata esposizione alla Trispace Gallery di Londra.
Nel corso della serata sarà anche possibile assistere ad un video riguardante il percorso artistico di Vavuso, caratterizzato da spettacolari opere “choc” di protesta contro la colpevole emarginazione della Cultura operata da una società corrotta, indifferente ed incoscientemente autolesionista.
La mostra si chiuderà domenica 12 luglio, con una manifestazione nel corso della quale l’Associazione Art et Ballet di San Prisco (Caserta) si esibirà nella performance L’Arte in… polvere, di Patrizia Di Matteo, e sarà presentato il libro d’Arte di Vincenzo Vavuso, Rabbia e silenzio.
Info: +39 3332191113 – controsegno@libero.it – FB: Atelier Controsegno

Vincenzo Vavuso, salernitano, si è formato nel culto della pittura figurativa del grande Ottocento napoletano e si è raffinato attraverso la conoscenza dei maestri dell’informale contemporaneo, come Paladino, Emblema e Spinosa.
Anche per questo la sua produzione, iniziata con la pubblicazione di un libro illustrato sulla pittura napoletana degli ultimi due secoli (La pittura espressione di noi stessi, ed. Terra del Sole, 2012) e con opere in cui dominava l’elemento materico in composizioni informali a tinte forti, ha maturato negli ultimi due anni uno stile nuovo e una qualità che gli hanno fatto guadagnare numerosi riconoscimenti (tra cui l’inserimento di un’opera nel nascente Museo di Arte Moderna e Contemporanea del Friuli) e mostre prestigiose in Italia (Salerno, Roma, Gualdo Tadino, alla Galleria delle zattere di Venezia e alla Galleria 20 di Torino) e anche all’estero (alla Trispace Gallery di Londra e all’Hotel Hilton di Dubai).
Sono le opere della serie Rabbia e Silenzio: cromostrutture, o pittosculture, materiche, di forte impatto visivo armoniosamente disarmonico, caratterizzate con chiarezza da un tema dominante ed attuale: il maltrattamento e l’emarginazione a cui nella moderna società distratta, corrotta e superficialmente tecnologica, viene sottoposta la Cultura, baluardo della dignità umana. Tale violenza viene rappresentata dalla presenza costante di pagine di libri, o di fogli, gualciti, bruciacchiati, tagliati da agenti simbolici come scarponi, seghe, trapani, ragnatele, con corollari altrettanto simbolici come grumi rosso sangue, occhiali e vetri spappolati, alberi inariditi.
Questa serie è stata recentemente integrata dalla nuova produzione Spider Art, in cui, pur conservandosi la tematica dell’emarginazione della Cultura attraverso segni di pagine maltrattate, la forma diventa più agile, elegante e geometricamente circoscritta, per la presenza di leggere ragnatele metalliche rettangolari che non si poggiano su nessuna tela, il che esprime contemporaneamente la drammatica sospensione del momento ma anche la possibilità e la necessità di un sostegno che dia sfondo visivo e corra in aiuto sociale.
Le due serie rappresentano il nucleo fondamentale delle oltre trenta opere che saranno esposte alla Galleria Controsegno. Il titolo della manifestazione Strutture estreme, non nega il messaggio, ma ne rafforza l’arco di retroterra culturale: infatti le opere di Vavuso sono reperti quasi arcaici per la visceralità atavica delle forme e nello stesso tempo sono profetiche perché attraverso queste forme lanciano un avvertimento e un messaggio contemporaneo, inducendo a una profonda riflessione e spingendo all’azione, per salvare le qualità primordiali dell’uomo, oggi minacciate dalle grinfie di una società superficiale senza un’identità solida e gratificante.
Le opere di Vavuso sono moderne e di impatto immediato: parlano chiaro, nella tradizione della comunicazione creativa, e nello stesso tempo con le loro stilizzazioni, metafore e composizioni materiche in libertà, si collocano nel pieno dell’arte contemporanea. Sono belle e provocatorie… e sono anche “controsegno”. Sono le opere che non c’erano, così come Vavuso è l’artista che non c’era…
da: francobruno vitolo [francobruno.vitolo@gmail.com]

————————————-
CAVA dei T.(SA). Il 28/2/2015
————————————–
il Premio Mamma Lucia a Regina Catrambone e Suor Teresa Martino Donne Cor
Cava de’ Tirreni – Al traguardo il Premio Mamma Lucia: Regina Catrambone e Suor Teresa Martino Donne Coraggio 2015 – La cerimonia il 28 febbraio a Palazzo di Città.
Sta giungendo felicemente in porto la V edizione del Premio Mamma Lucia alle Donne Coraggio, patrocinato dal Comune di Cava de’ Tirreni, ideato da Antonio Armenante ed organizzato da un Comitato Cittadino formato dalle Associazioni Punto Pace Pax Christi, Caritas Diocesana, Eugenio Rossetto, VersoCava, con il sostegno delle sezioni Lions e Rotary di Cava, la partecipazione degli Sbandieratori Cavensi e la sponsorizzazione dell’AST di Cava de’ Tirreni, oltre che delle aziende Grafica Metelliana e Ceramiche Arcea.
Il Premio, come è noto, intende promuovere e far conoscere le azioni delle donne che con coraggio operano nel nome della Pace e della Solidarietà, valori di cui la cavese Mamma Lucia, simbolo della maternità universale (come è noto, ha recuperato e restituito alle famiglie oltre seicento salme di soldati, amici e “nemici”, caduti nella Seconda Guerra Mondiale), ha offerto un’immagine straordinaria.
Di altissimo livello e prestigio sono le due donne prescelte per l’edizione 2015.
Per la sezione Premio Mamma Lucia alle Donne Coraggio, dedicata alle donne che si sono impegnate in azioni di solidarietà nazionale o internazionale, il riconoscimento è stato assegnato a Regina Catrambone, una signora Italo-maltese che a proprie spese ha fondato un’Associazione (MOAS) e attrezzato una nave (MOAS) per raccogliere ed assistere i migranti naufragati nel corso delle avventurose e pericolosissime traversate del Canale di Sicilia.
Per la sezione Carmela Matonti, dedicata alle persone impegnate in azioni di solidarietà in campo sociale, ma che provengano dal mondo dei media o dello spettacolo, la Targa 2015 spetterà a Suor Teresa Martino, un’ex attrice ben nota negli anni Sessanta sulle scene della RAI e sui grandi palcoscenici, di Milano e non solo. Abbandonato il mondo dello spettacolo, Suor Teresa, al fianco di Fratel Ettore (da poco
scomparso), dedicò la sua vita all’accoglienza ed all’assistenza dei senza fissa dimora, fondando e gestendo, sotto la stazione di Milano, un Istituto che oggi ha anche della succursali internazionali (es. in Colombia).
La cerimonia di consegna delle Targhe avverrà sabato 28 febbraio, dalle ore 9 in poi, nella sala del Consiglio Comunale, alla presenza del Sindaco, delle più alte autorità cittadine e dei membri del Comitato organizzatore. E precederà, si spera di pochi mesi, l’inaugurazione del costituendo, buono e giusto e da sempre agognato Museo Cittadino dedicato alla nostra indimenticabile “Madre dei caduti”.
Mamma Lucia (alias Lucia Pisapia – Apicella), popolana, è una figura amatissima a Cava de’ Tirreni. Nel Secondo Dopoguerra, negli anni successivi allo sbarco alleato (avvenuto nel mare di Salerno di fronte all’entroterra cavese), compì un gesto nobilissimo di valore universale che a suo modo abbatteva l’idea di nemico e denudava la guerra. Quando si placò la tempesta della Seconda Guerra Mondiale, Lucia, insieme con l’amica Carmela Matonti, armata di badile, pazienza e amore, ripetendo a tutti: Non esiste nemico! Mai più la guerra! So’ tutti figlie e mamma!, per mesi, per anni, mossa dalla fede, percorse il territorio alla ricerca dei corpi dei soldati caduti durante la lunga battaglia che vide il tentativo, poi riuscito, delle truppe alleate di sfondare le linee difese dai soldati tedeschi sulle colline salernitane e cavesi.
E furono circa 800 “i figli di mamma” che restituì alle mamme d’Europa, soprattutto della Germania.
Nella prima sezione sono state finora premiate Angelica Calò Livné e Maisa Baransi Senora (un’israeliana ed una palestinese impegnate in loco per la pacificazione), Suor Rita Giaretta (che nella zona di Caserta opera per il recupero delle migranti prostituite e schiavizzate), Manina Consiglio (che ha realizzato delle scuole per i villaggi del Madagascar), Simona Torretta (una delle “due Simone”, operatrici di Pace rapite in Iraq), Suor Eugenia Bonetti (coordinatrice nazionale degli istituti religiosi che operano per l’assistenza ed il recupero delle migranti emarginate e/o prostituite).
Nella seconda sezione sono state premiate Lella Costa (per il suo impegno artistico e le sue scelte in sintonia con gli scopi del premio), Lolita D’Arienzo (una cittadina di Cava, ex ballerina, paralizzata dalla SLA, che con il solo battito delle ciglia è riuscita a scrivere tre libri, oltre che poesie ed epistolari, e ad organizzare anche due spettacoli teatrali), Teresa De Sio (cantautrice di alto livello, che sposa l’attività musicale con l’impegno civile).

da: francobruno vitolo [francobruno.vitolo@gmail.com]

Categorie: Mostre

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *