La città degli scavi e quella del santuario finalmente insieme per un rilancio in grande stile del nome Pompei. Le premesse ci sono tutte, e il patto sottoscritto dal Commissario straordinario comunale, Luigi Armogida, l’amministratore dell’Azienda di Soggiorno, Luigi Necco, il neo vescovo di Pompei, Carlo Liberati, e il soprintendete dell’area archeologica, Giovanni Pietro Guzzo, per la nascita di un Osservatorio, cui presentare e realizzare tutte le proposte per il rilancio delle due città, sembra aver avviato le cose per il verso giusto. Ne traggono speranza tutti quelli che auspicano il ritorno di un turismo culturale e religioso, possibilmente stanziale, rifuggendo dal mordi e fuggi, anch’esso piuttosto appannato, dopo la chiusura di importanti strutture ricettive ma anche per l’assalto della malavita che ha preso di mira i luoghi antichi e quelli sacri. L’installazione di telecamere a partire da marzo su gran parte del territorio da rilanciare, è già un buon segnale; il pattugliamento delle forze dell’ordine comincia a dare i suoi frutti, con la diminuzione dei fenomeni malavitosi: Tuttavia, serve qualche manifestazione di alto spessore che funga da attrattore per il turismo. A Pompei c’è tutto, allo stato potenziale, mancavano sinergie e soldi, utili per dare una bella spinta alle buone intenzioni. Non resta che augurare, a tutti coloro che si sono impegnati a farlo, un proficuo lavoro, che sia denso di soddisfazione. Anche se va detto che non agevola il fatto che si voglia far tornare sotto l’egida governativa le competenze riguardanti l’amministrazione degli scavi: non sfugge a nessuno che quei soldi, non filtrati (quindi decurtati) attraverso i tanti passaggi istituzionali, avrebbero aiutato anche in questa occasione. A proposito, Necco e Guzzo, che ne direste di una bella stagione dei classici del teatro greco negli antichi teatri? Da piccolo ricordo che non c’era un posto a sedere, vabbè che non pagavo, ma ora c’è anche l’anfiteatro…


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