Come si faceva ad ignorare che sotto il porto romano, a piazza Municipio, c’era un porto greco? Tutti i libri lo portano, persino la Regina Carolina, austriaca puro sangue, lo disse, quando fece incendiare, nel 1798, le navi alla fonda nel Maschio Angioino, prima che se le prendessero i francesi che venivano a dare una mano ai giacobini napoletani nella rivoluzione più insanguinata di quel secolo. E vuoi vedere che trovano anche quelle? E c’è ancora una notizia di quelle che lasciano a bocca aperta: nella cartografia di Bartolomeo Capasso, in via Anticaglia, sono indicati i resti di un teatro dove probabilmente si esibì Nerone. A piazza Mercato, Capasso posiziona l’antico ippodromo; ancora nessuno ci ha provato a fare un fosso. Un buco qua e uno là e Napoli riscopre e riscrive la sua storia. All’insegna del “datemi un piccone” e vi scopro un tesoro. Al Comune un bel vertice tecnico tra addetti ai lavori per studiare due varianti, una al porto e l’altra a piazza Nicola Amore, per far godere ai posteri le antichità ritrovate. Una buona notizia: non si licenzia nessun operaio dei cantieri perché i soldi arriveranno.


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