24 settembre 2003 – 20. Funghi: Amanita phalloides, fig. 8, Tignosa Verdognola
di Umberto Violante
I funghi simbionti: insaturano una stretta relazione mutualistica con l’apparato radicale di quasi tutte le piante. Tale rapporto, pianta e fungo ospite, è detto simbiosi micorrizica, in cui il fungo utilizza gli zuccheri sintetizzati dalla pianta e fornisce all’ospite acqua, azoto, fosforo, magnesio ed altri minerali importanti. Questi funghi: porcini, tartufi, ecc., possono essere coltivati solo se in simbiosi con le piante.
Nome: Tignosa Verdognola
Nomi dialettali campani: A mane’e tule, Tavarino
Descrizione
Cappello: di colore variabile da grigio giallastro a verdastro , o giallo bruno, di forma conico-campanulata od emisferica e poi espanso, pianeggiante; liscio, serico, senza verruche.
Lamelle: bianche, libere al gambo, alte.
Gambo: bianco, spesso ornato da zebrature simili al colore del cappello, prima pieno e poi cavo, bulboso alla base.
Anello: bianco con riflessi giallognoli, cadente a fazzoletto sul gambo, spesso caduco negli esemplari maturi.
Carne: bianca, immutabile,soda, sapore nullo, odore pressoché nullo nel fungo fresco e giovane, un po’ agliaceo nel fungo adulto, fetido e cadaverico nel fungo fradicio
Spore: bianche in massa, ovoidali, a reazione amiloide
Habitat: cresce in estate-autunno , preferibilmente nei boschi frondosi, non di rado anche sugli argini alberati, limitanti prati e coltivi
Proprietà: velenoso, mortale
Note – Etimologia: dal latino phallus, fallo per l’aspetto del fungo giovane. Può provocare danni epatici irreversibili.


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