Pesce grande mangia pesce piccolo. Si potrebbe sintetizzare così la vicenda che vede uno di fronte all’altro la libreria Colonnese e il proprietario dei locali, il Conservatorio San Pietro a Maiella. Quest’ultimo,occorrendogli i locali per completare gli insediamenti interni del conservatorio, ha inviato letera di sfratto alla libreria-casa editrice. Naturalmente s’è sollevato un polverone con petizioni a favore di Colonnese che a Napoli e in quel pezzo della vecchia Napoli ci sta da decenni, ma il parere fornito dall’Avvocartura di Stato a cui s’è rivolto il soprintendente ai beni culturali èp stato categorico: il Conservatorio esercita una funzione di alta cultura e la libreria nella scala di quel valore, è seconda. Per cui va via. Non c’è appello che tenga. Così, dopo aver mobilitato l’intera città affinché lo sfratto non avesse luogo bisognerà arrendersi. La considerazione, forse scontata, non è amara: oggi la libreria è intesa come luogo per passarvi il tempo libero, leggendo, sorbendo un caffè e discutendo degli ultimi autori quando non di quelli vecchi. Feltrinelli lo ha capito è ha aperto un locale così sia a piazza dei Martiri sia ammodernando il negozio al Ponte di Tappia. Wanderling, in piazza Bellini ha dato il via col bookcafè e non si capisce perché Colonnese non possa adeguarsi. I suoi libri sono bellissimi, interessantissimi, varrebbe la pena di farceli gustare, magari con caffè e pasticcini, in ambienti più ospitali. (Nota di Gianpaolo Necco, inviata alle Arga)


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