Il letame, dunque, è il concime naturale dei campi. Ne esistono vari tipi, il migliore è quello dei cavalli che però è costoso, mentre è più abbordabile quello bovino, entrambi utili per produzioni abbondanti. Di solito si accumula in aie lontane dalle case per evitare i cattivi odori, al riparo dal sole e dal vento, e può essere utilizzato solo dopo tre mesi di deposito all’aria aperta. La buona maturazione del letame, infatti, si accerta dal coloro scuro e omogeneo della massa, untuosa al tatto.La base della concimazione quindi è il letame che produce l’humus così indispensabile per la produzione orticola e frutticola. Va fatto ad ogni inizio di coltivazione in misura adeguata ma non eccessiva, altrimenti brucia tutto. Con i concimi chimici vale lo stesso discorso ma c’è l’aiuto delle spiegazioni d’uso scritte su tutti i sacchetti.
Altro concime da usare in vece di quelli prima citati, è il terricciato. Un insieme ricavato dalla decomposizione di letame, foglie, spazzature mischiate ad una certa quantità di terra. La composta ottenuta si lavora in diverse maniere, fino a raggiungere la colorazione scura e untuosa. I terricciati sono ricchi di elementi fertilizzanti che variano percentualmente a seconda dei materiali impiegati per ottenerli. Ecco due esempi di terricciati per le colture orticole:
1) 40% di letame maturo, 40% di residuo vegetale decomposti (foglie, fusti, ecc.) 20% di terra sciolta o sabbia.
2) 30% di letame, 30% di residui vegetali composti, 30% di terra sciolta, 10% di torba.
La stagione ideale per la peparazione dei terriciciati è l’estate perché il caldo favorisce le fermentazioni e l’amalgama , appena preparati vanno conservati in luoghi riparati come per il letame.

Categorie: Il Contadino

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *