Non fu sempre così la terra, anzi fu molto diversa prima che l’impatto di un asteroide sul pianeta ne distruggesse luoghi, flora e fauna. Secondo alcuni scienziati americani, appartenenti al gruppo capeggiato da Luanne Becker dell’Università di California di Santa Barbara, la terra fu colpita da un asteroide 250milioni di anni fa in Australia, e l’urto provocò un buco di 250 km di diametro. Ci furono effetti a catena che provocarono la scomparsa del 90% degli animali marini e l’80% dele specie terrestri. Volendo frae un paragone dell’enorme massa che colpì la terra si potrebbe dire che era grande quanto il Monte Everest. Il cratere di 250 km. di diametro è stato scoperto al largo delle coste dell’Australia Nord occidentale e la caduta del “sasso” ha determinato profondi sconvolgimenti geologici, e molto probabilmente causò una serie di eruzioni a catena. L’estinzione di specie viventi fu senz’altro la più grande mai verificatasi sulla terra e fu anche il momento di passaggio tra il periodo noto come Permiano e quello chiamato Triassico. Ma la caduta dell’asteroide pare che non sia stata l’unica causa del cambiamento geografico del pianeta. Infatti all’epoca la terra era diviso da un super continente , la Pangea, che raggruppava tutte le terre emerse e in un super oceano, il Panthlassa, che la circondava. L’urto scatenò, con tutta probabilità, una serie di esplosioni ed eruzioni che provocarono la rottura della Pangea. Sparirono i trilobiti, crostacei dell’epoca, padroni delle coste e degli abissi marini, tant’è che non si sono trovati i loro fossili negli strati geologici successivi ai 250milioni di anni fa. Da notare che l’ampio giacimento di quarzo trovato nei pressi della zona dell’impatto ha consentito agli scienziati di arrivare a questa conclusione, partendo dal fatto che solo pochi eventi naturali riescono a creare cristalli di quarzo del tipo ritrovato in Australia. Altra voce, ma contraria, è quella di uno scienziato inglese, Michael Benton, dell’Università di Bristol, che sottolinea la mancanza di un elemento molto raro sulla terra ma sempre presente negli asteroidi, l’iridio, che invece è stato trovato nel cratere di Chicxulub in Messico, ed è legato alla scomparsa dei dinosauri, causata da un corpo celeste caduto 65 milioni di anni fa. Ma l’estinzione del Permiano è legata anche ad un’altra ipotesi: i cambiamenti climatici, avvenuti in due fasi. Prima una serie di eruzioni vulcaniche, con colate di basalto che si sono trovate in Siberia, che avrebbero emesso grandi quantità di polveri e gas serra nell’atmosfera, abbassando inizialmente la temperatura. Poi, i gas avrebbero invertito il trend, facendo risalire la colonnina di mercurio. In circa 40mila anni l’effetto combinato di queste variazioni avrebbe annientato le specie terrestri. In mare, invece, la vita continuava fino a che il gas metano, improvvisamente congelato sul fondale marino, per effetto del progressivo riscaldamento, non sarebbe tornato nella sua forma gassosa, provocando in 5mila anni la scomparsa del 90% delle specie marine. Il dubbio sull’ipotesi del gruppo della Luanne Becker resta ma nessuno si azzarda a dire che l’ipotesi è sbagliata. Avete idea di cosa siano 250mila anni? Mah.


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