I comuni sanniti di Cerreto, Pietraroja e Cusano hanno i requisiti per entrare nei fondi Pir.
Il consigliere provinciale Lucio Rubano ha scritto al presidente della Provincia di Benevento, Carmine Nardone per sottoporgli l’esclusione dei comuni di Cerreto, Cusano e Pietraroja dal beneficio dei Pir, che ritiene ingiusta e penalizzante. Rubano ha chiesto che fra i 15 comuni da aggiungere ai 30 interessati ai fondi Pir, Progetti integrati rurali, vi siano anche Pietraroja, Cusano Mutri e Cerreto. In quest’ultimo comune poi, il territorio è munito dei requisiti richiesti per accederre al finanziamento; infatti, nel territorio di Cerreto esistono 175,24 ettari di terreno coltivati a vigneto. Inoltre, fa parte dell’associazione ”Città dell’olio” ed è il terzo paese della provincia nel settore olivicolo. La richiesta del consigliere particolarmente circostanziata vuole essere il pungolo per il presidente Nardone, per spingerlo a considerare la possibilità dell’inserimento del comune di Cerreto, anche alla luce di fattori come la contiguità territoriale e perché facenti parte della stessa Comunità Montana, aggiungendo anche i comuni di Cusano Mutri e Pietraroja tra gli enti beneficiari dei Pir. Rubano, inoltre, ha invitato i sindaci dei tre comuni esclusi ad adottare atti deliberativi in tal senso, a sostegno della richiesta. I tre Comuni nutrono speranze d’accoglimento da parte di Nardone, in quanto, da esperto in agricoltura quale egli è, si spera vorrà tener nel debito conto le legittime istanze di questi territori. C’è, comunque un fatto che si è verificato in ordine alla delibera Pir: la stessa maggioranza alla Provincia è stata interessata da polemiche roventi, sopratutto dopo che lo stesso presidente Nardone aveva mostrato apertamente il suo dissenso. Per di più, gli stessi consiglieri di centrosinistra hanno addebitato l’individuazione dei 30 comuni inseriti, al fatto che in giunta vi fossero degli assessori che sono anche sindaci, il che li avrebbe indotti a privilegiare i territori da essi stessi amministrati. Fra gli stessi diessini, il consigliere provinciale Gagliardi ha polemizzato con l’assessore che ha proposto la delibera ossia Alfonso Cervo. Insomma gli interessi di campanile sono sempre in agguato e a farne le spese, stavolta sono sempre quelli meno rappresentati. Almeno fino ad ora. D’altra parte gli interventi nei comuni già individuati, non è detto che non possano estendersi e riguardare, per via indotta, i tre comuni per i quali ora c’è la “suspicio sine qua non” e questo può deciderlo solo la Provincia.


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