L’Unione europea ha imposto il pagamento del ticket a chi va a prendere a prestito libri nelle biblioteche pubbliche dei paesi membri. Hanno contravvenuto alla disposizione europea (direttiva n.100 del 1992) Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo e Italia che sono state puntualmente sollecitate ad attuare la direttiva. L’Ue aveva previsto anche che potessero essere esonerate dal pagamento alcune categorie di istituzioni dal pagamento delle remunerazioni, ma visto che i sei paesi di cuisopra ne avevano esteso la facoltà a tutti, è arrivata la rampogna. Immediata la levata di scudi delle associazioni dei consumatori dei sei stati: non è questa l’europa che avevamo sognato. Da una parte si sprecano fiumi di parole sull’educazione, sull’accesso alla cultura per tutti, dall’altra si sbarra la strada a chi non ha i mezzi per comprarsi i libri. Contrari bibliotecari e anche librai: se un libro si deve pagare per leggerlo, tanto vale comprarlo.Ma già si guarda ad un non più virtuale futuro quando per leggerlo in biblioteca il libro comunque bisognerà pagare il ticket. Ha detto bene Mauro Giancaspro, direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli: “si potrebbe dire che siamo prossimi alla follia se non fossimo, invece, sull’orlo più pericoloso del ridicolo”. Ma a questo punto è come piangere sul latte versato: i nostri rappresentati europei avrebbero dovuto tutelarsi senza approvare questa direttiva, subendola l’hanno accettata. Speriamo nelle prossime elezioni che porti uomini meno affaristi e più amanti della cultura, quella con la c maiuscola. (Nota di Gianpaolo Necco, inviata alle Arga)
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