25 gennaio 2004 – Pesca: l’attrezzatura della pesca di fondo(2).
Ve ne sono di moltissime forme, riconducibili a due tipi fondamentali. Per le acque mosse, si utilizza un galleggiante a pera, più o meno affusolato che oggi viene confezionato in leggerissimo legno di balsa, ma vanno bene anche i tradizionali galleggianti di sughero; per le acque calme e stagnanti si preferisce generalmente un tipo più sottile, a penna. In linea di massima si tenga presente che minore sarà il diametro dell’accessorio, e più evidenti risulteranno gli attacchi del pesce all’esca.
Il galleggiante è fatto in modo da poter scorrere lungo la lenza: la sua posizione non è fissa, ma varia a seconda della profondità in cui normalmente vive il pesce che si intende catturare . E per determinarla, un pescatore esperto usa scandagliare il fondo, attaccando all’amo un’apposita sonda di piombo mentre il galleggiante viene tirato molto in su lungo la lenza. Una volta che la sonda ha toccato il fondo, il pescatore saprà come regolare l’altezza del galleggiante perché la parte della lenza immersa sia di misura conveniente.
Può essere che per il suo stesso peso più quello dell’esca, l’amo si mantenga alla giusta profondità, ma può darsi anche di no; e allora occorre zavorrare il terminale, inserendovi dei piombini appositi, che dovranno tuttavia essere convenientemente distanziati dall’amo per non svegliare la sospettosa vigilanza del pesce.
In commercio, si trovano lenze già preparate, in modo del tutto soddisfacente, alle quali il principiante può ricorrere con ogni fiducia. Ciò non toglie che un esperto pescatore desideri preparare da sé il proprio materiale; così come un principiante comincerà a nutrire per sé stesso un certo rispetto quando avrà imparato l’arte di fissare come si deve un amo al terminale.
A questa, che è l’attrezzatura fondamentale, vanno aggiunti i ricambi, poi le scatole per le esche, il cestini per la preda e anche una reticella, il guadino, che servirà a portare a terra i pesci di grossa taglia presi all’amo.
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