E’ di qualche giorno fa la notizia che Carlo Rubbia, Nobel per la fisica, ha dato il via ai lavori di una grande centrale all’idrogeno,nel siracusano. Con un fronte di 3 km e una profondità di 200 metri, si possono installare pannelli solari in grado di accumulare energia pulita utile ad un paese di 20mila abitanti. Niente più petrolio per alimentare la centrale ma solo energia solare: la più pulita ed innocua che c’è. Il guaio è che in questa nostra penisola, di km di terreni liberi ce ne sono davvero pochi e non si sa quanto questa iniziativa siciliana possa trovare applicazione nel resto del paese. Forse in Calabria, in Puglia e in Sardegna, ma in tutte le altre regioni sarà un bel problema trovare aree libere per ospitare questi impianti che non saranno costosi, ma solo ingombranti. Parlando di idrogeno, poi, lo scienziato Jeremy Rifkin, di passaggio per Roma, ha detto che questo gas può arrestare la glaciazione. La teoria è abbastanza semplice: intanto si recupera l’idrogeno dalle fonti energetiche rinnovabili, poi si pensa a frenare la glaciazione mediante processi chimico-fisici in gardo di ottenere l’effetto desiderato. L’Accademia delle scienze, infatti, ha studiato tutti i dati geologici e ha scoperto che in realtà la temperatura non aumenta ad un ritmo costante, ma può mutare in modo radicale e repentino. Ben un terzo del cambiamento della temperatura registrata dall’era glaciale, 15mila anni fa, all’era moderna, si è verificato in appena 10 anni. Ora, secondo Rafkin, esistono le tecnologie necessarie per superare il regime attuale, esclusivamente baasto su combustibili fossili, nel giro di 25-50 anni, e passare ad un nuovo sistema basato sull’idrogeno vrde. Deve realizzarsi una terza rivoluzione industriale che metta in collegamento la produzione di energia verde e il mondo dell’informatica. Come si riesce ad ottenere una condivisione di informazione su Internet, file-sharing, così si deve realizzare una rete di diffusione di energia. Per Rafkin, che ha lavorato con Romano Prodi come consulente scientifico della Commissione Europea, l’Europa è l’unica in grado di realizzare questa rivoluzione, con uno sforzo economico che deve essere fatto in materia energetica e ambientale.


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