Arrivano notizie che il grano canadese, col quale in Italia si fanno pane, pasta, pizze e prodotti pasticcieri, da qui a poco potrebbe essere tutto modificato geneticamente. La lotta alla pratica degli organismi geneticamente modificati viene da lontano, ma finora non ha fatto registrare grandi proseliti. C’è voluto l’intervento del presidente del Consiglio dei diritti genetici, Mario Capanna, che con la Coldiretti e la Cna ha indetto una conferenza stampa per denunciare il misfatto. Pare che la multinazionale americana Monsanto nell’intento di commercializzare al massimo i prodotti derivati dal grano, abbia chiesto ai produttori di usare una particolare varietà resistente agli erbicidi. L’Italia figura tra i primi acquirenti della farina canadese e il fatto che gli Ogm siano usati anche per gli esseri umani, oltre che per gli animali, come era stato convenuto, non poteva non destare preoccupazione nei consumatori italiani di pane, pasta, pizza e affini. D’altra parte, dice Capanna, acquistiamo qualcosa come 21 milioni di tonnellate di farina parte della quale finisce venduta all’estero.Il cambiamento genetico del grano canadese rovinerebbe i nostri mercati. Un disastro vero e proprio si prospetterebbe per il nostro e altrui palato, dunque, non solo, ma si corre il rischio pure di abituarsi alle cose immangiabili. In un libro di fantascienza di qualche anno fa si prospettava un’ipotesi del genere e alla fine l’umanità moriva di dissenteria. Non sarà così, ma bisognerà preoccuparsi che non si confezionino spaghetti e paccheri col grano modificato, sennò ci sarà un’altra rivoluzione copernicana. Ma forse non si arriverà a tanto perché il business italiano interessa molto ai canadesi, che hanno già risposto nisba, e gli americani dovranno cercarsi un altro cliente.


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