Mai di domenica: era il titolo di un film che sconsigliava qualsiasi avventura pericolosa, nel giorno tradizionalmente dedicato al riposo. Non la pensano così, evidentemente, i nostri rappresentanti in seno all’Unione Europea che hanno fatto coincidere la data di entrata in vigore dell’etichetta sui prodotti confezionati con organismi geneticamente modificati, i famigerati Ogm, proprio con domenica, 18 aprile. Questa la novità e allora vediamo di che si tratta.Gli Ogm si ottengono usando degli enzimi per ottenere i geni (che sono segmenti di Dna) con le caratteristiche desiderate. Si trasferisce, poi, il Dna con un batterio che penetra nella parete cellulare.Quel gene che ha i tratti desiderati si integra nel nucleo con il Dna della pianta e la cellula può essere reintrodotta nella pianta. Al Dna vengono incollate microscopiche particelle di metalli che facilitano l’entrata nella cellula della pianta. Così si ottiene il prodotto modificato. Sui prodotti confezionati e sui mangimi gli Ogm devono essere identificati con un codice che permetta di conoscere con precisione il tipo di modifica genetica subita. E per quanto riguarda le miscele di materie prime importate, in particolare mangimi composti da granella di mais o pannelli di soia, bisogna indicare tutte le varietà di Ogm che sono state usate. L’etichettatura, dunque, riguarda tutti i cibi e mangimi in cui la presenza di Ogm autorizzato è superiore all’ 0,9%. Questo significa, per i profani, che i prodotti che contengono gli Ogm in percentuale inferiore a quella indicata, non devono indicare la loro presenza. E questa norma la dice lunga sull’introduzione dei prodotti contenenti Ogm nei nostri mercati già da lungo tempo, solo che non sapevamo. E non lo sapremo mai. Per le nuove autorizzazioni ad introdurre prodotti con Ogm è prevista una procedura con un ruolo centrale svolto dall’agenzia europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma. Per quanto riguarda le sementi o le piante per alimenti destinate alle coltivazioni, è obbligatorio chiedere una valutazione di rischio ambientale alle autorità competenti di uno Stato dell’Unione. Adempimenti finiti? No, perché il 26 e 27 aprile prossimi i ministri dell’agricoltura riuniti a Lussemburgo si pronunceranno sul via libera all’importazione di mais dolce transgenico BT11, oggi utilizzato per produrre popcorn e merendine. Tutti contenti? L’Associazione Europa Bio, che raccoglie ben 40 imprese di settore e 13 associazioni tecnologiche, atende con impazienza la ripresa delle procedure per l’approvazione di ogm su basi scientifiche e trasparenti. Per i consumatori un solo vantaggio: siccome sull’etichetta dei prodotti è indicato se c’è o no l’Ogm, si può non comprare. Mal che vada lo si sarà assunto in percentuale inferiore a quanto stabilito dall’Ue. E questo sarebbe già un successo.
(Nota di Gianpaolo Necco, componente Arga della Campania, inviata alle Arga italiane)
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