La nomina del Commissario governativo, il prefetto Corrado Catenacci, ha scatenato una serie di dichiarazioni che sanno più di scaricabarile che di ragion proprie. I presidente delle Province di Caserta e Napoli non hanno gradito né la rinuncia del presidente della Regione né l’accordo che questi avrebbe fatto col governo per avere subito il sostituto per l’emergenza rifiuti. Il punto di vista dei due presidenti che si lamentano, tra l’altro, di essere stati scippati dei loro poteri in materia, è: il piano rifiuti è da rifare perché le tecnologie sono superate; la persona scelta è quella giusta ma sarebbe ora che la si smettesse coi commissariati. Il neo commissario intanto sta guardando le carte ereditate ma non c’è dubbio che la raccolta differenziata rappresenta la strada principale per uscire dall’emergenza anche se non è la più breve. Infatti, negli ultimi due anni la raccolta differenziata in campania è passata dall’1% al 12,5%, ma è lontano l’obiettivo prefissato del 35%. L’ex commissario aveva predisoposto un piano con strutture adatte per far partire la differenziata nel migliore dei modi, ma aveva incontrato lo stop del Consiglio di Stato che ha chiesto una specifica legge regionale. Intanto, parlando di differenziata, a Cercola si è registrato un netto incremento dei risparmi. Nelle prime due settimane, infatti, la società pubblica Mita del Comune di San Giorgio a Cremano ha raccolto 330 quintali di umido, 140 quintali di carta, plastica e altri prodotti, 130 quintali di cartoni delle attività commerciali, 50 quintali di materiali ingombranti. Nei Cdr sono finiti 193 quintali con un risparmio sui costi di smaltimento. Si aspettano emuli.


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