Questa storia di ladri di antichità va raccontata. Qualche notte fa, alcuni ladri che due mesi fa avevano trafugato un antico pozzo pompeiano dagli scavi, dovevano prelevarlo dal posto dove lo avevano nascosto, per trasferirlo nelle Marche (!) dove abita il collezionista che lo aveva commissionato. Ma i carabinieri erano appostati a Civita Giuliana, dietro gli scavi pompeiani, e aspettavano di intervenire. Cosa che i banditi hanno subodorato cercando una manovra per distrarli. Hanno buttato la ruota di pozzo giù dal furgone a dei complici che avrebbero dovuta recuperarla mentre loro si lasciavano inseguire dai militi. I ladri sono fuggiti ma i carabinieri hanno preso il reperto, nel frattempo andato in frantumi ma riparabile. Ora l’amministratore dell’Azienda di soggiorno e turismo di Pompei torna a sbraitare più di prima: subito la telesorveglianza. Pazienta ancora un po’, Necco, fino a febbraio. Vedrai che dopo qualche altro furtarello, rigorosamente commissionato, finalmente qualcuno si deciderà a mettere in funzione questo benedetto servizio di cui abbiamo appena parlato ieri l’altro. E i custodi chiedono nuovi turni di vigilanza per evitare che poi si addebiti a loro quanto di peggio accade negli scavi. Ma il manager ancora non ha messo nero su bianco, e mentre lui sfoglia la margherita, a Roma già pensano di eliminare i manager di Roma e Pompei, riportando tutto alla competenza statale. Cioè ritornando ad un passato che nessuno pensava più di dover rivedere. Caro sindaco Veltroni (quello di Pompei è stato tolto di mezzo) e ora che si fa?


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