E’ una vita che il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania dice che nella nostra regione si legge poco. E’ da anni che da quando la tv è passata al colore, che è sorta la libera concorrenza, che è nato internet, che ci sono gli sms telefonici, che la gente di parole scritte non ne vuole più sapere. Chi non prende atto di questo vuol dire che vive da qualche altra parte dove tutte queste innovazioni tecnologiche non esistono. L’informazione? Quella c’è a tutti i minuti di ogni ora su radio e tv. I giornali ancora si difendono perché ci sono approfondimenti di cui i mezzi telematici non possono tanto fregiarsi se non a determinate e scomodissime ore notturne. Ora, con tutto questo po po’ di negativo, nel campo dell’editoria c’è chi si ostina ancora ad allestire mostre di libri destinate a fallire. Come l’ultima Galassia Gutenberg alla Mostra d’Oltremare. E’ triste doverlo riconoscere, ma è così. I libri si vendono solo come i giornali panini: insieme a qualcos’altro. Allora, visto che ormai c’è solo da risalire la china, qualcuno, prima di darci appuntamento alla solita manifestazione fallimentare, si affidi a qualche manager(dio com’è di moda questa parola!) della comunicazione e prepari un bel programma di cose stimolanti da proporre al pubblico, oltre ai libri, naturalmente. Si vada in mezzo alla gente che vuole novità, si esca dalla mostra, e si entri in città. Questo significa: cambiate proprio modo di fare, sennò, sono solo soldi buttati per pagare spazi e stand. E gli autori staranno solo a guardare, proprio come le stelle di Cronin.


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