E’ cominciato alle 7,20 di oggi il transito di Venere sul Sole ed è terminato alle 15,30. Un evento straordinario verificatosi l’ultima volta 122 anni fa e che non si ripeterà fino al 2247. Venere è apparsa come una sferetta scura 33 volte più piccola del disco solare. Lo spettacolo è stato visibile da ogni zona d’Italia per tutte e 6 le ore della sua durata con tanto di occhiali scuri per non danneggiare irrimediabilmente la retina. Gli esperti avevano consigliato di utilizzare vetro per saldatori molto scuro, oppure di filtri per osservazioni solari. Telescopi puntati su Venere da questa mattina, dunque, alla ricerca di nuovi dati utili ai cosiddetti «cacciatori» di pianeti, astronomi e bioastronomi specializzati nella ricerca di pianeti simili alla Terra all’esterno del Sistema Solare. L’appuntamento con la mini-eclisse provocata dal transito di Venere sul Sole non è stato solo una curiosità, ma l’occasione per osservazioni altrimenti impossibili rispetto all’ultima volta in cui è avvenuto l’evento, 122 anni fa. «Studiare il passaggio di un pianeta su una stella fornisce dati utili per la ricerca sui pianeti extrasolari», ha osservato l’astronomo Mauro Messerotti, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) presso l’osservatorio di Trieste. Quelle rilevate oggi, durante la mini-eclisse, sono misure tanto delicate quanto promettenti. «Al momento, infatti, non è possibile avere immagini dirette di pianeti extrasolari, ma quelli che hanno le dimensioni maggiori vengono evidenziati dalle perturbazioni nel moto delle stelle», ha osservato l’astronomo. Sono più di cento i pianeti esterni al Sistema solare finora noti, ma «attualmente – ha aggiunto Messerotti – pianeti di tipo terrestre sono difficili da rilevare, ma si possono determinare deboli variazioni nella luminosità quando un pianeta simile alla Terra passa davanti a una stella».


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