Il Tartufo bianchetto di Castel Volturno, il cui nome scientifico è Tuber Borchii, entra ufficialmente nell’Elenco Nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, grazie all’impegno di un’equipe di professionisti e all’attività svolta dalla Regione Campania.
Fondamentale il contributo delle Associazioni, che hanno lavorato con caparbietà affinché quest’area del casertano fosse rivalutata anche su questo fronte, facendo ottenere al bianchetto il marchio Pat (prodotto agricolo tradizionale).
Del progetto se ne sono occupati: Nicola Caputo, assessore all’agricoltura della Regione Campania; Agnese Rinaldi, funzionaria della Regione Campania, componente della commissione funghi e tartufi; Assotartufai Campania, presieduta da Noemi Iuorio; Leda Tonziello, vice presidente dell’Associazione “Domizia”; Michele Caputo, micologo specializzato in progettazione e realizzazione delle piante micorizzate; Vivaio Improsta di Eboli della Regione Campania diretto da Pasquale Santalucia; Peppe Scialla, consigliere comunale di Castel Volturno.
Leda Tonziello, impegnata in prima persona nella pratica per il PAT, subito dopo l’ufficializzazione, ha dichiarato entusiasta: «Un gran successo frutto del lavoro di squadra. Abbiamo raccolto documenti, foto, testimonianze e il risultato è arrivato. Ci sono voluti anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Un riconoscimento che dà il giusto rilievo a un tartufo di cui la Campania è uno dei maggiori produttori nazionali».
«Il Tartufo bianchetto delle pinete costiere, è stato inserito nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali ai sensi dell’articolo 12, comma 1, della legge 12 dicembre 2016, n. 238. Si tratta di un prodotto che valorizza l’area costiera che va da Sessa Aurunca a Castel Volturno, fino a raggiungere la costa salernitana» ha continuato.
«Il Tuber Borchii – fa sapere la Vice Presidente di “Domizia” – ha ottenuto un’ulteriore denominazione di qualità, che ci consentirà di avviare un lavoro per lo sviluppo turistico enogastronomico castellano, oltre a quello già intrapreso per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e della fauna locale».
«La Regione Campania è da un po’ di tempo che investe su Castel Volturno per il ripristino della pineta, che da sempre è stata vocata al tartufo bianchetto. Nell’ambito del ripristino con essenze naturali della macchina mediterranea si è deciso anche di predisporre, preparare ed allestire dei piccoli impianti sperimentali per il recupero delle piante, che ormai erano andate disseccate. Per tutti noi – conclude – ripristinare la pineta e contemporaneamente recuperare il potenziale tartufigeno dell’area è stato un passo importante verso la valorizzazione di Castel Volturno».
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