24 novembre 2003 – 34. Funghi: Boletus luridus, fig. 22, Boleto lurido o Porcino livido.
di Umberto Violante
I funghi simbionti: instaurano una stretta relazione mutualistica con l’apparato radicale di quasi tutte le piante. Tale rapporto, pianta e fungo ospite, è detto simbiosi micorrizica, in cui il fungo utilizza gli zuccheri sintetizzati dalla pianta e fornisce all’ospite acqua, azoto, fosforo, magnesio ed altri minerali importanti. Questi funghi: porcini, tartufi, ecc., possono essere coltivati solo se in simbiosi con le piante.
Nome: Boleto lurido o Porcino livido.
Nomi dialettali campani: Ferrigno, Tingiarulo, Ferrigno Buono, Tavarino, Ferruogno.
Descrizione
Cappello: carnoso, emisferico, convesso o pianeggiante, raggiungente a maturità 12-15 cm. di diametro, di color grigiastro o bruno chiaro, bruno ulivaceo o rossastro, superficie vellutata, poi liscia e un po’ vischiosa a tempo umido.
Tubuli: lunghi, minuti, giallo olivastri, viranti all’azzurro al tocco, facilmente separabili dal cappello.
Pori: piccoli, rotondi, prima di colore arancione e poi rossi, volgenti al bluastro al tocco.
Gambo: centrale, clavato o panciuto, robusto, compatto, nella parte superiore ricoperto di fine reticolo di colore rosso, nella parte inferiore chiazzato di rosso.
Carne: biancastra o gialliccia, assumente rapidamente, alla rottura, una tinta verdognola e poi azzurrognola, dotata di odore speciale(fungino) intenso e di sapore grato.
Spore: a mandorla, bruno verdastro in massa.
Habitat: fruttifica in estate autunno, nei boschi di latifoglie e conifere.
Proprietà: commestibile, previa cottura.
Note: questa specie in passato era ritenuta velenosa per il mutamento del colore della sua carne e per la somiglianza a Boletus satanas.
Etimologia: deriva dal latino luridus, brutto o sporco, per il suo aspetto.


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