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11 settembre 2013
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‘Storia dell’MI6’, lancio mondiale per il libro di Antonella Colonna Vilasi
Ben 500 lanci su giornali e media di tutto il mondo per il volume di Antonella Colonna Vilasi dedicato alla storia dell’MI6, il Servizio segreto britannico.

Testo in lingua inglese che esce per l’intero mercato anglosassone e con distribuzione anche presso Amazon e Barnes & Noble, ‘The History of MI6’ (108 pagine) e’ pubblicato dal Gruppo Pingouin ed esce con il marchio AuthorHouse in copertina; all’interno un racconto che descrive lo sviluppo del Servizio di Intelligence estero a partire dalla fondazione avvenuta nel 1909 fino ai nostri giorni. Una strutture che, come ricorda Colonna VIlasi, “Rimase sconosciuta al pubblico per circa ottanta anni e venne riconosciuto solo con l’Intelligence Services Act del 1994”. Insieme con il Security Service (MI5 – che si occupa di affari interni) e il Government Communications Headquarters GCHQ (che analizza le comunicazioni elettroniche), l’MI6 forma il cuore dell’organizzazione britannica dei Servizi. “Oggi – scrive l’Autrice – l’MI6 ha sede al n. 85 di Vauxhall Cross, a Londra, ed e’ guidata da John Sawers, diplomatico che fu ambasciatore presso l’ONU”.

Il libro sta suscitando grande interesse e infatti anche la Radio australiana ne ha dato notizia, con una intervista one-to-one con Colonna Vilasi andata in onda lo scorso 7 agosto.

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15 luglio 2013
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ANTONELLA COLONNA VILASI: STORIA DEL MOSSAD – SERVIZI E SEGRETI – SOVERA EDIZIONI
Per la prima volta una storia del Mossad scritta da una donna, docente ed analista di intelligence.
Il Mossad, o Istituto è una delle agenzie di intelligence più apprezzate. La notorietà dell’Istituto ha coperto di un’aura di mito le sue imprese, oggetto di romanzi e film di spionaggio.
Il libro racconta la Storia del Mossad ripercorrendo tutte le tappe della sua storia fin dalle origini, che si intrecciano con la Storia stessa dello Stato Ebraico.
L’utilità del volume è non solo nel racconto – che descrive appunto Storia, bisogni, specificità del Mossad – ma anche nel significativo contributo che apporta agli studi sull’
Intelligence, soddisfando finalità divulgative ed al contempo scientifiche.
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BIOGRAFIA
Antonella Colonna Vilasi è presidente del Centro Studi sull’Intelligence – UNI.
E’ stata la prima autrice europea ad aver pubblicato una trilogia sui temi dell’intelligence. Collabora con numerose riviste scientifiche, con articoli su intelligence e sicurezza. Insegna intelligence in numerose agenzie ed università.
E’ visiting professor di intelligence a Tirana, Parigi, Madrid, Londra, New York, Malta, Atene, Bucarest.

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8 luglio 2013
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Venezia. Strepitosa performance di ANNA SECCIA a Palazzo Merati – Museo Macia nel contesto de la 55. BIENNALE DI VENEZIA PALAZZO MERATI
Con un nucleo di noti artisti della scena internazionale anche Anna Seccia, pittrice ed artista relazionale abruzzese, è stata segnalata con il progetto Stanza del colore da una commissione del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America (M.A.C.I.A).
L’artista è stata presente nella prestigiosa esposizione di Arte Contemporanea Symphonie de colours II — salotto per l’arte, promossa dal M.A.C.I.A e curata da Gregorio Rossi, che si è tenuta a Palazzo Merati d’Audiffret de Greou, nei mesi di giugno e luglio 2013, in concomitanza con la 55esima Biennale di Venezia.
Come già preannunciato nella mostra dalla sua Opera invito, Anna Seccia — ha dato vita all’happening La stanza del colore.
La performance ha impegnato i cinque sensi del pubblico per la realizzazione di un’opera pittorica collettiva della quale i partecipanti sono diventati coautori.
Partecipanti:
Piero Agostini, Anna Arban, Benedetta Baietta, Libera Carraro, Elena Collet, Angela Crucitti, Alexander Kanevsky e la piccola figlia, Daniela Kanevsky, Jeon Kuihee, Elena Mangu, Pasquale Mazzullo, Valentina Morporgo, Flavia Pitarresi, Caterina Rossi, Anna Seccia, Barbara Tagliapietra, Stefano Zanus.
Link per visionare l’evento:
http://www.youtube.com/watch?v=xzSaPRuEZn8&feature=player_detailpage
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5 luglio 2013
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GLADIS ALICIA PEREYRA: “IL CAMMINO E IL PELLEGRINO” presentato a Palazzo Merati nel contesto de la 55. BIENNALE
Il suo libro è ambientato nella Fiorenza del ‘200 cosa unisce e divide Firenze da Venezia, due città simbolo della nostra Italia?
Entrambe erano tra le più grandi potenze europee; un’altra era Genova, rivale di Venezia e in certi periodi alleata di Firenze. Lo status di superpotenze è l’aspetto unificante più saliente, si può aggiungere quello commerciale e finanziario, ma con caratteristiche diverse in entrambe. Firenze eccelleva nell’artigianato, i suoi prodotti erano esportati in tutto il mondo allora conosciuto. Sua fu la geniale creazione monetaria del fiorino d’oro, il cui ruolo nell’economia internazionale di allora può essere equiparato al dollaro o all’euro odierni. Le grandi famiglie di banchieri fiorentini, come i Bardi o i Peruzzi, avevano succursali in tutt’Europa, in Oriente e nei paesi musulmani; erano i finanziatori dei re e dello stesso papa. Venezia, invece, era una potenza marinara, commerciava più che produrre, non che l’industria manifatturiera non avesse il suo peso, soprattutto quella relativa alla costruzione navale, ma l’incidenza economica era minore rispetto a Firenze. La Serenissima possedeva interi quartieri a Bisanzio, specialmente a Costantinopoli dove l’eterna competizione con Genova generò episodi di inaudita violenza. Dopo la conquista di Costantinopoli durante la Quarta Crociata e la creazione dell’Impero Latino di Oriente, Venezia, la cui partecipazione all’impresa sotto la guida del doge Enrico Dandolo fu determinante, si impadronì della maggior parte delle isole greche dell’Egeo e di Creta – allora chiamata Candia – che si aggiungevano ai possedimenti sulla costa orientale dell’Adriatico, diventando la più importante potenza coloniale dell’epoca. Sotto l’aspetto politico le differenze erano profonde. Firenze, governata da un Priorato scelto tra gli iscritti alle Arti, faceva parte dei comuni italiani,. A Venezia, viceversa, al potere era insediata l’aristocrazia più facoltosa tra i cui membri veniva scelto il doge.

Da scrittrice storica come ci potrebbe illustrare gli adolescenti (tematica del suo libro) veneziani del ‘200?
Il futuro della maggior parte degli adolescenti veneziani stava nel mare e veniva educata di conseguenza. Fin dall’infanzia iniziava l’apprendistato, anche attraverso giochi e competizioni i ragazzi imparavano il mestiere e ad amare il mare. Sotto questo aspetto non c’era, in apparenza, divergenza tra le diverse classi sociali perché tutti prima o poi avrebbero dovuto imbarcarsi. La differenza consisteva nel posto che avrebbero occupato sulla nave: le classi alte al posto di comando, agevolmente sistemate nel padiglione di poppa, e quelle basse a faticare in coperta, al sole e al vento, come mariani o seduti sui banchi dei rematori che nel ‘200 erano ancora uomini liberi, ingaggiati sotto contratto.

Come ambienterebbe un libro nella città lagunare e in che periodo?
Scrivere un romanzo sui profughi che cercarono rifugio nelle isole della laguna, fuggendo dalle crudeltà degli invasori longobardi, nella seconda metà del VI secolo, è un’idea che da tempo mi seduce.

Il palazzo Merati, dove è stato presentato il libro, è stato proprietà di Giacomo Casanova: quanto in lui c’è di vero e quanto di leggenda?
E’ difficile per me rispondere a questa domanda. Giacomo Casanova è un personaggio che non ha mai svegliato il mio interesse e quindi conosco sommariamente la sua storia.
In ogni caso, era un individuo molto complesso, intelligente e spregiudicato, oltre che un grande gaudente, amante della buona tavola e di ogni piacere, compreso quello amoroso. La sua fama di seduttore ha coperto tutti gli altri aspetti della sua versatile personalità.
Il pubblico attende il suo prossimo libro, di cosa parlerà e quando uscirà?
Attualmente lavoro a un giallo che ha come protagonista una pittrice affascinante e caotica, piena di contraddizioni e di talento. L’azione trascorre ai giorni nostri a Roma. Ho preso l’impegno con me stessa di finirlo entro dicembre.
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5 luglio 2013
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A tu per tu con Francesco Zingariello, (nella foto), a pochi giorni dal debutto in “Altro di me…” con Katia Ricciarelli

Perché la musica lirica?
Intanto direi perché la musica… La lirica è solo una sfumatura del grande universo musicale.
Quell’universo che quando diventa un tutt’uno con te, anzi tu diventi parte di esso, di prende completamente…come il grande amore della tua vita…come parte della tua vita…
Certo la lirica è probabilmente l’espressione più alta e completa della musica stessa.

Quando ha sentito che questa era la sua strada?
Sono stato un fortunato o forse un predestinato…l’ho capito da subito…da quando iniziavo a fare le prime recite all’asilo e le mie maestre vedevano in me un bambino “diverso” dagli altri…”con quella voce che usciva fuori dal coro”…

Ha trovato ostilità in famiglia per questa sua scelta?
La mia famiglia è stata la mia forza: dapprima i miei genitori che mi hanno seguito e supportato ovunque…in seguito mia moglie e i miei figli che mi “sopportano” e mi sostengono in tutto…

Tanti successi: quante porte aperte e quante chiuse?
Le porte aperte sono quelle del pubblico, l’unico e vero artefice del tuo successo, quello che da sempre ha creduto in me e mi ha sospinto sempre a fare di più e meglio…quelle chiuse quelle del sistema…purtroppo esiste un sistema nel nostro mondo che determina, a volte ingiustamente, il bene e il male di un artista…

Cosa consiglia a chi vuole intraprendere questa strada?
Consiglio intanto a chiunque, a tutti, di conoscere e di studiare la musica…è un linguaggio unico, straordinario che sicuramente aggiunge in ognuno di noi quel quid che ti rende speciali…
Consiglio a chi vuole fare questo lavoro di intraprenderlo solo se si è un numero uno…perché la strada è davvero in salita, è una strada che ti mette duramente alla prova sia psicologicamente che fisicamente e solo se si è un numero uno si può pensare di riuscire…inoltre consiglio tanta, tanta caparbietà e volontà nel perseguire e raggiungere gli obiettivi che a ogni livello bisogna prefissarsi.

Che ruolo ha avuto Katia Ricciarelli nella sua vita artistica?
Un ruolo determinante… Lavoro al suo fianco da quasi vent’anni e ogni giorno imparo da lei tantissimo. Sono stato suo allievo in accademia e di seguito suo collega sul palco e nella stessa accademia da me frequentata… A lei devo i miei debutti teatrali come pure questa nuova esperienza che mi porterà, oltre a cantare, anche a recitare.
È davvero la persona a cui devo tutto a livello artistico e a cui voglio un bene dell’anima…

Come è lavorare con una cantante di questo livello?
È come per un pilota di formula uno guidare una Ferrari o per un astronauta andare in missione sulla Luna…
È il massimo che un artista, e ancor di più un tenore come me, può augurarsi…

DATE DEL TOUR
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6 AGOSTO LA VERSILIANA – PIETRASANTA
10 AGOSTO CASTEL TOBLINO
11 AGOSTO CASTEL THUN
12 AGOSTO CASTEL BESENO
23 AGOSTO FORUM EVENTI – SAN PANCRAZIO SALENTINO
25 AGOSTO RODI GARGANICO
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1 luglio 2013
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MAURIZIO COSTANZO PARLA DEL PROSSIMO SPETTACOLO DI KATIA RICCIARELLI “ALTRO DI ME …”
Katia Ricciarelli mi regalò una copia del suo libro “Altro di me non saprei narrare” chiedendomi di leggerlo pensando alla possibilità di far nascere uno spettacolo teatrale, un recital. Mi disse anche di parlarne ad Enrico Vaime, mio sodale in queste incursioni teatrali.
Ne parlai a Vaime. Fummo ambedue convinti che potesse nascere un recital interessante e ne parlammo a Marco Mattolini che, di molte tra le incursioni di cui sopra, è stato nostro complice. Quindi: c’erano gli autori e c’era il regista che avrebbe confezionato, da par suo, lo spettacolo.
Devo dire che, settimana dopo settimana, ho visto crescere questo spettacolo, scoprendo anche, dai racconti di Katia, interessanti integrazioni a pagine del libro. Divertendoci inoltre, non possiamo dire di no, all’antica questione che contrappone il soprano al tenore. Anche qui, insieme a Katia c’è un tenore e ci sono musicisti e ci sono ballerini.
Vorrei anche aggiungere che questo recital è molto più che un’occasione di teatro, perché è anche una inedita confessione di una grande artista come Katia Ricciarelli, che non ha alcun problema – come è giusto che sia – a farsi conoscere, a dire di sé cose più nascoste e private.
Nel congedare questo spettacolo, affidandolo al vostro giudizio, sono certo che Katia Ricciarelli altro di sé ha saputo narrarlo.
Maurizio Costanzo
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UN SOGNO CHIAMATO LIBERTA’
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– di Luigi Cafaro presentato a PALAZZO MERATI a VENEZIA
Biografia
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Luca Cafaro è nato a Galatina in provincia di Lecce il 25 febbraio 1976. Dopo le scuole superiori si è iscritto alla Facoltà di Scienze Motorie di Urbino, dove si è laureato con specializzazione in attività motoria preventiva e adattata. Docente di Educazione Fisica, insegna nelle scuole d’istruzione secondaria di 1° e 2° grado. Attualmente vive e lavora a Vicenza.
È il suo primo romanzo.
Sinossi
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Nell’immenso palcoscenico dell’assurdo evento storico delle crociate, in un susseguirsi di avventure mozzafiato e di accadimenti sconvolgenti, il servo della gleba Alain Routhen recita il dramma della sua vita e del suo destino.
Il giovane autore di questo romanzo, non solo si cimenta nella descrizione e nell’analisi dei fatti storici, ma delinea il carattere, le emozioni e i sentimenti del protagonista con enfasi narrativa e con immagini poetiche, che stemperano la crudezza delle lotte, dei duelli, delle battaglie e dei massacri.
E forse il lettore ritroverà, nell’anelito di libertà e nella ricerca di verità e di giustizia di Alain, le speranze e le aspettative di un giovane di oggi.
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27 giugno 2013
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‘Premio Campiello’. il 27 giugno se ne parla @ Auditorium ManpowerGroup
Il 27 giugno, alle 18.30, presso l’Auditorium ManpowerGroup si tiene un incontro tra i cinque finalisti del Premio Campiello.
A coordinarlo è il giornalista Alessandro Cecchi Paone.
L’incontro è ad ingresso libero, per informazioni telefonare allo 02 230037101.
Il riconoscimento è giunto alla 51esima edizione e vede contendersi la vittoria Giovanni Cocco con La Caduta (Nutrimenti), Valerio Magrelli con Geologia di un Padre (Einaudi), Beatrice Masini con Tentativi di botanica degli affetti (Bompiani), Ugo Riccarelli con L’amore graffia il mondo (Mondadori) e Fabio Stassi con L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio).
La cerimonia finale si svolge il 7 settembre al Gran Teatro della Fenice di Venezia.
Il Premio Campiello è stato creato nel 1962 da industriali veneti, in particolar modo su impulso della famiglia Valeri Manera.
Tra i suoi vincitori più illustri, Primo Levi con La tregua (1963), Dacia Maraini con La Lunga vita di Marianna Ucria (1990), Antonio Tabucchi con Sostiene Pereira (1994) e Margaret Mazzantini con Venuto al mondo (2009). Per info, consultare il sito del Premio Campiello
In alto, la cinquina finalista.
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27 giugno 2013
Il tour di KATIA RICCIARELLI “ALTRO DI ME ” approda in Trentino

“Altro di me”, il nuovo spettacolo del soprano Katia Ricciarelli, (nella foto), e del tenore Francesco Zingariello, scritto a quattro mani da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime.
Sabato 10 agosto si potrà assistere alla “prima” che si terrà tra le suggestive mura di Castel Toblino; il giorno seguente, domenica 11 agosto, ci sarò la replica nel romantico scenario del Castel Thun ed infine questa tre giorni in trentino si chiuderà con lo spettacolo di lunedì 12 agosto nell’emozionante Castel Beseno.
Non si tratta di un concerto di musica lirica nel senso stretto del termine, ma un vero e proprio spettacolo teatrale con la partecipazione di un corpo di ballo d’eccezione.
Non mancheranno alcuni brani tratti da opere liriche note, ma il pubblico potrà assistere ad una Katia Ricciarelli in una veste forse insolita certamente accattivante e potrà sognare e divertirsi con canzoni come “Caruso”, “Le vie en rose”, “Memory”.
Uno spettacolo che potrà entusiasmare tutti, non solo gli appassionati di lirica, nel quale la musica chiaramente ha un ruolo speciale: come nella vita del soprano, essa non è una banale colonna sonora della vita ma una vera e propria cassa di risonanza del suo cuore e delle sue emozioni.
E’ stata la stessa artista a scegliere i meravigliosi castelli del Trentino come nobile cornice del sue interpretazioni perché, come espressamente dichiarato dalla stessa Ricciarelli, erano i soli in grado di rendere in qualche modo la poesia che sempre ha accompagnato la sua vita.
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26 giugno 2013
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BARBARA BOUCHET : PER ME LA PITTURA NON E’ UN CAPRICCIO, MA UNA VERA PASSIONE – ESPOSTA LA SUA OPERA A PALAZZO MERATO – MOSTRA MUSEO MACIA
Barbara Bouchet: un nome, una garanzia. Nel mondo del cinema non ha bisogno di presentazioni, in quello dell’arte sta diventando una gradita conferma, tanto che il Museo Emacia del Costarica, per la Mostra che si tiene a giugno e luglio nello splendido Palazzo Merati a Venezia, ha selezionato le sue opere in quanto particolarmente rappresentative nel contesto dell’Arte Contemporanea.
I suoi quadri racchiudono “le preziose geometrie del colore” come ha commentato il critico Paolo Levi, nella critica che riportiamo qui di seguito e che rappresenta in modo ineccepibile il modo di fare arte della bellissima attrice.
“Come ha bene assimilato la pittrice Barbara Bouchet, il quadro è un soggetto magico, e come tale secondo i canoni del Cubismo, è immerso in uno spazio indefinito. Queste considerazioni sono quanto mai utili per spiegare le ricerche compositive di questa gentile signora cecoslovacca, italiana d’adozione, che si dedica all’arte in parallelo, ma con uguale dedizione, alla sua felice professione di attrice. I suoi lavori sono di una rigorosa purezza geometrica e, a volte, alludono alla figurazione. Entrambi i momenti mi affascinano per la serenità che emanano. In queste sue ricerche, la pittrice evita il facile utilizzo di moduli fissi con variabili. Sono occasioni compositive non casuali, momenti emblematici dove Barbara Bouchet non ripete mai se stessa, optando per una ricerca severa. Opera realizzando puzzles di geometrie euclidee, attraverso contrappunti cromatici atonali e armoniosi, accostando le cromie di base, ed evitando i contrasti. Non comunica i retorici messaggi esistenziali di molti artisti astratti del passato, privilegiando piuttosto la concretezza dell’immagine fatta di angoli retti, di semicurve, di segni e di segnali ben inseriti nello spazio della composizione. Definirei queste ricerche come il bel risultato di una costruzione ragionata. La sua sperimentazione visiva è tanto più accattivante quanto più si esercita sull’economia di pochissimi elementi ottici che si traducono in momenti cromatici prospettici, organizzati e conclusi come le note di uno spartito musicale.
Evitando l’utopico gioco dei piani, la Bouchet guarda soprattutto all’essenzialità del colore. Esaminando con accortezza queste sue ricerche asettiche, ci si avvede di un percorso sperimentale che, partendo da spunti soggettivi e autobiografici, è approdato per sottrazione, ad una ricerca oggettiva. Le forme si sono via via alleggerite, perché la coscienza fatta di ragione ha portato la pittrice a costruire la bellezza dell’armonia e la purezza cromatica racchiudendole entro una forma sempre più espressivamente sintetica e responsabilmente strutturata.
Di fronte all’intensità di questi lavori si può comprendere che Barbara Bouchet sa tradurre in visione le intermittenze del suo cuore. Il che, per un’artista, non è poco.”
Paolo Levi
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25 giugno 2013
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ANTONELLA COLONNA VILASI: INTELLIGENCE -EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEI SERVIZI SEGRETI
Intelligence. Evoluzione e funzionamento dei servizi segreti, in uscita il 10 giugno con Libellula edizioni è un testo che descrive la nascita, lo sviluppo e la struttura delle moderne agenzie di intelligence. E’ quindi diretto a chi vuole capire come funziona, a che serve e quali saranno le sfide future dell’intelligence contemporanea.
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Antonella Colonna Vilasi è presidente del Centro Studi sull’intelligence (UNI). E’ stata la prima autrice europea ad aver pubblicato una trilogia sui temi dell’intelligence. Collabora con numerose riviste scientifiche, nelle quali pubblica articoli su intelligence e sicurezza. Insegna intelligence in numerose agenzie ed università. E’ professore ordinario americano e visiting professor di intelligence a Atene, Bucarest, Londra, Madrid, Malta, Parigi e Tirana.
Tra gli altri, ha di recente pubblicato:
Manuale di intelligence (Città del Sole, 2011);
Islam tra pace e guerra (Città del Sole 2011),
Mafie. Origini e sviluppo del fenomeno mafioso (Dissensi, 2012) e
Vita romanzata di Luigi Durand de la Penne (Neftasia 2012).
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24 giugno 2013
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“L’indovinello del barbiere” di Alphonse Petri – lo scrittore senza volto – ed. Medea
presentato a Venezia – Palazzo Merati nel contesto della 55. Biennale di Venezia
Aphonse Petri è nato nel 1963 e vive in una cittadina della provincia alessandrina, dove svolge la professione di medico.
L’indovinello del barbiere un libro di Alphonse Petri ed. Medea – Dall’incontro fra un adolescente e un misterioso barbiere nasce un viaggio che condurrà alla soluzione di uno strano indovinello: perché tre oggetti, all’apparenza banali, sono indispensabili all’uomo per diventare Uomo?
La ricerca, iniziata in un piccolo paese di provincia, porterà il protagonista sulle montagne più alte della terra e attraverserà New York per approdare al porto di Antibes, dove si trova una scultura in cui le lettere dell’alfabeto sono assemblate a raffigurare un uomo seduto a guardare il mare.
All’interno della scultura tre personaggi, trafitti dai mille aghi di un tatuaggio invisibile, aiuteranno a trovare la soluzione.
Accettarsi per amarsi, amarsi per poter amare.
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CHE EFFETTO FA PRESENTARE UN LIBRO NELLA SPLENDIDA VENEZIA E SOPRATTUTTO A PALAZZO MERATI, IL PALAZZO DOVE HA VISSUTO GIACOMO CASANOVA?
Impossibile non amare Venezia. E’ senza dubbio la città più affascinante del mondo e l’atmosfera che si respira è unica come le sensazioni che provoca nell’intimo sottofondo di ogni visitatore.
Si cammina circondati da migliaia di persone ma in realtà si riesce a stare soli con se stessi.
Mi ha sempre stupito questo lato inaspettato. E’ come superare le barriere del “qui” e “ora”.
Invita alla riflessione, al di là del tempo e dello spazio.
Forse è questo il legame che può unire questa meravigliosa città al mio libro, infatti nelle prime righe si legge ” il tempo e lo spazio non esistono”.
Inoltre la splendida cornice di Palazzo Merati contribuisce a creare un’aura raffinata, avvolgente e sensuale, evocando immagini legate al più famoso amante della storia: Giacomo Casanova.

DA UOMO, COME VEDE E GIUDICA, LA TIPOLOGIA DEI “DON GIOVANNI”?
Indubbiamente la figura del seduttore suscita curiosità e invidia da parte di qualsiasi uomo.
Qual è il segreto per conquistare tante donne e soprattutto come si fa a uscirne vivi?
Al di là dei facili commenti, non credo che possedere tanti corpi sia soddisfacente quanto entrare in una sola anima.

E’ STATA MOLTO INTRIGANTE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DA PARTE DELLA SUA COLLABORATRICE, MA LA SUA ASSENZA SI E’ FATTA SENTIRE…
A parte gli impegni lavorativi inderogabili che non mi hanno concesso di essere presente a Venezia, di cui mi scuso e mi rammarico, per carattere non amo il presenzialismo a ogni costo e preferisco limitare le mie apparizioni pubbliche allo stretto indispensabile. Sono comunque sempre disponibile al colloquio con i miei lettori tramite web o lettere, a cui rispondo sempre volentieri. Sarò felice di incontrare personalmente tutti coloro che lo vorranno nelle prossime occasioni.

NON HA VOLUTO RILASCIARE NESSUNA FOTO IN PRIMO PIANO, IL VOLTO MOLTO COPERTO FRA CAPELLO ED OCCHIALI, QUASI A VOLER NASCONDERE IL SUO VERO “IO”?
Questa foto è il luogo dove si incontrano i personaggi chiave del romanzo e quindi non deve evidenziare la mia figura e il mio volto ma deve invitare a guardarsi dentro per capire chi siamo veramente. Essere prima di apparire.

LA PROSSIMA PRESENTAZIONE DOVE SARA’?
Lascio alla mia Agente il compito di organizzare la prossima presentazione. Spero in un ambiente raccolto, dove sia possibile un rapporto diretto con tutti i presenti. Desidero un incontro in cui ognuno possa esprimere in libertà domande, riflessioni, squarci di vita vissuta.
Dall’intreccio di tante esperienze può nascere qualcosa di bello. Condividere oltre che ascoltare.

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