15 maggio 2004 – 64. Bonsai, V parte:i contenitori. (1)
Non a caso i cinesi crearono degli stupendi vasi specificamente ideati per i bonsai, preziosissimi, oggi difficilmente recuperabilie, comunque, assai costosi, perché considerati veri e propri oggetti d’arte. Quelli che hanno più di 200 anni sono conosciuti con il nome di kawatari, mentre quelli più recenti sono raggruppati in chuwatari e shinwatari. Questi ultimi sono stati costruiti dai cinesi agli inizi del XX secolo, per il mercato giapponese. In Giappone, del resto, si crearono vere e proprie scuole di costruttori di vasi bonsai. Alcune di esse hanno dato nome a contenitori tipici, noti in tutto il mondo semplicemente come Kobe, Yamaki, Kataokaware, dai luoghi in cui queste scuole si sono formate. Oggi si usano soprattutto vasi di forma ovale o rettangolare, di grandezza, profondità e colori diversi. Va enunciata prima di tutto che di regola, escludendo il bonsai a tronco multiplo, la profondità del contenitore deve corrispondere al diametro del tronco. Ricordare, però, che quando si danno regole di questo tipo, si parla della sistemazione finale del bonsai( che poi non è necessariamente mai finale, visto che l’albero richiede periodicamente il rinvaso il rinvaso in tutto il corso della sua esistenza). Comunque queste regole non valgono per il bonsai in formazione, il pre-bonsai: questo richiederà solamente un vaso che si confaccia alle sue esigenze di crescita. Proseguendo con le regole, o meglio con i principi codificati dall’arte bonsai, l’altezza del tronco dovrebbe corrispondere più o meno a 6 volte l’altezza del contenitore.
Agricoltura e agroalimentare
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