I laghi della provincia di Napoli, quelli ubicati nell’area flegrea, spesso salgono agli onori delle cronache per lo stato di abbandono e di inquinamento, eppure con un po’ di attenzione, e nonostante l’inquinamento sia sempre più asfissiante tanto che ogni anno si registrano morie di pesci in gran quantità, c’è chi crede nel loro recupero e ci prova con una conferenza stampa venerdì 23 aprile, l’assessore provinciale di Napoli ai Controlli del territorio, Vincenzo Lombardi, nell’aula consiliare del disciolto comune di Frattamaggiore. Nel corso della quale spiegherà che ben 16, tra laghetti e paludi, potranno tornare alla loro funzione vitale, che è anche quella di ospitare piante e pesci, servendosi dello Stato e dell’Europa per ottenere finanziamenti (ma non ci vogliono tanti soldi, perché molte cose già possono farle i comuni interessati) per il rilancio che darà sviluppo, economico e occupazionale, a tutte le zone interessate. Si dovranno risanare paludi, canali, invasi abbandonati e rilanciarli in un circuito turistico a presa rapida perché caccia e pesca hanno numerosi proseliti nella provincia napoletana e nella regione tutta. Da venerdì, dunque, passeranno al vaglio di amministratori locali i progetti di recupero di queste oasi di natura primitiva per far tornare spigole, orate, saraghi, cefali, trote e tante altre specie di pesci ma anche folaghe, fagiani e pernici nei siti che solo gli appassionati conoscono bene e che rispondono a nomi come lago Patria, d’Averno, Lucrino, Fusaro, e le zone delle sorgenti minerali e mofito, Frassitelli, Fittipaldi Sannereto, Cava Apostolica, Tufare scoperte, Vasca Pianillo. Insomma un piccolo paradiso da rinverdire e disinquinare, magari attrezzandolo al minimo, con piccole ma funzionali strutture turistiche, con un occhio ai prezzi.


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