Oramai c’è poco da fare, i rifiuti possono essere smaltiti solo in qualche regione di buon cuore (ma a caro prezzo) come l’Abruzzo e quella Lombardia che da una parte ce li dà clandestinamente e dall’altra se li riprende ufficialmente (a pagamento s’intende). Al di là delle polemiche e della facile ironia, però, và accolta con soddisfazione lo sforzo di queste due regioni che si sono prestate per dare una mano alla campania in un momento in cui tutte le città campane rifiutano qualsiasi compromesso perché i rifiuti restino in ciascuna provincia di produzione. Sta male quella di Napoli che non suoli dove scaricare se non andando nelle province vicine, sta male Caserta che proprio non ne può più dei miasmi derivanti dalla spazzatura ridotta a poltiglia puteolente un po’ ovunque; sta male l’Irpinia che collega i morti per tumore alla discarica di Tufino; sta male il Sannio che da pascolo della Campania e vigneto d’Italia ha paura di esser invasa dai rifiuti di tutta la regione. Sta malissimo il salernitano che non vuole rassegnarsi all’idea di portare nel Cilento (ma dove?) rifiuti che col prossimo decreto non potranno più abbandonare l’area provinciale. E la Regione annuncia per imminente la legge di riordino per lo smaltimento dei rifiuti. Finalmente si comincia a intravedere uno spiraglio, anche se i tempi di attuazione di una legge regionale sono sempre lunghissimi, il primo passo è da considerare oltre che importante indispensabile..


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