Il Parlamento Ue ha approvato una “risoluzione” NON VINCOLANTE, per consentire altri 7 anni di avvelenamento con il disseccante glifosate, cancerogeno, secondo l’istituto di ricerca sul cancro di LIONE (IARC – OMS)… Carta straccia o poco più… in quanto il parlamento europeo può mettere un veto a una decisione della commissione.
La decisione di mantenerne o meno la registrazione del Glifosate sta alla Commissione UE…ma ciò non significa che il glifosate si possa usare, immettendolo nell’ambiente e sulle coltivazioni…Come è avvenuto per gli ogm
Glifosate che è in ogni caso vietato, in quanto la sua cancerogenicità è incompatibile con la vendita e l’uso dello stesso veleno chimico in Italia, ai sensi delle norme fitosanitarie e del D.lgs 150/2012 (recepimento direttiva UE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari)
Anche se EFSA ha dato un parere di non probabile cancerogenicità del prodotto (basandosi questa volta su una relazione tedeca sui dati forniti dalle Multinazionali che lo producono), visto che siamo in regime di applicazione del principio di precauzione, tra due pareri bisogna prendere in considerazione quello cautelare e in ogni caso più rappresentativo, in quanto deirvante da una struttura sanitaria (OMS), bandendo l’impiego del prodotto in Italia.
Si ricorda sempre che la comunità europea può stabilire il livello minimo di tutela ambientale, sotto al quale non si può andare , ma non quello massimo e di precauzione, che viene stabilito dagli stati membri…
– inoltre, le tecniche, oggi obbligatorie, di agricoltura integrata su tutto il territorio nazionale non contemplano la possibilità di uso di disseccanti chimici in quanto si impongono l’uso prioritario delle tecniche sostitutive di tipo meccanico, ovvero il taglio dell’erba sotto e colture arboree o il suo interramento prima della semina, il Pirodiserbo, e altre tecniche alternative disponibili.
– Inoltre il Glifosate, essendo un interferente endocrino sospetto è vietato anche ai sensi di un altro regolamento europeo del 2009
– Attezione poi ad altri disseccanti già presenti in commercio e pericolosi quanto il glifosate
tutti vietati in quanto incompatibili con gli obblighi di agricoltura integrata.
Allego relazione inviata ai comandi forestali locali
saluti cari Prof. Altieri, Agroecologo
Ne risulta, in prima analisi, il mancato rispetto della distanza minima di sicurezza di 30 metri prevista dalle norme nazionali e di 50 metri sancita dalle sentenze dei TAR sui regolamenti intercomunali e comunali in diverse zone d’Italia e dal diritto costituzionale a tutela della salute e ambiente.
Anche se, per determinare l’assenza di deriva, prevista dalle norme di legge, non sono di certo sufficienti 50 metri di fascia di rispetto.
Verificare le evidenti irrorazioni anche la zona di Castel Vecchio, Comune di Massa Martana, e lungo la strada collinare da Castel Rinaldi verso Todi
e in generale in tutti i comuni Umbri e nel resto d’Italia
di seguito una relazione tecnico-scientifica personale, in prima bozza
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Relazione tecnica sui DANNI RISULTANTI dalle irrorazioni con Glifosate o altri disseccanti totali per usi agricoli ed extraagricoli
(bozza a cura del Prof. Giuseppe Altieri):
– Innanzitutto risulta un notevole danno paesaggistico da disseccanti agenti “arancio” diffuso in tutta la regione Umbria (mancata tutela Art 9 della Costituzione)
– le colline risultano devastate e nel giro di pochi anni (da quando si è diffusa questa pratica incivile e pericolosa) la strada si è dissestata per erosione dei terreni e smottamenti a valle della strada stessa, causati principalmente dalla riduzione dell’humus dei terreni, che non trattengono piu l’acqua a monte (l’humus trattiene acqua fino a 10 volte il suo peso, ndr).
– Mancato rispetto dell’Art. 44 della costituzione italiana che prevede lo sfruttamento razionale della fertilità dei suoli e la sua tutela per le generazioni future
– conseguente incremento dell’effetto serra per annullamento della fotosintesi (mancata fissazione) e perdita dell’humus con conseguente emissione di CO2 nell’atmosfera, con violazione del protocollo di kyoto e dei recenti accordi di Parigi.
– danni tossicologici ai cittadini che viaggiano in auto e/o camminano lungo la strada per respirazione dei vapori e il contatto con la deriva del prodotto lungo la strada stessa
– rischi per i raccoglitori di erbe spontanee, in particolare prima della manifestazione dei sintomi di disseccamento delle erbe (normalmente dopo una settimana dall’irrorazione), quando la concentrazione della sostanza è maggiore.
– conseguenti danni alla popolazione umana ed agli animali selvatici e domestici che vanno a leccare l’erba (attratti anche dal sapore dolciastro del glifosate). Vedasi a tal proposito le statistiche veterinarie in tal senso e incremento dei casi di morte improvvisa ed intossicazioni animali, oltre che dei tumori (effetti cronici)
– incremento generale degli effetti cancerogeni (linfoma non hodgkin, celiachie, e altre patologie croniche collegate al glifosate, per gli esseri umani (Art 32 della Costituzione)
– enorme danno erariale per la spesa sanitaria nazionale
– mancata informazione degli agricoltori e contoterzisti sul pericolo del prodotto glifosate, con pubblicità ingannevole della ditta produttrice che ha dichiarato e dichiara in etichetta che il prodotto è biodegradabile mentre non lo è
– conseguente inquinamento delle falde acquifere superficiali e profonde e delle acque potabili e minerali (effettuare controlli locali geo-analitici) . Vedasi a tal proposito il rapporto annuale ISPRA sull’inquinamento da pesticidi nelle acque, laddove Glifosate e suo metabolita AMPA (di parziale ed incompleta degradazione) risultano i principali inquinanti persistenti delle acque nelle regioni dove sono stati effettuati i controlli. Verificare lo stato dei controlli in Umbria e le eventuali omissioni dagli obblighi di legge da parte delle ARPA e altri organi di controllo, anche ai sensi della legislazione penale in materia ambientale (legge 68/2015
– inutilità tecnica dell’intevento con disseccanti totali, che anticipa l’interramento dell’erba stessa con attrezzature meccaniche
– progressiva manifestazione della resistenza da parte delle erbe infestanti, come risulta chiaramente dagli studi scientifici pubblicati, e successiva nascita della flora di sostituzione.
– incompatibilità dell’intervento stesso, di distruzione totale delle erbe prima della semina primaverile o autunnale, con le norme di agricoltura integrata obbligatorie, le quali prevedono l’impiego prioritario del mezzo meccanico e non di quello chimico.
– danno erariale con “distrazione di risorse comunitarie” agroambientali per l’agricoltura integrata (psr 2007-2013) e agroclimatico-ambientali (psr 2014-2020), laddove i disciplinari di agricoltura integrata hanno compreso e comprendono ancora oggi l’uso del glifosate in presemina (vedasi introduzione e mantenimento dell’impegno quinquennale assunto da parte degli agricoltori sul psr 2007-2013 non conforme ai criteri europei di agricoltura integrata – vedasi Decisione CE del 30-12-1996, All 1 Norma OILB)
Sul tema si è espressa chiaramente la corte dei conti UE con nota n.3/2005 e n. 7/2011 sulla spesa agroambientale, laddove viene censurata la distribuzione dei pagamenti agroambientali senza contropartita su presunte riduzioni di inputs chimici, con disciplinari ampiamente permissivi che incudono addirittura l’uso di disseccanti, pratica prima non effettuata nelle pre-semine in Umbria e risalente ad una decina di anni fa, e praticamente sovvenzionata dalle misure agroambientali europee.
– Conseguente fallimento delle politiche agroambientali, per incremento e non riduzione dell’uso dei pesticidi, sovvenzionato coi soldi delle nostre tasse, violando il regolamento europeo che prevedeva la Sensibile riduzione degli agrofarmaci chimici di sintesi attraverso la loro prioritaria sostituzione (agricoltura integrata)
– Dal 2014 con l’obbligo di agricoltura integrata su tutto il territorio nazionale, questa forma di agricoltura non è più finanziabile dai fondi agro-climatico-ambientali dei nuovi psr 2014-2020, che hanno per questo cambiato denominazione. Ma la ragione Umbria si è Inventata una sotto misura chiamata adesione ai disciplinari di agricoltura integrata (mis 10.1.1 con bando aperto ed impugnato al TAR a settembre 2015 dagli agricoltori Umbri e da alcune associazioni di Medici ed ambientali).
l’impegno agro-climatico-ambientale con relativo pagamento di un compenso è infatti riservato solo per azioni facoltative (come l’agricoltura biologica o la coltivazione delle colture di copertura dei terreni che proteggono dal dissesto idrogeologico, ecc. (e non certo per la distruzione delle coperture erbacee a febbraio o a ottobre-novembre con disseccanti totali) e, soprattutto non sono riservate per gli obblighi di legge (agricoltura integrata), regolati altresì dalla condizionalità ovvero dalle norme del contributo PAC.
– Incremento delle patologie delle piante (vedasi incremento delle septoriosi, e ruggini dei cereali), per la distruzione degli equilibri microbici dei terreni, causati dai disseccanti totali, con conseguente maggior uso di pesticidi in primavera. Con continue deroghe al maggiore uso di fungicidi tossici e pericolosi per la salute, autorizzate dal servizio fitosanitario regionale dell’Umbria, senza alcun risultato tecnico in quanto gli interventi vengono effettuati e prescritti a seguito della manifestazione dei sintomi (con danno in atto) e non in modo preventivo, con prodotti innocui come rame e zolfo…
– conseguente incremento dei residui chimici di fungicidi sintetici sui raccolti a danno dei consumatori
– dissesto idrogeologico su vasta scala con notevole costo per la collettività
VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO COSTITUZIONALE DI UGUAGLIANZA, NEL MOMENTO IN CUI I RESIDUI DI GLIFOSATE NELLE ACQUE E NEGLI ALIMENTI, NELL’AMBIENTE IN GENERALE, PRODUCONO VITTIME NELLE PERSONE PIU DEBOLI, IN QUANTO TARATI SU UN CORPO ADULTO… SENZA TENER CONTO DELL’EFFETTO MOLTIPLICATORE DEGL ALTRI RESIDUI CHIMICI DI PESTICIDI PRESENTI CONTEMPORANEAMENTE COME INQUINANTI ALIMENTARI E AMBIENTALI
I BAMBINI , I NOSTRI FIGLI… SONO LE PRIME VITTIME CUI STIAMO TOGLIENDO IL FUTURO (CHE E’ ANCHE IL NOSTRO FUTURO)
per ora… (continua)saluti cari Prof. Giuseppe Altieri
da: Altieri Agernova [altieri@agernova.it]

Categorie: Il Contadino

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