REGIONE CAMPANIA COMUNICATO STAMPA DEL 27 FEBBRAIO 2007

PRESENTATO IL “LABORATORIO MOBILE PER IL COSTRUITO STORICO ED ARCHEOLOGICO”

E’ stato presentato questa mattina, presso la sede del Centro Regionale di Competenza “Innova”, il Laboratorio Mobile per la sicurezza, conservazione e valorizzazione del “costruito storico e archeologico”.

Il veicolo, realizzato su base Mercedes Sprinter 4×4, è il risultato del lavoro di ricerca e progettazione del Centro di Competenza Regionale per lo Sviluppo e il Trasferimento dell’Innovazione applicata ai Beni Culturali e Ambientali “Innova”.

Alla conferenza stampa erano presenti l’Assessore regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica Teresa Armato, il direttore scientifico del Centro di Competenza “Innova” Antonio Massarotti, e l’autore del progetto Claudio Claudi de Saint Mihiel.

Il laboratorio mobile, che ha destato la curiosità di diverse case automobilistiche per la molteplicità di usi a cui potrebbe essere destinato (esercito e protezione civile, per esempio) consentirà l’esecuzione di molteplici operazioni direttamente “in loco” e la permanenza prolungata dei ricercatori nei siti d’interesse.

“La realizzazione di quest’iniziativa – ha dichiarato l’Assessore Teresa Armato – conferma l’importanza e la centralità dei Centri di Competenza. La scorsa settimana abbiamo finanziato cinque centri, tra cui Innova, con ulteriori 6 milioni e 900 mila euro destinati ai progetti dimostratori per il trasferimento alle imprese delle tecnologie e della ricerca. Per un territorio come la Campania, ricco di beni artistici, Innova ha un ruolo di primo piano”.

“Questo progetto esemplifica bene – ha affermato Antonio Massarotti – un obiettivo posto ai Centri di Competenza Regionali, quello cioè di stimolare le aziende campane nei diversi settori a confrontarsi con la realizzazione di produzioni innovative. Partendo da un’esigenza del settore dei Beni Culturali, infatti, abbiamo coordinato gli sforzi di Università, enti di ricerca e ditte della regione attorno ad un progetto innovativo, ed esportabile anche in altri contesti”.

IL 27 FEB ANCHE LA REGIONE CAMPANIA AL LABORATORIO MOBILE.
COMUNICATO STAMPA DEL 26 FEBBRAIO 2007
DOMANI CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO MOBILE PER IL “COSTRUITO STORICO ED ARCHEOLOGICO”
Sarà presentato domani, martedì 27 febbraio (ore 11), presso l’Istituto di Cibernetica E. Caianiello del Cnr (Via Campi Flegrei 34, Pozzuoli, Comprensorio Olivetti), il Laboratorio Mobile per la sicurezza, conservazione e valorizzazione del “costruito storico e archeologico”.
Il veicolo, realizzato su base Mercedes Sprinter 4×4, è il risultato del lavoro di ricerca e progettazione del Centro di Competenza Regionale per lo Sviluppo e il Trasferimento dell’Innovazione applicata ai Beni Culturali e Ambientali “Innova”.
Alla conferenza stampa saranno presenti l’Assessore regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica Teresa Armato, il Rettore della Federico II Guido Trombetti, il direttore del Centro di Competenza Innova Antonio Massarotti e il professore Claudio Claudi de Saint Mlhlel, autore del progetto.
Alle 10,30 è prevista la visita ad alcuni dei Laboratori del Centro di Competenza Innova all’interno dell’Istituto di Cibernetica “E. Caianiello”.
Il laboratorio mobile, che ha destato la curiosità di diverse case automobilistiche per la molteplicità di usi a cui potrebbe essere destinato (esercito e protezione civile, per esempio) consentirà l’esecuzione di molteplici operazioni direttamente “in loco” e la permanenza prolungata dei ricercatori nei siti d’interesse.

DAL CNR
Un Laboratorio Mobile Per I Beni Culturali.
Sarà presentato in anteprima martedì prossimo 27 febbraio presso l’Istituto di Cibernetica “E. Caianiello” del CNR di Pozzuoli alla presenza dell’Assessore Regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica Teresa Armato il Laboratorio Mobile per la sicurezza, conservazione e valorizzazione del costruito storico e archeologico, risultato del lavoro di ricerca e progettazione del Centro di Competenza Regionale per lo Sviluppo e il Trasferimento dell’ Innovazione applicata ai Beni Culturali e Ambientali INNOVA. Il Laboratorio, pensato come supporto nella ricerca, nello scavo e nella conservazione del patrimonio costruito e archeologico, consentirà l’esecuzione di molteplici operazioni direttamente “in loco” e la permanenza prolungata dei ricercatori nei siti d’interesse.

Il Laboratorio Mobile per la sicurezza, conservazione e valorizzazione del costruito storico e archeologico, risultato innovativo offerto ai ricercatori ed ai professionisti del settore dei Beni Culturali dal Centro di Competenza Regionale INNOVA, sarà presentato per la prima volta in pubblico, martedì 27 febbraio presso l’Istituto di Cibernetica “E. Caianiello” del CNR di Pozzuoli, alla presenza dell’Assessore Regionale per l’Università e la Ricerca Scientifica Teresa Armato.
Il Laboratorio Mobile offrirà ad archeologi, restauratori e ricercatori la possibilità di trasportare ed usare direttamente nei siti originari le strumentazioni necessarie, per eseguire sofisticate operazioni di analisi, studio e conservazione di reperti o edifici. “Si tratta di un’unità lavorativa e abitativa autosufficiente, anche dal punto di vista energetico, – dichiara il prof. Claudio Claudi del Dipartimento di Progettazione Urbana della Federico II e responsabile del progetto – pensata per garantire lunghe permanenze dei ricercatori ad esempio nei siti archeologici.”
Montato sul telaio di un Mecedes Sprinter 4×4, il laboratorio è costituito da una struttura mobile di dimensioni ridotte in fase di trasporto, per un facile accesso nei diversi contesti edificati ed è dotato di un sistema di trazione tale da potersi muovere facilmente in una strada carrabile così come in un sito archeologico. E’ caratterizzato inoltre da una configurazione variabile, che consente di ampliare notevolmente il volume e la superficie occupata (da 9 a 17 mq.), una volta raggiunto il sito di esercizio. Infine è attrezzato con sistemi elevatori per poter raggiungere, con foto-video camere o direttamente con un operatore, quote normalmente inaccessibili (fino a 12 mt).
La realizzazione delle molteplici e innovative funzionalità del Laboratorio Mobile è ne il frutto dell’appassionato lavoro di ricerca dell’equipe di INNOVA, che con l’apporto di risorse e competenze eterogenee (dalla archeologia all’ingegneria dei materiali fino alla capacità di progettazione e design innovative) è approdata al progetto finale, realizzato dalla ABICAR di Giugliano di Napoli.
“Ci pare che questo progetto esemplifichi bene – dichiara il direttore di INNOVA Antonio Massarotti – un obiettivo posto ai Centri di Competenza Regionali, quello cioè di stimolare le aziende campane nei diversi settori a confrontarsi con la realizzazione di produzioni innovative. Partendo da un’esigenza del settore dei Beni Culturali, infatti, abbiamo coordinato gli sforzi di Università, enti di ricerca e ditte della regione attorno ad un progetto innovativo, oltre che esportabile anche in altri contesti.“
Una soluzione analoga a quella del laboratorio Mobile infatti potrebbe essere facilmente adattata alle esigenze della “Protezione Civile” o della “Croce Rossa”, dell’Esercito o in tutte quelle attività in cui sia indispensabile la mobilità e l’allestimento in tempi brevissimi di spazi completamente attrezzati e funzionali.
Alla Conferenza Stampa, prevista per le 11.30 nell’Aula Seminari dell’Istituto di Cibernetica, prenderanno parte l’Assessore all’Università e la Ricerca Scientifica Teresa Armato, Il Rettore dell’Università di Napoli “Federico II” Prof. Guido Trombetti, il direttore di INNOVA Dr. Antonio Massarotti e il responsabile del progetto Prof. Claudio Claudi.
La Conferenza Stampa sarà preceduta alle 10.30 da una visita dell’assessore e dei giornalisti presenti al Laboratorio Mobile e ai Laboratori di Diagnostica dei Materiali e di Grafica Distribuita e Calcolo Avanzato presso l’Istituto di Cibernetica “E. Caianiello” del CNR e afferenti a INNOVA.

Per informazioni:

Dott.sa Marina Bufacchi – tel 0818675332 – mob 3358159808
LABORATORIO MOBILE

Il “Laboratorio mobile” è stato concepito e realizzato come mezzo di supporto utile ad accompagnare archeologi, ingegneri, architetti, geologi nella ricerca, nel reperimento e nella conservazione di reperti archeologici, e più in generale a supportare interventi sul costruito storico. Un mezzo flessibile e versatile che si proponeva di accogliere e di facilitare l’utilizzo di una serie di apparecchiature e strumenti utili all’analisi e al monitoraggio dei suoli e del patrimonio edificato storico e archeologico, per lo svolgimento di scavi e per tutte le operazioni di analisi e manutenzione dei beni culturali.
Ma non solo. La sua funzione è anche quella di offrire spazi abitabili autosufficienti, idonei a consentire una permanenza di breve o medio periodo a 3-4 operatori in modo da consentire lo svolgimento delle molteplici attività che per opportunità economica, per continuità e per velocità conviene svolgere “in situ”.

Una prima fase dello studio ha teso a definire i criteri metodologici per poter sviluppare un “concetto di prodotto” di Laboratorio Mobile. Secondo tali criteri il laboratorio mobile veniva configurandosi come una struttura mobile di dimensioni ridotte per poter accedere in diversi contesti edificati; dotata di un sistema di trazione tale da potersi facilmente muovere in diversi condizioni di suolo; attrezzata con sistemi elevatori per poter raggiungere quote normalmente inaccessibili; dimensionata opportunamente per poter accogliere attrezzature fisse ed attrezzature che di volta in volta vengono individuate rispetto alle attività da svolgere; capace di ospitare operatori che sono coinvolti in attività da espletarsi anche in tempi medi; corredata di elementi per la conservazione e catalogazione di eventuale materiale da indagare; autonoma dal punto di vista energetico.
Su queste premesse è stato sviluppato un progetto che si basa soprattutto sul concetto di spazio minimo e compattato in fase di trasporto, che assume, poi, la sua massima estensione e superficie, una volta dispiegato, in fase di esercizio.
La scelta della motrice è ricaduta su una trazione integrale in modo da garantire l’accessibilità con fondi stradali disagevoli e non asfaltati, nelle situazioni tipiche di molti siti archeologici in cui l’avvicinarsi ad un reperto comporta, a volte, anche lunghe percorrenze su suoli accidentati , per cui l’altezza da terra elevata e la motricità sulle quattro ruote può risultare indispensabile per garantire il massimo raggio d’azione possibile.
D’altra parte è risultato importante prevedere che la guida di tale veicolo potesse essere effettuata anche da possessori di una normale patente “B” e pertanto in base alle normative vigenti il peso complessivo trasportabile non avrebbe dovuto eccedere il 35 Qli.. Tra tutte le valide possibilità di scelta, l’attenzione si è focalizzata su un Mercedes Sprinter 4×4.

L’azienda che ha curato la realizzazione del prototipo è l’ABICAR con sede in Giugliano di Napoli, specializzata nell’allestimento di veicoli “speciali” (ambulanze, mezzi per i VV. FF.,minibus e camper) nonché nella fabbricazione di case mobili o prefabbricate. L’azienda presenta, quindi, una produzione abbastanza diversificata, sia per tipologie di manufatti che per processi da lavorazione che vedono impegnate diverse famiglie di materiali: dai polimerici, generalmente impiegati per gli involucri dei veicoli speciali, alle lamiere metalliche per i rivestimenti delle case prefabbricate o per gli allestimenti interni, al legno per le intelaiature di pannelli interni ed esterni e per la fabbricazione degli arredi di microambienti, agli allumini e alle leghe per le componentistiche accessorie a per la messa a punto di pezzi speciali.

La sezione a tunnel della scocca vuole evocare sia il concetto di monoliticità, sia il concetto di struttura resistente per forma in cui la rigidezza si ottiene non tanto per la quantità di materiale impiegato quanto per le geometrie che caratterizzano la sagoma della carrozzeria. La sezione costante del tubo (a meno delle parti asportate per alloggiarvi le scocche estraibili) vuole anche evidenziare il concetto di producibilità industriale con tecnologie avanzate al punto da azzardare, nel caso di una produzione in piccola o media serie, una fabbricazione mediante processi di estrusione o di avvolgimento o, al limite di poltrusione. Vuole infine mettere in luce la flessibilità dimensionale (in senso longitudinale) della scocca la quale, nel prototipo realizzato, è contenuta in una dimensione di 4,50 mt. sia perché tale ingombro è il massimo ammissibile sul telaio Mercedes 4×4 prescelto sia per consentire una buona mobilità in zone anguste o contesti edificati caratterizzati da un tessuto fitto e ravvicinato; mentre nel caso di individuazione di altri autotelai o di utilizzo in ambienti non condizionanti le movimentazioni in base agli ingombri, potrebbe svilupparsi in lunghezza anche fino agli 8, 50 mt. .

Il Laboratorio Mobile completo della cabina di guida misura f.t. mt. 6.50 di lunghezza x 2.20 di larghezza, dimensioni che consentono una buona mobilità nei centri storici anche in situazioni viarie particolarmente anguste, ed inoltre le contenute dimensioni del “passo”, unitamente ad una notevole altezza da terra, favoriscono buoni angoli di attacco di terreni accidentati garantendo una buona maneggevolezza nei più diversi contesti ambientali.
Il Laboratorio vero e proprio, invece, a meno della cabina di guida, nel prototipo realizzato misura in posizione di trasporto 4.50 mt. di lunghezza x 2.20 mt. di larghezza per un’area di ingombro di 9.9 mq..
In assettodi esercizio, ovvero con le due scocche estratte dal nucleo principale, l’area di ingombro arriva a 13.90 mq. con una superficie utile interna di circa 13.00 mq. Tale superficie aumenta fino a 17.00 mq. allorquando (soprattutto in ambienti caratterizzati da climi caldi), attraverso la rotazione e il ribaltamento rispettivamente del pannello vetrato che diventa tetto e del pannello inferiore di chiusura che diventa pavimento (per ciascuno dei due moduli estraibili) si intende dare una forte continuità tra interno ed esterno favorendo inoltre la comunicazione tra i due ambienti attraverso l’utilizzo di una scaletta ribaltabile contenuta in ciascuna delle due scocche mobili.
A struttura dispiegata, nella sua configurazione di massimo ampliamento, la privacy e la protezione dall’eccessivo soleggiamento vengono assicurate mediante teli in poliestere spalmati in PVC che perimetrano i vani originati dalle menzionate operazioni di rotazione e di ribaltamento delle pannellature laterali delle scocche estraibili. Queste ulteriori possibilità di collegamento interno-esterno oltre a favorire, come detto, tutte le operazioni che necessitano di un diretto e continuo contatto e scambio tra l’ambiente del Laboratorio vero e proprio e il contesto oggetto di studio, mettono in circolazione dei flussi d’aria che, beneficiando del riscontro innescato dalla porta posteriore (in posizione aperta), determinano una consistente ventilazione che permette di lavorare anche per lunghi periodi in climi caldi e soleggiati senza utilizzare l’aria condizionata che, d’altra parte, rappresenterebbe solo un inutile spreco energetico in un ambiente caratterizzato dal 40% delle sue superfici completamente aperte.

L’ipotesi che ha contribuito a determinare la sezione del contenitore principale del Laboratorio Mobile è legata alla sua scarrelabilità cioè alla possibilità di scindere completamente l’involucro abitativo dal telaio solidale con la motrice. In effetti, nel prototipo realizzato, il parallelepipedo che unitamente ai due moduli estraibili determina gli spazi di lavoro e di servizio, risulta collegato stabilmente con lo chassis del Mercedes Sprinter; mentre in origine era stato ipotizzato come struttura indipendente da tale chassis, solidale al telaio mediante connessioni che, in posizione di trasporto potessero consentire un collegamento stabile, mentre una volta arrivato in sito si potesse agire sui giunti di collegamento in modo da rendere il parallelepipedo principale semplicemente appoggiato sul telaio. Successivamente, mediante l’azionamento di martinetti idraulici contenuti nel modulo principale, questo si sarebbe potuto sollevare dal telaio e quindi lo Sprinter si sarebbe potuto allontanare libero di effettuare altre operazioni o trasporti mentre il modulo laboratorio sarebbe rimasto in situ per consentire tutte le operazioni di rilievo, analisi, monitoraggio o manutenzione. Tale soluzione comunque prevista ed attuabile mediante piccole modifiche alla conformazione proposta, è stata momentaneamente accantonata nel prototipo realizzato principalmente per tre motivi:
– perché il montaggio dei quattro martinetti idraulici avrebbe comportato un notevole aumento dei pesi complessivi determinando lo sforamento dei 3.5 Qli. di peso che avrebbe inibito la guidabilità con una normale patente di categoria “B”;
– perché avendo optato per l’adozione di un veicolo 4×4 questo ha un’altezza da terra superiore a quella di un veicolo a 2 ruote motrici e, di conseguenza la soluzione di un container totalmente sovrapposto allo chassis (soluzione indispensabile per garantire la scarrelabilità) avrebbe portato l’altezza totale ad oltre 4.00 mt. comportando notevoli problemi di aerodinamicità, di stabilità in marcia, di accessibilità in particolari contesti urbani;
– perché i condizionamenti derivanti dal budget a disposizione per la realizzazione del prototipo hanno imposto quelle scelte di economicità che, pur non incidendo sulle prestazioni complessive del Laboratorio, tendevano ad eliminare componenti che non hanno determinante incidenza sulla funzionalità del Laboratorio e che, oltretutto, potrebbero essere istallati su un ulteriore prototipo senza alterare il concetto originario della struttura proposta.

L’involucro conformato come un parallelepipedo con gli spigoli lunghi fortemente arrotondati, chiuso nei due lati corti da due “tappi” di cui quello anteriore soltanto con funzione di placcatura e di irrigidimento e quello posteriore variamente sagomato per assecondare le numerose funzioni di servizio concentrate verso la “poppa” del veicolo, deve la sua forma a molteplici motivi: il sottolineare la derivazione da processi di produzione industriali che potrebbe far sottendere una filiera produttiva in cui attraverso una ipotetica estrusione ottenere un “tubo” adattabile a lunghezze diversificate; il definire geometrie che, per regolarità di sagoma si prestino ad ipotesi di accrescimenti modulari sia testa-testa (prevedendo l’asportazione dei “tappi” di chiusura anteriore/posteriore ed il successivo collegamento con un ulteriore modulo) sia mediante i collegamenti ottenibili per accostamento e connessione dei moduli estraibili tra di loro e di moduli estraibili con testa/poppa di un altro modulo.

Il progetto proposto ed il relativo prototipo possono essere facilmente adattati alle esigenze della “Protezione Civile” della “Croce Rossa”, dell’Esercito e di altri Enti o Istituzioni che svolgono attività in cui la mobilità, la necessità di dover allestire in brevissimi intervalli di tempo spazi completamente attrezzati e funzionali a fronteggiare situazioni di emergenza, la possibilità di poter disporre di moduli abitativi per le più svariate esigenze, rappresentano requisiti prioritari per l’efficacia degli interventi e per garantire condizioni di autosufficienza in contesti non urbanizzati.

E SEMPRE SULLA RICERCA…

COMUNICATO STAMPA DEL 27 FEBBRAIO 2007 – L’1 E IL 2 MARZO A NAPOLI LA PRIMA CONFERENZA REGIONALE SULL’INNOVAZIONE
“La ricerca abita in Campania” è il tema della prima conferenza sull’Innovazione che si terrà giovedì 1 (ore 15-20) e venerdì 2 marzo (ore 10-15) a Castel dell’Ovo, organizzata dall’Assessorato regionale all’Università, Ricerca e Innovazione guidato da Teresa Armato.
Scienziati australiani, svizzeri e tedeschi discuteranno con i colleghi campani e con i dieci Centri regionali di competenza sulle esperienze più avanzate nel campo della ricerca a livello mondiale.
Tra i temi al centro della manifestazione: lo scenario di riferimento per la ricerca, l’esperienza dei centri regionali di competenza ed il ruolo delle istituzioni. Su questi argomenti dibatteranno nel corso della due giorni alcune tra le maggiori personalità del panorama scientifico internazionale.
Nella giornata inaugurale di giovedì 1 marzo (apertura dei lavori ore 15) sono previsti, tra gli altri, gli interventi di Giacomo Vaciago dell’Università Cattolica di Milano; Timothy Hall della Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea; Guido Trombetti presidente della Crui; Ernesto Hoffmann del Centro Studi IBM; Giovanni Bertolone, a.d. dell’Alenia; Emilio Stefanelli, vicepresidente Farmaindustria e Giovanni Lettieri, presidente di Confindustria Napoli.
Venerdì 2 marzo (ore 9), si parlerà dell’esperienza dei Centri di eccellenza in Australia, Svizzera e Germania con i rispettivi referenti scientifici. Le opportunità e le prospettive dei Centri saranno poi il tema della tavola rotonda cui parteciperà, tra gli altri, Piero Barucci, presidente della Commissione Internazionale valutazione dei Centri di Competenza Regionali (CRdC).
I lavori si concluderanno con un dibattito sul ruolo delle istituzioni per lo sviluppo della ricerca.

COMUNICATO STAMPA DEL 26 FEBBRAIO 2007 – INCONTRO ARMATO – KEMNITZER PER PROGETTO “PARTNERSHIP FOR GROWTH”
L’Assessore regionale all’Università e alla Ricerca Teresa Armato ha incontrato, questa mattina, presso il consolato degli Stati Uniti a Napoli, la signora Susan Kemnitzer, della National Science Foundation, giunta in città nell’ambito del progetto
“Partnership for growth”, promosso dall’ambasciatore Ronald Spogli.
La Partnership ha l’intento di stimolare la competizione economica e l’imprenditorialità per affrontare le sfide del XXI secolo.
La National Science Foundation inoltre incentiva la ricerca e la sinergia tra Università e imprese americane, puntando soprattutto al campo ingegneristico. E in questo ambito si pone l’azione della Regione Campania, pronta a ideare nuovi partneariati con enti di ricerca americani.
Nelle prossime settimane Susan Kemnitzer e l’Assessore Armato vedranno esponenti delle Università e dei centri di ricerca per un confronto sulla collaborazione fra atenei e imprese e sulla ricerca applicata al settore industriale. Saranno potenziati inoltre gli scambi culturali tra studenti americani e campani.
“Le iniziative di collaborazione coinvolgeranno atenei campani e statunitensi, imprese e studenti”, ha dichiarato l’ Assessore Teresa Armato.

COMUNICATO STAMPA DEL 24 FEBBRAIO 2007 – RICERCA, ULTERIORI RISORSE PER CINQUE CENTRI REGIONALI DI COMPETENZA
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Università e alla Ricerca Scientifica Teresa Armato, ha approvato la delibera che finanzia con ulteriori 6,9 mln di euro (misura 3.16 del Por Campania) i “progetti dimostratori “ per cinque centri regionali di competenza: Bioteknet, Amra, Gear, Dfm e Innova.
Il finanziamento consentirà a tali centri di approfondire e ampliare i progetti dimostratori finalizzati al trasferimento alle imprese delle tecnologie e della ricerca avviata dalle cinque strutture.
“Con questa delibera – ha dichiarato l’assessore Armato – mettiamo a disposizione dei cinque centri di competenza regionali ulteriori risorse, grazie alle quali si potranno trasferire alle aziende i progetti di ricerca realizzati, con l’obiettivo di supportare la crescita del tessuto imprenditoriale locale. I centri di competenza rappresentano un modello che ha fatto della Campania un caso di studio a livello nazionale e che rafforza il ruolo della nostra regione nel campo della ricerca e dell’innovazione”.


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