Nel corso del Vinitaly di Verona, l’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Vincenzo Aita, ha annunciato che la Giunta aveva approvato l’attivazione del sistema delle enoteche in Campania e la realizzazione dell’Enoteca regionale. Non sfugge ai più che l’enoteca ha come compito primario la valorizzazione e la promozione, in Italia e all’estero, dei vini di pregio e di qualità del territorio nel quale l’Enoteca viene istituita, oltre a quello di invitare i consumatori locali ad apprezzare e conoscere meglio la qualità dei vini campani. Altro obiettivo dell’enoteca pubblica è quello di porsi come vetrina di un determinato territorio, come luogo deputato non soltanto alla valorizzazione dei vini, ma anche alla promozione del prodotto territorio nel suo complesso: le produzioni agricole, i prodotti dell’artigianato, le tradizioni agricole, le bellezze naturali, le risorse architettoniche, il patrimonio culturale. Per saperne di più, abbiamo consultato il provvedimento che era stato inserito nella legge finanziaria regionale per l’anno 2002 all’art.21 della legge regionale n.15 del 26 luglio 2002. In sostanza, si parte dal fatto che il comparto enologico rappresenta nell’ambito del settore agricolo quello che in misura maggiore ha saputo differenziare le proprie produzioni, interpretando in maniera molto efficace il concetto di qualità che identifica nel territorio il presupposto e la base della dimensione qualitativa del vino. Infatti i vini, grazie all’affermazione delle denominazioni di origine, sono al centro dei nuovi importanti fenomeni dell’enoturismo e del turismo rurale che si stanno imponendo in questi anni, grazie al crescente interesse per il legame tra le produzioni agricole tipiche e il territorio da cui esse derivano. Inoltre il comparto vitivinicolo in Campania, in questi ultimi anni, si è fortemente sviluppato, accrescendo il suo peso sul mercato nazionale e internazionale, ma soprattutto ha qualificato le proprie produzioni, che in 3 Docg e 17 Doc, si sono imposte all’attenzione del mondo enologico per qualità e tipicità. Il Comparto, quindi, ha visto crescere in modo significativo il tessuto produttivo che necessita, pertanto, di nuovi e più organizzati strumenti che favoriscano la vivibilità complessiva della produzione enologica regionale, in un contesto e nelle forme che siano consoni all’elevato livello qualitativo delle produzioni stesse. Pertanto, le enoteche regionali, come strutture permanenti, possono al meglio assolvere al compito, non solo di vetrina dei vini e dell’agroalimentare della Campania, ma anche di strumento di realizzazione della programmazione delle iniziative di promozione e di valorizzazione dell’immagine della Campania e delle sue risorse ambientali, architettoniche ed alimentari.Per quanto riguarda i requisiti dell’enoteca regionale essa dovrebbe essere collocata, per un periodo di 15 anni, all’interno di un edificio dal valore storico e architettonico rilevante, in un luogo facilmente accessibile al pubblico e al centro dei percorsi turistici del capoluogo napoletano. L’enoteca regionale deve essere dotata di sala di win bar con sala di degustazione, un’altra sale o più sale, per l’esposizione dei vini ed esposizioni permanenti, punto vendita, sale multifunzionali per conferenze stampa e convegni, uffici, magazzini e zona catering, sale di supporto. Napoli, per la sua centralità nel campo turistico, gastronomico e culturale, non solo della Campania, ma dell’intera area Mediterranea, può svolgere al meglio il ruolo di ambasciatrice della complessa realtà territoriale e produttiva della regione e rappresenta, pertanto, la sede più idonea per la realizzazione di una prima enoteca regionale, nelle more di una espansione di analoghe iniziative nelle altre aree a forte vocazione vitivinicola della Campania. Naturalmente è opinione di Aita che è opportuno attivare il sistema delle enoteche regionali della Campania, realizzando in fase di avvio, come prima enoteca, quella regionale da localizzare a Napoli. Allo scopo ha insediato un gruppo di esperti di settore presso la Regione che dovrà predisporre il bando di gara e il capitolato per l’enoteca e per la formulazione di possibili modelli organizzativi finalizzati alla gestione dell’enoteca. (Nota di Gianpaolo Necco, componente Arga della Campania, inviato alle Arga)


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