10 ottobre 2003 – 21. Bonsai: l’innesto di base. Conclusioni.
Innesto di base. In questo caso si inizia recidendo la marza obliquamente, il diametro lungo della sezione ovale così ottenuta dovrà essere il doppio o il triplo del diametro dell’innesto in sezione circolare. Bisogna incidere poi sul portainnesto una tacca abbastanza grande da potervi inserire l’innesto. Infine, legare le due parti con rafia. Il portainnesto va piantato in terra pulita e poco fertilizzata e l’insieme va sistemato in luogo ombroso e protetto. Se l’innesto è riuscito dopo un mese spunteranno i nuovi germogli. Prima di trapiantare il bonsai ottenuto con l’innesto, sarà bene accorciare il fittone, ossia la radice più grossa e principale che si trova proprio sotto la base dell’albero: questo servirà a renderlo più forte. In genere è necessario che passino due o tre anni prima che il prodotto di un innesto possa dirsi degno del nome di bonsai. E naturalmente anche allora ci sarà molto da fare.
Concludendo questa prima parte una raccomandazione è d’obbligo: si è cercato di fornire alcune indicazioni sui metodi migliori per procurare il materiale bonsai, ma qualsiasi tecnica richiede l’applicazione delle norme pratiche con diligenza e rispetto per l’albero prescelto. Prima di iniziare il lavoro bisogna cercare di vedere il tipo di bonsai che si intende realizzare. Non bisogna, infatti, rovinare le piante per faciloneria, non si può giocare con loro. Quella del bonsai è un’arte basata soprattutto sull’amore per la natura e sul fascino delle sue imprescindibili leggi. Per ora, in attesa di leggere la seconda parte, buon lavoro ai bonsaisti.
Agricoltura e agroalimentare
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