L’erosione delle spiagge di Castelvoturno è tornata alla ribalta più che mai, anche se è dalla foce del Garigliano al lago Patria e da lì fino a Sapri, che è tutto un pianto. Ma restiamo nel casertano. Da anni si parla dell’erosione come di un fenomeno arrestabile, addirittura ad Ischia hanno fatto le prove e c’è la conferma: dighe foranee a cento metri, restituiscono trenta metri di sabbia. C’è, dunque, da credere che chi vuole il decollo dei comuni costieri casertani pensi a qualcosa del genere. Se si chiamano “sinergie” l’unione di comuni con le stesse problematiche, ben vengano se indirizzate al risanamento ambientale, per poi godere di uno sviluppo veramente degno di tal nome. I media fanno a gara, di questi tempi, a riportare la notizia della distruzione delle torri abusive nel villaggio Coppola di Castelvolturno. E le autorità politiche, presenti il 1° agosto a quell’abbattimento, hanno parlato di tutto: bei progetti, molti soldi dal Piano Operativo regionale, tanti sorrisi, pacche sulle spalle e vogliamoci bene. Il saccheggio indiscriminato del territorio di Castelvolturno, ha prodotto un danno ambientale notevole, non irreversibile però, se si interviene tempestivamente. Se è vero, come dicono gli ambientalisti, che l’ampliamento del porto di S.Bartolomeo, nel Villaggio Coppola, e la costruzione dei pettini per proteggere le spiagge fino a Fontana Blu, ha letteralmente scombussolato l’eco sistema della zona, accentuando il flusso delle correnti mangia-sabbia a sud, c’è poco da stare tranquilli. Perchè si è di fatto attivata l’erosione degli arenili, e i gestori degli stabilimenti balneari di Ischitella sono seriamente preoccupati, perché là ci sono in ballo posti di lavoro “stagionali”che fanno vivere dignitosamente le famiglie per un intero anno. Fin che c’è sabbia, naturalmente. E quel lavoro fa parte dello sviluppo, e già c’è, anzi, è attorno ad esso che si costruisce il progetto. Lecito aspettarsi un intervento risolutore da chi può. In primo luogo le istituzioni pubbliche, con la Regione in testa, a cui va’ una virtuale tirata d’orecchi per la mancata emissione del bando sull’applicazione della misura 1.5 del Por 200-2206 della Campania. I gestori dei lidi, attraverso la Fiba, stanno interessando deputati, eurodeputati, consiglieri provinciali e regionali affinché si faccia il bando che permetterà ai comuni costieri di partecipare coi progetti all’assegnazione dei fondi. E già si guarda a settembre come mese risolutore. E’ auspicabile, diversamente la prossima estate si farà a meno dei bagni di mare in quella zona. Ma a questo preferiamo non credere. (Intervento di Gianpaolo Necco, componente Arga Campania –inviato alle Arga)


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