I tecnici di sovrintendenza e del Comune di Napoli finalmente sembrano aver trovato un’0intesa sui reperti archeologici trovati nelle due stazioni metrò di Napoli. La prima stazione, quella di piazza Nicola Amore, dove sono state trovate colonne alte nove metri che fanno parte del Gymnasium, per le Olimpiadi, verrà circumvallata in modo da lasciare al centro la zona archeologica; l’altra, quella della piazza municipio, comporterà meno problemi ma per riportare alla luce le antiche barche ci vorranno ancora 4 mesi e pare che i cantieri del metrò potranno ugualmente continuare ad operare nei due siti. Intanto si è appreso che il museo dei treni di Pietrarsa, a san Giovanni a Peduccio (Napoli) attualmente interessato a lavori di restauro, riapre in autunno. Due anni di restauri e le ferrovie dello stato si sono impegnati ad investire 900mila euro l’anno per il suo mantenimento in funzione. Il Consiglio comunale ha detto sì a due grandi eventi: magio dei monumenti e festa di Piedigrotta. Per il maggio dei monumenti che inizierà il 24 aprile e occuperà i sabato e domenica fino al 31 maggio, all’insegna del tema “Napoli e dintorni: l’incanto dei sensi”, è scesa in campo anche la Fiat come sponsor che ha deciso di inviare decine di vetture per farle utilizzare dai visitatori per raggiungere i percorsi d’arte. Un feeling tra Napoli e la Fiat che dura da sempre: la nostra città, infatti, è tra le principali acquirenti di autovetture torinesi e la cosa meritava un premio. I dettagli di questa operazione a giorni. L’altra decisione comunale riguarda l’istituzione di un museo della canzone napoletana e il ritorno dell’antica festa di Piedigrotta, sospesa da parecchi lustri che tornerà a rivivere con percorsi nuovi e mezzi e finalità cambiate e migliorate. Una commissione comunale si metterà all’opera, valendosi di esperti dei due campi (canzoni e feste) per riportare in città un po’ di quell’atmosfera gioiosa che da un po’ di tempo a questa parte manca quasi del tutto al nostro popolo solare. Siamo diventati tristi, è vero, ma la colpa un po’ è nostra, un altro po’ del caro vita, e anche di chi non cerca di alleviare queste nostre penose incombenze quotidiane. Ma forse è giunto l’atteso momento. (Nota di Gianpaolo Necco, inviata alle Arga)


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