Dopo la lunga notte terminata all’alba di giovedì, l’Italia ha vinto la battaglia del tabacco e dell’olio ottenendo 1052 milioni di euro fino al 2013, da poter utilizzare per entrambi i settori. Ed ecco i termini dell’accordo dopo la riforma. Per l’olio che conta 978mila aziende italiane, la riforma consente un anno di proroga dell’attuale regime, mentre dal 2006 fino al 2013 la riforma rappresenta un netto miglioramento della condizione operativa delle 978mila aziende produttrici di olive. Il disaccoppiamento può essere elevato dal 60 al 100% eliminando qualsiasi pratica burocratica per ottenere gli aiuti e una maggiore forza negoziale nei confronti del commercio internazionale di olio. Il 10% di tutto l’aiuto, pari a 71,9 milioni di euro, contro gli attuali 16 milioni, andrà per le politiche di qualità e per il rafforzamento della filiera valorizzando l’associazionismo dei produttori,: Su questo sarà necessario precisare meglio la normativa per evitare che queste ingenti risorse attraggano manovre speculative. Per il tabacco che conta 26.600 produttori in Italia e un indotto di 134.500 occupati nei settori agricolo e industriale, la riforma consente un anno di proroga dell’attuale regime e 4 anni di transizione fino al 2009, in cui si garantisce il 60% di aiuto accoppiato e il 40% dell’aiuto disaccoppiato per tutte le imprese, mentre è garantita una maggiore flessibilità per le imprese che non producono varietà di tabacco pregiate. In Umbria, Campania, Veneto e Toscana si continuerà a produrre garantendo gli occupati nella filiera. Nel Salento si potrà avviare da subito la riconversione. Nel 2009 è prevista una revisione della normativa che potrebbe prolungare ulteriormente il regime transitorio. Questo periodo deve quindi essere utilizzato dalla filiera per rilanciare il settore. Sono stati avviati contatti con le multinazionali manifatturiere per ottenere una maggiore remunerazione di mercato per i nostri produttori. (Nota di Gianpaolo Necco, inviata alle Arga)


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