«La salvaguardia dell’ambiente e della salute è la prima emergenza». L’appello viene dal vescovo di Acerra Giovanni Rinaldi ed è indirizzato ai candidati alle amministrative e ai cittadini della sua diocesi. Una lettera pastorale scritta proprio nel momento in cui l’emergenza diossina ha spinto due pastori con il loro gregge decimato dai continui decessi ad occupare ieri mattina i binari delle ferrovie dello Stato per oltre 12 ore. Ma le preoccupazioni di Rinaldi non si fermano solo all’ambiente inquinato: «Le autorità costituite evitino ogni prova di forza e di inasprimento degli animi: i rifiuti non possono diventare questione di ordine pubblico». L’appello questa volta è diretto al prefetto Profili, al commissario Catenacci e al questore Malvano al fine di scongiurare l’ipotesi dell’utilizzo dell’esercito per sgomberare il cantiere della Fibe occupato oltre un anno e mezzo fa dal fronte antinceneritore. Un’accorata richiesta che fa il paio con quella avanzata nei giorni scorsi dal Comitato antitermovalorizzatore e da Greenpeace e fatta propria da tutti i candidati a sindaco.
Il timore è che si possa arrivare a una situazione di scontro frontale dagli esiti drammatici. Una preoccupazione che ha spinto nei giorni scorsi il Comitato antinceneritore e Greenpeace a diffondere oltre 20 mila cartoline da indirizzare al presidente della Repubblica Ciampi. Ed è a questo punto che Rinaldi, il consiglio episcopale e quello pastorale della città ribadiscono la posizione espressa dai vescovi campani sull’emergenza rifiuti. Per l’organismo diretto dal cardinale Giordano bisogna «delocalizzare gli interventi, promuovere la raccolta differenziata, realizzare termovalorizzatori non tossici e garantiti dall’Oms, nella prospettiva di restituire alle amministrazioni locali le specifiche competenze e responsabilità». La parola d’ordine è quella di «difendere l’equilibrio ecologico con una mutua e forte volontà da parte di tutti nel collaborare». E per Rinaldi non ci sono dubbi: «Impegnarsi per il vero bene della città significa ripartire dalla difesa dell’ambiente gravemente minacciato». Sotto accusa c’è la «massiccia presenza della diossina» sul territorio che ha provocato il sequestro di ben otto allevamenti e di oltre 50 pozzi artesiani. Sullo sfondo c’è la rabbia dei pastori che da mesi attendono di essere ricevuti dalla task force regionale. Oltre 400 ovini che alle 8 di ieri hanno bloccato la linea ferroviaria Napoli-Roma via Cassino, all’altezza di un passaggio a livello ad Acerra. Il traffico ferroviario è andato immediatamente in tilt e addirittura si è sfiorata la tragedia quando due treni, uno proveniente da Napoli e l’altro da Caserta si sono fermati a pochi metri di distanza dal gregge che sostava tra i binari. Completamente bloccata anche la Provinciale per Cancello tagliata in due dal sit-in: in pochi minuti si sono formate file interminabili di auto e mezzi pesanti. A protestare sono stati ancora una volta i fratelli Mario e Vincenzo Cannavacciuolo, il cui gregge contaminato da oltre 51 picogrammi di diossina, la soglia più alta mai registrata in Campania, continua ad essere decimato da decessi che nessuno è riuscito a spiegare. «Siamo ridotti sul lastrico», spiegano i due fratelli. (Enrico Ferrigno, Il Mattino di Napoli)


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