5 giugno 2004 – 68. Bonsai, VI parte:i bonsai miniatura. (2)
L’acero giapponese, e la zelkova sono particolarmente adatti a questa realizzazione. Per la zelkova è possibile rimuovere le foglie , lasciando il picciolo, per due o tre volte di seguito sempre che la pianta sia in buone condizioni generali. Su alberi così piccoli l’applicazione di filo metallico è superflua e sarà possibile educare i rami semplicemente piegandoli con le dita. Un buon bonsai in miniatura si può ottenere anche da una cryptomeria nipponica, o da un ginepro, che si adatterà a molti stili diversi. Particolare effetto avranno i bonsai in miniatura realizzati con alberi da fiori e frutto. Uno dei grandi pericoli che corre il bonsai in miniatura è quello di morire di sete. Sarà quindi necessario inserirlo in una mistura di terra che contenga una quantità inferiore di pacciame e sabbia rispetto a quella scelta per i normali bonsai. La terra andrà ben setacciata e al momento del travaso dovrà essere ben secca. Durante questa operazione tutte le radici che toccano il bordo del contenitore andranno rimosse e bisognerà eliminare due terzi della terra formante la zolla radicale. Dopo il rinvaso il bonsai andrà sistemato in una serra per alcune settimane, in modo che possa presto riprendersi dallo shock subito con l’operazione. L’annaffiatura è fondamentale soprattutto nei mesi più caldi: l’acqua che si fornisce alla pianta dovrà essere la quantità minima necessaria alla sua sopravvivenza e a mantenerla in buona salute. In inverno sarà opportuno ricoverare il bonsai in miniatura in una serra, perché le sue radici, rinchiuse in un contenitore così piccolo, corrono in modo particolare il pericolo di congelarsi.


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