5 ottobre 2003 – 20. Bonsai: l’innesto.
Questa tecnica è basata sulla proprietà di rami e tronchi, che abbiano tra loro un certo livello di parentela, di saldarsi solidamente reciprocamente quando zone precedentemente private della corteccia vengano messe e mantenute in stretto contatto. Secondo alcuni specialisti l’albero ottenuto per innesto cresce con maggiore rapidità, mentre, a parere di altri, è dotato di minore longevità. Comunque esso mantiene la qualità dell’albero da cui proviene la marza e può dare risultati assolutamente soddisfacenti. La pianta su cui si opera l’innesto viene detta soggetto o portainnesti; il ramoscello che vi si innesta marza o innesto. Esistono tipi diversi di innesto, come quello di ramo, quello di germoglio e quello di radice. Il più diffuso, di cui è opportuno occuparsi, è l’innesto di ramo e si può ottenere con tecniche diverse. Anche quella dell’innesto come un po’ tutte le operazioni fin qui descritte, va effettuata in primavera. L’albero donatore deve essere giovane, preferibilmente non deve avere più di due tre anni e forte. E’ inoltre necessario che sia dotato di un buon apparato radicale e che le sue foglie siano piccole e ben distribuite. Di quest’albero si sceglie un ramo forte, tra quelli nati durante la primavera precedente e tagliare molto vicino al tronco. Si procede poi secondo uno dei due metodi di seguito descritti.
Innesto di cima. Con un coltello molto affilato tagliare il ramo scelto come portainnesto e poi spaccarlo a metà verticalmente e non troppo profondamente. Eliminare quindi le foglie più basse della marza modellandone la base introducendola nell’incisione fatta sul portainnesto; stringere insieme le due parti con della rafia.


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