Il Comitato di difesa delle produzioni nazionali, l’A.S.A., Associazione Stampa Agroalimentare, in quanto associazione rappresentativa dei giornalisti dell’agroalimentare, vista l’imminente liberalizzazione dell’uso di alcune denominazioni tipiche dei nostri vini, ha sentito il dovere di far giungere a Bruxelles un segnale forte affinché la Commissione Europea abbia a recedere dall’adozione del regolamento comunitario N. 316/2004. Per assicurare un apporto ampio e costruttivo, l’A.S.A., d’intesa con Agrofood Italia e con l’Unione Nazionale Giornalisti Agricoli Agroalimentari e Ambientali, ha promosso il Comitato spontaneo di Difesa delle Produzioni Nazionali quale strumento apolitico, aperto a tutto l’associazionismo del comparto e quindi rappresentativo della vasta platea di soggetti potenzialmente danneggiabili, a vario titolo, dall’adozione del predetto regolamento. In pochissimo tempo il Comitato ha registrato le adesioni di 34 Associazioni del settore e le fila sono destinate ad ingrossarsi ulteriormente, segno evidente della inacettabilità della tesi della Commissione Europea, secondo la quale alcune denominazioni come Brunello, Gutturnio, Amarone, Morellino, Vin Santo e altre, essendo ormai divenute di uso comune in tutto il mondo, devono poter essere liberamente utilizzate da qualsiasi produttore di vini, seppure a certe condizioni. “Per capire l’assurdità del provvedimento basta immaginare che sugli scaffali dei supermercati italiani, europei e di tutto il mondo, le bottiglie di Dolcetto e di Barbera piemontesi saranno allineate con quelle di analoghe denominazioni prodotte in Australia. I tradizionali fiaschi di ottimo Chianti toscano dovranno competere con i fiaschi di Chianti prodotti in Argentina, così come le bottiglie di Amarone e Refosco dovranno fronteggiare la concorrenza degli omonimi vini californiani” dice Gudrun Dalla Via, presidente dell’ASA e portavoce del Comitato. “E’ ipotizzabile che in breve tempo il posizionamento delle nostre produzioni sui mercati esteri sarà notevolmente indebolito perché i prodotti-copia, al contrario dei nostri, saranno certamente supportati da efficaci strategie di marketing, da consistenti campagne di comunicazione e da massicce azioni promozionali destinate ad orientare le scelte di commercianti e consumatori” continua la portavoce. Con la lettera aperta, il Comitato intende evidenziare al Presidente Prodi, affinché se ne faccia portavoce presso la Commissione, che l’adozione del regolamento 316/2004 danneggerebbe migliaia di piccole e medie imprese vitivinicole italiane, la cui espansione sui mercati esteri verrebbe seriamente messa in discussione dalla pletora di prodotti similari che in brevissimo tempo verrebbero commercializzati con qualità e prezzi inferiori ai nostri. Inoltre, il provvedimento costituirebbe un grave precedente anche per la tutela delle denominazioni delle altre produzioni tipiche, come olio, salumi, formaggi e altri prodotti tradizionali italiani. Il Comitato si augura e sollecita l’Amministrazione centrale dell’agricoltura a ricorrere al più presto e con fermezza, all’Alta Corte di Giustizia della Comunità Europea, contro l’adozione del regolamento N. 316/2004, quale atto dovuto a difesa e tutela dei produttori italiani e Dei consumatori tutti. Con la liberalizzazione dell’uso di alcune nostre denominazioni, i consumatori esteri saranno incapaci di orientarsi nella scelta tra vini “autentici” e vini “Italian sounding” o “Italian style” e questi ultimi ridurranno sempre più le quote di mercato dei nostri prodotti, come già avviene oggi negli Stati Uniti, dove le vendite degli “Italian sounding”.hanno un volume di una volta e mezza quello dei vini di origine certa. E proprio per difendere i consumatori da acquisti impropri, il Comitato si augura che anche le associazioni dei consumatori italiane e degli altri Paesi toccati dalla eventuale adozione del regolamento N. 316/2004, si rivolgano in tempi brevissimi all’Alta Corte di Giustizia della Comunità Europea. I portavoce del Comitato Gudrun Dalla Via A.S.A. Ass. Stampa Agroalimentare Luciano Minoletti Agrofood Italia Pasquale Satalino – Unione Nazionale Giornalisti Agricoli Agroalimentari e Ambientali. Per far giungere una protesta veramente forte a Bruxelles PRIMA DEL 15 MARZO 2004, data nella quale il Decreto entrerebbe in vigore, A.S.A. Associazione Stampa Agroalimentare, desidera farsi portavoce autorevole ed aggregare inoltre intorno a sé tutte le associazioni o enti interessati, specie nel settore enogastronomia e alla difesa delle tradizioni nonché dei diritti dei consumatori. Abbiamo quindi, insieme ad Agrofood, costituito un Comitato Spontaneo, con una casella postale e un’e-mail: difesaenoproduzioni@libero.it casella postale 2 – 58040 Punta Ala (GR). Il Comitato Spontaneo manderà una lettera aperta a Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea di cui allego il testo. La lettera è già firmata da un numero cospicuo di associazioni giornalistiche, di consumatori, consorzi di produttori ecc. (ved. sito www.asa-press.com). E’ importante far sentire la nostra voce! Vi chiedo pertanto di dare la Vostra adesione ed eventualmente segnalare altre associazioni che a vostro avviso sarebbero da coinvolgere. A.S.A. sta mandando anche un comunicato stampa a emittenti e stampa su tutto il territorio nazionale. Grazie per ogni vostra collaborazione! Con stima, Gudrun Dalla Via (presidente A.S.A., Associazione Stampa Agroalimentare) Gudrun Dalla Via via Buccari 8 I 20025 Legnano/MI 0039-0331-540254 0039-347-4327.238. (Nota inviata alle Arga)


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