5G: Ha Ancora Senso la Net Neutrality? L’ Idea di Giacomo Bandini
Il 5G rappresenta il futuro delle reti a livello globale. Per vincere la sfida che ci pone davanti è necessario superare l’attuale concetto di Net Neutrality. Il rischio è di impedire il pieno sviluppo di questa nuova tecnologia.

Ha ancora senso parlare di Net Neutrality nell’era delle reti 5G? Questa domanda sorge in seguito alla consultazione pubblica avviata dal BEREC (Organismo dei Regolatori Europei per le Comunicazioni Elettroniche), i cui risultati verranno pubblicati il prossimo dicembre 2018.

PERCHÉ È IMPORTANTE? Durante un primo confronto avviato dal BEREC, rivolto soprattutto agli operatori Telco europei, questi ultimi hanno espresso perplessità circa la compatibilità della normativa in vigore sulla Net Neutrality con il pieno sviluppo della nuova tecnologia 5G. In attesa di conoscere i casi specifici indicati dagli operatori, è bene riflettere sulle implicazioni di questa novità tecnologica. Anche per comprendere come il concetto di Net Neutrality possa essere superato o, perlomeno, ripensato in conseguenza alla sua introduzione nei mercati europeo e mondiale.

UNA RETE A FETTE Con il 5G, infatti, il concetto fondamentale è quello della segmentazione della rete (slicing). La struttura della rete dovrà essere necessariamente flessibile e diversa a seconda del servizio che l’operatore intende sviluppare e fornire ai potenziali utenti. Vi saranno allo stesso tempo una rete 5G e molte reti 5G che da essa derivano, ma vengono declinate in servizi diversi.

POCA FLESSIBILITÀ FA MALE L’attuale normativa sulla Net Neutrality è piuttosto vincolante per quanto riguarda l’accesso alle reti e le linee guida del BEREC, seguendo l’impianto della Commissione, non sono sufficientemente flessibili per accogliere un cambiamento di tale grado nell’universo delle telecomunicazioni. È evidente che, andando verso un futuro fatto di offerte di servizi molto diversi tra loro per necessità tecnologiche e strutturali, anche i concetti di accesso e neutralità dovranno cambiare.

Sono pronte le istituzioni ad accogliere questa trasformazione da un punto di vista concettuale prima che normativo? Probabilmente no, visto che la battaglia per l’accesso paritario degli utenti è stata spesso cavalcata in modo ideologico e non scientifico. Proviamo comunque a suggerire un impostazione di policy più che legislativa affinché il 5G possa sprigionare il suo potenziale in tutte le segmentazioni verticali della rete.

RIPENSARE LA NET NEUTRALITY È necessario affrontare subito la regolamentazione della Net Neutrality, prevedendo inizialmente delle eccezioni alla normativa, come suggerisce lo stesso BEREC, caso per caso per poter agevolare lo slicing che man mano verrà eseguito. Forse sarebbe meglio esplicitarle normativamente con un approccio multi-stakeholders, ma tale scelta deve essere del legislatore.

IL MONITORAGGIO CHE SERVE Le autorità di controllo dovranno svolgere un ruolo fondamentale nel distinguere le eventuali eccezioni al regime in vigore e agevolare la transizione dalle regole per le “vecchie” reti a quelle nuove. In questo modo è possibile salvaguardare, da un lato, la neutralità nel processo di creazione di nuovi segmentazioni, dall’altro, le esigenze degli operatori e degli stessi utenti che formano offerta e domanda sul mercato. Questo rappresenta, di fatto, il superamento della vecchia Net Neutrality.

Il 5G è dietro l’angolo e necessita di flessibilità normativa. Se vogliamo competere con gli altri Paesi, dobbiamo porre questo tema al centro del dibattito e affrontarlo subito. Il rischio di rimanere indietro, ancora una volta, è sempre in agguato.
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Categorie: Attualità

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